Tangenti al Comune di Aci Catena |Intercettazioni incastrano Maesano - Live Sicilia

Tangenti al Comune di Aci Catena |Intercettazioni incastrano Maesano

Fermato il sindaco, un consigliere comunale e un imprenditore. I nomi e le accuse. IN AGGIORNAMENTO

Da sx Carmelo Zuccaro, procuratore di Catania e Renato Panvino, capocentro della DiaACI CATENA – “Vediamoci in campagna, vestiti leggero, mi raccomando, mi hai capito?”. Le cimici della Direzione investigativa Antimafia hanno incastrato Ascenzio Maesano, sindaco di Aci Catena, fermato, con l’accusa di corruzione, insieme a Orazio Barbagallo, presidente della Commissione bilancio e Giovanni Cerami, direttore generale della Halley Consulting Spa.

Nel mirino della Direzione Investigativa Antimafia guidata da Renato Panvino è finito l’appalto del progetto Home Care finanziato dall’Unione Europea per un importo di 252mila euro affidato alla Halley consulting.

Gli inquirenti hanno documentato che Giovanni Cerami ha consegnato a Orazio Barbagallo una tangente di 15mila euro, quest’ultimo l’avrebbe divisa con il sindaco. Si tratterebbe dell'”ennesimo pagamento effettuato da Cerami ai pubblici funzionari, che erano soliti ripartire a metà gli illeciti profitti”.

Il 4 giugno Maesano e Barbagallo si sentono telefonicamente utilizzando un linguaggio criptico. Parlano di fare colazione insieme, di “andare in campagna” e lì si spartivano l’ennesima tangente.

Un’operazione nata dalla stretta collaborazione tra la Procura etnea guidata da Carmelo Zuccaro e la Dia di Renato Panvino.

“Vi è stata consapevolezza – spiega il Procuratore Capo Carmelo Zuccaro – dell’attenzione che gli investigatori avevano nei loro confronti, vi era una fibrillazione. C’era anche il rischio di una vera e propria fuga di notizie, cioè che gli indagati sapessero di essere sott’indagine”.

Il procuratore Capo ha sottolineato l’altissimo livello investigativo raggiunto dalla Dia di Catania che ha lavorato, in un terreno complesso com’è quello che riguarda le indagini sui colletti bianchi, al fianco dei pubblici ministeri Barbara Tiziana Laudani, Michelangelo Patanè, già procuratore reggente, Antonella Barrera e Pasquale Pacifico.

Il pubblico ministero Pasquale Pacifico ha puntato l’attenzione sull’importanza delle indagini sui colletti bianchi, Antonella Barrera, sostituto procuratore, ha spiegato alcuni retroscena dell’indagine, fatta dell’analisi scrupolosa dei documenti dell’appalto.

Barbara Tiziana Laudani ha spiegato che l’appalto, finanziato dall’Unione europea,  è stato rinnovato più volte.

Candidato con Grande Sud, nel 2012 Maesano è stato eletto sindaco di Aci Catena. Da una vita in politica col centrodestra, nel 2008 Maesano si è candidato con il Pdl e ha ottenuto 8.793 preferenze. Questo risultato, secondo il pentito D’Aquino, sarebbe stato favorito dal sostegno di ambienti malavitosi, accusa che Maesano ha respinto.

D’Aquino parla nel 2012 nel processo Lombardo:  “Il boss Fichera aveva dato l’incarico di sostenere l’azzurro Maesano ai fratelli Arena, appartenenti alla famiglia che fa riferimento all’ex latitante Giovanni Arena”. A Misterbianco, provincia di Catania, sarebbe stato coinvolto il gruppo di Mario Nicotra. Il clan chiamava -secondo D’Aquino- Ascenzio Maesano in codice: “Ascio lo chiamavamo, organizzavamo i pullman per portare la gente a votare e se vedevamo la digos scappavamo”.

Maesano aveva replicato annunciando querele nei confronti del pentito: “Apprendo dagli organi di stampa che un tale D’Acquino, collaboratore di giustizia, afferma de relato il mio presunto coinvolgimento in una compravendita di voti per le elezioni regionali del 2008. Preciso di non avere mai ricevuto alcune comunicazione dall’autorità giudiziaria in merito. Ho piena fiducia nel lavoro della magistratura, rispetto alla quale sono a disposizione per qualsiasi chiarimento. Non ho mai avuto alcuna contiguità con ambienti malavitosi”.

Nella mattinata odierna, in esecuzione di provvedimenti emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, a conclusione di complessa ed articolata attività d’indagine, personale della Direzione Investigativa Antimafia ha proceduto al fermo di tre soggetti ritenuti responsabili del delitto continuato di  “corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio”.

I tre fermati si identificano in:

  1. MAESANO Ascenzio Maria Catena, nato ad Aci Catena il 24.10.1959, ivi residente in via F. Strano nr. 52. Attualmente Sindaco del Comune di Aci Catena, incarico ricoperto 2012 ed in precedenza per due mandati nel periodo compreso tra il 1999 e il 2008; 
  2. BARBAGALLO Orazio, nato ad Aci Catena l’11.02.1949, ivi residente in via Galileo Galilei nr. 21.   Attualmente consigliere Comunale di Aci Catena, Presidente della 1^ Commissione Consiliare Bilancio e Finanze. Già funzionario del comune di Aci Catena – Dirigente Area Economica Finanziaria fino all’anno 2010;
  3. CERAMI Giovanni, nato a Catania il 18.9.1947, residente ad Aci Catena in via Dei Ciclopi nr. 54, di fatto domiciliato in Mascalucia via Etnea nr. 409. Imprenditore, dal 2004 Direttore Generale della HALLEY CONSULTING S.p.A., in precedenza, dal 03.09.2001 al 25.02.2003 amministratore unico della S.r.l. HALLEY (oggi ETNO DATA INFORMATICA E SERVIZI S.r.l.).

IL COMUNICATO STAMPA DELLA PROCURA. “Gli episodi di corruttela hanno riguardato il rinnovo del contratto di  fornitura, in favore del Comune di Aci Catena (CT), del servizio di assistenza e manutenzione dei sistemi software ed hardware e l’aggiudicazione del progetto esecutivo denominato “Home Care” finanziato dall’Unione Europea per l’importo di euro 252.000,00 alla società  HALLEY CONSULTING S.p.A.. A seguito dell’emissione di tali atti illegittimi,  è stata consegnata da CERAMI Giovanni a BARBAGALLO Orazio una somma di 15.000 euro a titolo di tangente, che quest’ultimo ha provveduto a ripartire in parti uguali, poco dopo averla ricevuta, con il Sindaco MAESANO Ascenzio.  Tale somma costituiva l’ennesimo pagamento effettuato dal CERAMI in favore dei predetti pubblici funzionari, che erano soliti ripartire a metà gli illeciti profitti.

Da tempo gli uomini della D.I.A. avevano rivolto l’attenzione investigativa nei confronti del primo cittadino e dei suoi collaboratori più stretti che lo coadiuvavano nella gestione amministrativa dell’ente che questi rappresentava, analizzando una serie di contratti stipulati dallo stesso.

La mattina del 04 giugno MAESANO e BARBAGALLO si sentivano telefonicamente concordando di vedersi di lì a poco, utilizzando un linguaggio criptico. Il tenore della conversazione permetteva  agli investigatori della D.I.A. di comprendere la natura illecita dell’incontro; difatti, trascorso un breve lasso di tempo dalla telefonata, i due si incontravano e, dopo aver adottato ogni precauzione al fine di non essere intercettati o filmati, si recavano in area di campagna lontano da “occhi indiscreti” e lì procedevano alla ripartizione della tangente dell’ammontare di 15.000 euro. Nonostante le cautele adottate dai due pubblici amministratori, questi venivano intercettati in modo inequivoco e cristallino, tanto da consentire agli investigatori di risalire alla dinamica dei fatti delittuosi commessi.

L’indagine ha offerto ulteriori elementi di interesse investigativo tutt’ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria.

Con riferimento alla figura del primo cittadino, va rappresentato come questi abbia ricoperto per lungo tempo incarichi nell’ambito della Pubblica Amministrazione; difatti MAESANO Ascenzio è stato:

 

  • eletto Sindaco del Comune di Aci Catena (CT) in data 06.05.2012 e nominato tale il 23.05.2012, con il Popolo delle Libertà;
  • dal 01.06.2008 al 22.05.2012, Assessore Politica Finanziaria della Provincia di Catania, con il Popolo delle Libertà;
  • dal 13.06.2004 al 01.04.2008, Sindaco del Comune di Aci Catena (CT), con Liste Civiche ascritte al Centro Destra;
  • dal 1999 al 2004, Sindaco del Comune di Aci Catena (CT);
  • dal 1994 al 1999, Presidente del Consiglio Comunale di Aci Catena (CT);
  • dal 1990 al 1993, Consigliere del Consiglio Comunale di Aci Catena (CT).

I tre fermati, dopo le formalità di rito, sono stati associati presso la casa circondariale di Piazza Lanza  a disposizione dell’Autorità Giudiziaria catanese”.


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