PALERMO – Riduzione del numero dei consiglieri comunali, restrizioni nei permessi legati allo status di amministratori locali, stretta sulle giunte comunali: sono questi, in sintesi, alcuni dei temi toccati dal ddl in discussione domani in Assemblea regionale e che ha già innescato un accesso scontro politico. Da una parte, Anthony Barbagallo, primo firmatario della norma “che consentirebbe – assicura il deputato Pd – di formare una nuova classe dirigente responsabile in Sicilia”. Dall’altra, una barricata trasversale di deputati convinti che la norma che equipara i numeri degli enti locali siciliani al resto del Paese sia troppo rigida, quasi ”punitiva”.
Al fianco di Barbagallo, tra gli altri, il governatore Rosario Crocetta, il primo inquilino di Sala d’Ercole, Giovanni Ardizzone, il presidente della Prima Commissione, Antonello Cracolici, il capogruppo Pd, Baldo Gucciardi. “La mia posizione è piuttosto nota – aggiunge Barbagallo -, io provengo dalle amministrazioni locali e mi sono sempre detto contrario al malvezzo che vede molti consiglieri firmare la presenza e poi andare via, senza contare i troppi casi in cui i consigli comunali vengono convocati poco prima della mezzanotte, in modo da garantire ai presenti i gettoni per due diversi giorni. Io penso che in questo caso l’autonomia della Sicilia abbia avuto effetti peggiorativi rispetto agli standard nazionali, per questo l’obiettivo del ddl è appunto quello di equiparare le cifre dei consigli comunali al resto d’Italia”.
Ma l’esito dell’Aula è quanto mai incerto. “I miei timori maggiori – sottolinea ancora Barbagallo – derivano dal fatto che su alcuni delicati passaggi della norma venga chiesto il voto segreto. Io penso che per la Sicilia sarebbe un peccato se la norma venisse affossata, perderemmo un’occasione per garantire a questa terra una classe dirigente più responsabile, che non faccia politica perché allettata dal gettone di presenza”.
Insomma, Barbagallo ne è convinto: “La qualità della risposta amministrativa dipende dalla qualità della classe dirigente, che non può lasciare spazio agli “sbrigapratiche”. In questo momento c’è gente che non conosce un solo articolo della costituzione, eppure siede nei consigli comunali delle maggiori città siciliane”
Non è dello stesso avviso il collega di partito Francesco Rinaldi, contrario invece alla norma perché “rispetto a tutte le misure che si potevano prendere per arginare lo scandalo di gettonopoli, si rischia di penalizzare la maggioranza dei consiglieri comunali e di circoscrizione, che invece intendono la politica come servizio. Se l’obiettivo è ridurre le spese, allora ci sono margini di discussione, ma qualora il fine fosse invece la riduzione di spazi politici e di democrazia, sarebbe tutta un’altra storia”.
Ma Rinaldi non è certo l’unico a pensarla così tra i democratici. A fargli eco sono i deputati confluiti da Articolo 4. “Il ddl – precisa Paolo Ruggirello – deve mettere fine ai furbetti di turno, ma non possiamo non tenere conto di chi fa politica seriamente e diventa riferimento per noi deputati. È dagli enti locali che partono le istanze dei territori, di cui spesso noi ci facciamo portavoce. E poi i numeri della legge non tornano: se il provvedimento adottasse i parametri nazionali in modo acritico, succederebbe che a Trapani dovremmo addirittura aumentare i componenti del consiglio (da 30 a 32), mentre nella vicina Marsala il numero si ridurrebbe dagli attuali 30 consiglieri a 24. Una via potrebbe invece essere quella dell’accorpamento dei piccoli Comuni al di sotto dei 3000 abitanti’, che rischiano di essere amministrate da una sola famiglia”.
Insomma, in casa Pd la partita è aperta, non a caso Gucciardi ha convocato i suoi per domani pomeriggio, prima dell’apertura dei lavori a Sala d’Ercole, proprio con l’obiettivo di trovare una difficile sintesi tra le diverse posizioni interne al gruppo.
Non hanno dubbi invece i 5 Stelle, che considerano il ddl “una grandissima occasione per rispondere con i fatti allo scandalo gettonopoli che sta travolgendo la Sicilia”. “Vedremo – dice il capogruppo Salvatore Siragusa – chi si schiererà a favore della casta per mantenere i privilegi dei consiglieri o chi a favore dei cittadini. Lo scandalo gettonopoli che il Movimento ha tirato fuori un po’ ovunque in Sicilia ha dimostrato, ove ce ne fosse stato bisogno, che le commissione consiliari erano diventate una sorta di stipendificio, senza peraltro recare in tantissimi casi nessun ritorno positivo per la collettività”.
La proposta di Forza Italia
“Taglio del 20 per cento dell’indennità degli amministratori locali e dei gettoni di presenza loro destinati. Riduzione del 10 per cento dei consiglieri dei 390 comuni della nostra Sicilia, mantenendo inalterato il numero dei componenti degli organi esecutivi. Trovare il punto d’equilibrio tra risparmio e buona amministrazione è l’obiettivo di Forza Italia, che con i propri emendamenti, in sede di dibattito all’ARS sul testo di riforma degli enti locali, cercherà in tutti i modi di evitare che la maggioranza che sostiene il governo Crocetta dia vita ad un provvedimento sbagliato”, lo ha dichiarato Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars, nel corso della conferenza stampa tenutasi stamane nella sede dell’Assemblea regionale siciliana a Catania, alla quale hanno preso parte il deputato nazionale Basilio Catanoso, l’eurodeputato Salvo Pogliese, il deputato regionale Alfio Papale. Tra gli interventi proposti dal movimento azzurro anche la riduzione dei permessi per i consiglieri comunali (da 36 ore mensili a 30), mentre rimarrebbero invariate le ore di permesso destinate ai sindaci. “I cittadini ci chiedono di riformare gli enti locali con serietà – afferma il deputato nazionale Basilio Catanoso, commissario azzurro per la provincia di Catania – e faremo quanto possibile perchè la Regione non trovi scorciatoie o non confonda le carte. Vigileremo perchè l’iter giunga a compimento e perchè le risorse risparmiate siano utilizzate responsabilmente”. “Forza Italia è determinata a cambiare la nostra Isola, e una buona riforma degli enti locali è un’occasione importante per dare inizio ad un percorso virtuoso – dichiara l’eurodeputato Salvo Pogliese -. La nostra storia regionale è piena di finte riforme o di riforme sbagliate, o solo annunciate. Non consentiremo a Crocetta e alla sua maggioranza di giocare sulla pelle dei siciliani”. “Con la nostra opposizione di proposta, con i nostri emendamenti al testo del governo, daremo esempio al Pd, a Crocetta, di come gli enti locali possano funzionare bene e costare meno”, conclude Alfio Papale.