Classe 1984, ha scalato rapidamente i vertici di Cosa nostra gelese.

di ANDREA CASSISI L'accusa formulata dalla Procura di Caltanissetta è di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. All'interno i nomi.

L'ex capo della stidda, di Gela, aveva ottenuto la revoca del carcere duro dal tribunale di sorveglianza di Roma. (Nella foto il procuratore antimafia Franco Roberti)

Dove aver scoperto chi ha aperto la botola nel primo episodio, scopriamo meglio il personaggio di Laura Colombo. Intanto Calcaterra e i suoi colleghi riaprono il caso di un architetto ecologista ucciso per motivi ancora sconosciuti da una banda di Stiddari.

Arrestati i fratelli Giovanni e Gaetano Latino, 50 e 42 anni, fermati a Roma da agenti delle squadre mobili delle Questure di Ragusa e della Capitale. Assieme a loro in manette anche Marco Giordanella, 33 anni, e Innocenzo Di Giovanni, 30, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dal Gip di Catania.

I retroscena degli arresti che hanno svelato la sanguinosa faida tra mafia e stiddari. Qui, per bocca degli inquirenti, il racconto di un attentato. E di un travestimento. (Nella foto, Giovanni Salvi, procuratore di Catania).

In tre sono accusati di avere costretto il titolare di una società di Catania, nel 2007 impegnata nei lavori di costruzione del porto turistico di Ragusa e di consolidamento dell'area portuale di Scoglitti, a pagare 80.000 euro.

Gli investigatori sono riusciti ad intercettare le conversazioni degli stiddari che alle ultime elezioni comunali, nel 2010, avrebbero fatto votare in favore di un non ancora identificato esponente politico di Gela.

Catturati capi storici e gregari che disponevano di armi ed esplosivi, controllavano gli affari illeciti, pianificavano attentati e taglieggiavano commercianti e imprenditori. Il blitz è figlio di un'indagine partita nel maggio del 2010. Secondo i carabinieri il capo dell'organizzazione era Emanuele Palazzo, che controllava tutto e si rapportava con gli esponenti di Cosa nostra. Livesicilia vi propone il video delle indagini dei Carabinieri.

Catturati capi storici e gregari che disponevano di armi ed esplosivi, controllavano gli affari illeciti, pianificavano attentati e taglieggiavano commercianti e imprenditori. Il blitz è figlio di un'indagine partita nel maggio del 2010. Secondo i carabinieri il capo dell'organizzazione era Emanuele Palazzo, che controllava tutto e si rapportava con gli esponenti di Cosa nostra.

Sono accusati, a vario titolo, di aver partecipato alla "Strage di San Basilio", avvenuta a Vittoria il 2 gennaio 1999, e per questo stati arrestati oggi Orazio Buonprincipio (già recluso nel carcere di Caltanissetta), Claudio Calogero Cinardo, Alfonso Scozzari, Giuseppe Selvaggio e Salvatore Siciliano (ristretto nel carcere di Novara). Nella strage - ordinanta dai clan Piscopo ed Emmanuello di Gela - morirono cinque persone: Angelo Mirabella, Rosario Nobile e Claudio Motta affiliati al clan Dominante, e due giovani avventori del bar Rosario Salerno e Salvatore Ottone.

A quattro uomini, già precedentemente arrestati per possesso di armi usate per atti intimidatori ai fini di estorsione, è stato notificato dal Gip di catania il regime di custodia cautelare, in quanto connessi al clan denominato "stidda".

Le figlie dell'ex boss della "Stidda", Crosifisso Lauretta, abitavano e conducevano ampliamenti nel vecchio covo del padre in via Giacomo Amato (nella foto, una visuale del quartiere).

Le figlie dell'ex boss della "Stidda", Crosifisso Lauretta, abitavano e conducevano ampliamenti nel vecchio covo del padre in via Giacomo Amato (nella foto, una visuale del quartiere).