Superbonus, Puccio (Cepima): "Niente allarmismi, cosa accadrà"

Superbonus, Puccio (Cepima): “Facciamo chiarezza”

Le conseguenze dell'ultimo decreto del governo Meloni e le prospettive per il futuro

PALERMO – Sul Supebonus, una voce quasi fuori dal coro arriva da via Borremans. A emetterla è Giuseppe Puccio, presidente della Cepima (la Cassa edile di Palermo) e imprenditore edile che negli ultimi giorni racconta di aver assistito a toni contraddistinti da un “allarmismo eccessivo dovuto al battage di dichiarazioni politiche e di certi addetti ai lavori del mondo edile”.

“Il decreto recentemente varato dal Governo – spiega Puccio – non c’entra nulla con i crediti incagliati ma mette la parola fine sull’attività di sconto in fattura per il futuro”. Nessuno dei lavori già avviati o delle pratiche presentate viene intaccato quindi dalla norma. “Del resto – prosegue il presidente della Cassa edile del capoluogo – che il provvedimento stesse andando verso nuove restrizioni era chiaro dallo scorso novembre quando lo Stato ha ridotto le aliquote dal 110 al 90%. E, già tutti noi operatori del settore – afferma – iniziavamo a percepire che si andava verso la fine della misura”.

Adesso rimane il problema dei crediti incagliati e cioè delle risorse che le imprese hanno maturato per i lavori eseguiti o da eseguire e che non sono stati monetizzati a causa del blocco del mercato della liquidità da parte degli operatori bancari. “Abi e Ance – racconta Puccio – stanno lavorando insieme per la predisposizione di soluzioni per risolvere il problema dei crediti incagliatii: per arrivare alla monetizzazione di queste somme così da potere riprendere i lavori, spesso ancora non riconducibili al Superbonus ma Bonus facciate”.

La soluzione proposta dall’Ance e dall’Abi è quella della compensazione attraverso gli F24 dei contribuenti. “L’apertura da parte del Governo in tal senso c’è stata ma prima le banche devono saturare la loro capienza fiscale. Solo dopo sarà possibile attivare le altre soluzioni. Sicuramente ci saranno altre interlocuzioni”, racconta l’imprenditore.

Poi il presidente della Cepima propone uno sguardo al futuro della misura che a suo avviso, con un tetto di spesa va consentita. “I numeri espressi dal governo stanno poco in piedi e non considerano gli effetti positivi che il superbonus ha prodotto e può ancora produrre”. “Sono effetti – afferma Giuseppe Puccio – che sono percepiti da tutti e che si traducono nel fatto che il 30 per cento dell’aumento del Pil viene dall’edilizia. Ciò significa – aggiunge – che lo Stato ha ricevuto gettito fiscale con la creazione di nuova ricchezza. Le assunzioni sono cresciute. Inoltre – continua il presidente di cassa edile – c’è il beneficio enorme del risparmio energetico e della transizione energetica. Il costo che pure lo Stato ha sopportato va quindi rapportato ai benefici che per la collettività ne discendono”.

Da qui, dunque la proposta. “Forse – afferma Giuseppe Puccio – sarebbe opportuno mettere a punto una dotazione finanziaria per comprendere quanto lo Stato è disposto a spendere per consentire di attivare i benefici della transizione ecologica attraverso il superbonus e lo sconto in fattura. È una spesa buona non tutto di questa esperienza è da buttare via”.


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