PALERMO – Uno sfogo lungo poco più di cinque minuti per denunciare “il malcontento” che serpeggia nel Movimento cinque stelle siciliano, e il suo personale, ma anche per mandare un messaggio al “capo politico”, mai citato con nome e cognome, Luigi Di Maio: “Deve capire che bisogna ripartire dai territori e dalla Sicilia, altrimenti il movimento è destinato a scomparire”. Cinque minuti pesantissimi: una requisitoria da parte di uno dei deputati regionali più seguiti della provincia di Palermo, Luigi Sunseri, che fa una diagnosi lucida e allo stesso tempo impietosa della situazione nel movimento. Un J’accuse, intercettato da ‘Livesicilia’, con un affondo finale che è una scossa per tutti presenti, ma anche un messaggio agli assenti: “I deputati nazionali sono stati relegati a fare gli ‘alzamano’ a Roma – denuncia -. Votano senza avere portato una proposta di legge o un risultato per la Sicilia, la regione che ha concesso al movimento di essere al governo”.
Constatazioni amare e sofferte da parte di chi rappresenta un pezzo importante di quello zoccolo duro del movimento che vive in una vasta porzione di territorio a est di Palermo: dentro ci sono città come Bagheria e Termini Imerese, dove i Cinquestelle da anni fanno il pieno di consensi a ogni appuntamento elettorale. Sunseri, che di quel territorio è espressione avendone anche condiviso diverse battaglie, parla a una assemblea provinciale organizzata ai Cantieri culturali della Zisa: in tutto un centinaio di partecipanti, alcuni dei quali arrivati anche per esprimere il proprio malcontento alla luce delle ultime espulsioni dei consiglieri a Sala delle Lapidi Giulia Argiroffi e Ugo Forello. L’incontro è a porte chiuse e per partecipare è necessario un accredito. Ci sono consiglieri comunali e di Circoscrizione, e con loro i quattro parlamentari regionali eletti a Palermo e provincia: Giampiero Trizzino, Salvatore Siragusa, Roberta Schillaci e il termitano Sunseri. Allo sfogo assiste anche il vicepresidente dell’Ars, Giancarlo Cancelleri, che pur ammettendo alcuni errori fatti dal movimento invita a guardare avanti con un atteggiamento costruttivo. Non ci sono i parlamentari nazionali (anche perchè la riunione è stata fissata nel bel mezzo della settimana dei lavori di Camera e Senato) che finiscono nel mirino delle critiche di Sunseri. Il deputato all’Ars parla davanti a una platea che lo ascolta in religioso silenzio: “Dispiace non ci siano – osserva -, li incontreremo e bisogna far capire che questa regione ha dato tanto e non può essere messa in secondo piano”.
Sunseri, che fa anche autocritica, mette in luce una situazione che ha portato gli eletti del movimento “a perdere contatto con il territorio”, anche perchè “inghiottitti” dagli impegni legislativi. Ne viene fuori una vera e propria crisi di vocazione tra le file degli attivisti pentastellati: “In molti comuni abbiamo perso attivisti storici che per tanti anni hanno portato avanti la baracca senza chiedere nulla in cambio”, esclama. Un quadro a tinte fosche che porta il deputato termitano a parlare senza mezzi termini di “crollo nei numeri”, ma la preoccupazione va al di là delle cifre elettorali: un calo viene percepito anche nel semplice “attivismo sul territorio”, una situazione “liquida” che ha portato alla “perdita di contatto” tra attivisti e portavoce. E all’orizzonte lo spauracchio della Lega, cresciuta alle ultime Europee: “Abbiamo mantenuto una percentuale molto alta ma loro sono arrivati al 20%. Dobbiamo riflettere”. La soluzione? Ritornare “a girare il territorio” e a “incontrare i meet-up”, per “riprendere” un contatto e un rapporto con la base. Diagnosi e cura racchiusi in cinque minuti, il tempo dirà se basteranno ai grillini palermitani per cancellare i malumori e tornare a essere l’isola felice del movimento.