Tanti “sì” al Ponte sullo Stretto | Ma Micciché: “Non si farà mai” - Live Sicilia

Tanti “sì” al Ponte sullo Stretto | Ma Micciché: “Non si farà mai”

Falcone: "Finalmente lo hanno capito anche a sinistra". Il Pd apre. I no di Cancelleri e Fava

“Sì, lo voglio”. Adesso sono in tanti a dirlo. Anche tra i partiti che una volta erano per il “no, non se ne parla”. In tanti, oggi in Sicilia, vogliono il Ponte sullo Stretto. Compreso il Partito democratico. Mentre a sorpresa, ecco la “bocciatura” del leader di Forza Italia Gianfranco Micciché: “Non si farà mai”. Una idea condivisa col viceministro grillino Giancarlo Cancelleri, ma non col “proprio” assessore in giunta Marco Falcone che brinda: “Finalmente lo hanno capito anche a sinistra”.

Renzi e Italia Viva

La scintilla per tornare a parlare di Ponte, come avviene periodicamente da molti anni ormai, è stata l’anticipazione di un passaggio dell’ultimo libro di Matteo Renzi, “La mossa del cavallo”, in uscita il 4 giugno. L’ex premier ha considerato il Ponte più importante persino del reddito d’emergenza, per combattere la povertà nell’Isola. E ovviamente, in sintonia col leader si sono subito espressi i siciliani Davide Faraone e Luca Sammartino. Quest’ultimo ha anche lanciato un appello al governo Musumeci: “Se si batterà per il Ponte, noi saremo con lui”.

Musumeci e Falcone: “Dalle parole ai fatti”

Cosa ne pensa il governo Musumeci allora? Il governatore ieri è stato molto chiaro: si passi dalle parole ai fattiLa pensa allo stesso modo l’assessore alle Infrastrutture e trasporti Marco Falcone: “Ci fa piacere – dichiara a LiveSicilia – leggere della presa di coscienza, da parte di autorevoli esponenti del centrosinistra nazionale, sulla necessità di costruire il Ponte sullo Stretto. Del resto, la scelta del governo Musumeci e di Forza Italia di rivolgersi all’opinione pubblica e rilanciare proprio in questo momento storico il dibattito su questo grande progetto non era casuale. Si esce da questa crisi con una visione chiara e lungimirante sugli investimenti pubblici che l’Italia e l’Europa metteranno in campo. In questo senso, – aggiunge Falcone – il Ponte sullo Stretto sarebbe un’opera che darebbe corpo a una svolta infrastrutturale senza precedenti per l’Italia, dall’Unità ad oggi. Rimetteremmo in moto l’occupazione, ricucendo la Sicilia al resto del Paese e rendendolo uno snodo nevralgico per i commerci, gli scambi e il turismo. La sinistra che è al governo nazionale sia coerente con le sue enunciazioni e inserisca il Ponte fra i progetti strategici in una prospettiva internazionale di respiro internazionale”.

Micciché: “Non si farà mai”

Falcone fa esplicitamente riferimento a Forza Italia. Ma molto meno ottimista appare il leader del suo partito. Gianfranco Micciché, oggi alla guida di Forza Italia – partito col quale per tanti anni è stata identificata la ‘voglia di Ponte – spegne gli entusiasmi: “Sono tra quelli convinti – dice – che il Ponte non si farà mai. È un sogno e credo che tale rimarrà. Ho la sensazione che in troppi si riempiono la bocca con la parola Ponte invece di parlare di tutte quelle cose che si potrebbero risolvere. Come possiamo credere al Ponte – aggiunge Micciché – se oggi l’Anas si rifiuta persino di fare le strade normali che sarebbero di sua competenza. Purtroppo oggi in Sicilia non si riescono a fare le cose semplici figuriamoci quelle complicatissime”.

Gli autonomisti e il movimento di Musumeci

Intanto, dagli altri alleati del governo siciliano arrivano ulteriori approvazioni. “E’ il momento giusto per rilanciare la costruzione del Ponte sullo Stretto, sfruttando appieno i fondi europei e facendo gioco di squadra con la Calabria”, affermano ad esempio i deputati “Autonomisti” all’Ars, Giuseppe Compagnone, Roberto Di Mauro e Carmelo Pullara.  D’accordo è Alessandro Aricò che all’Ars è il capogruppo di Diventerà Bellissima, il movimento del governatore: “Apprendo con piacere – dice – che dal governo nazionale si scopre solo adesso l’importanza del Ponte sullo Stretto. Peccato che nel 2013 proprio i deputati del Pd e del M5S all’Ars abbiano riaffermato la loro contrarietà. Eppure si tratta di un’opera fondamentale per il trasporto di merci e persone, perché garantirebbe un abbattimento dei costi e tempi di percorrenza molto più veloci. L’arrivo fino a Reggio Calabria dei treni Frecciarossa e Italo, annunciato nei giorni scorsi, rende ancora più indispensabile e strategico il Ponte per dare continuità alla linea ferroviaria tra Sicilia e resto d’Italia. La nostra regione avrebbe finalmente il ruolo che le compete per storia e posizione geografica: quello di centro nevralgico del Mediterraneo, crocevia di popoli e dei commerci”.

Il sì del Pd siciliano

Intanto, il governo Musumeci lancia la palla dall’altra parte del campo. Verso la “sinistra oggi al governo nazionale”. Che però sul tema appare divisa. Su Italia Viva si è detto: l’idea del Ponte è buona e giusta. Ma anche dal Pd, oggi, arrivano importanti aperture. Le prime, nei giorni scorsi, del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. Oggi ecco anche i Dem siciliani schierarsi apertamente per il Ponte o comunque non chiudere all’ipotesi. “Quella del ponte sullo Stretto – dice il neo segretario del Pd siciliano, Anthony Barbagallo – è una sfida ambiziosa ma necessaria per ricucire l’Italia da Nord a Sud inserendo anche la nostra regione nel piano di sviluppo dell’Alta velocità. Un’opera dall’enorme valore strategico che però deve essere accompagnata da un ammodernamento delle infrastrutture e delle reti ferroviarie e stradali che impedisca di trasferire al di qua dello Stretto i rallentamenti che fino ad oggi abbiamo attribuito alla sua mancata realizzazione. La direzione indicata dal governo nazionale  per un grande rilancio del Sud a partire dal turismo e dalle infrastrutture – conclude – è la strada giusta. Non possiamo perdere questa occasione”. E anche il capogruppo del Pd all’Ars Giuseppe Lupo apre all’idea, seppur con qualche cautela in più: “La priorità – dichiara -è attrarre imprese e turisti in Sicilia, ottenendo da Bruxelles e da Roma fiscalità di vantaggio e alta velocità. Vanno valutate le alternative al Ponte che non è un dogma ne un tabù”. Nè un dogma né un tabù. Come del resto hanno messo nero su bianco in un documento i deputati nazionali e regionali siciliani del Pd e i sindaci Dem dell’Isola e non a caso intitolato “Appello per ricucire l’Italia”.

Il no di Cancelleri e Fava

Ma c’è ancora chi dice no. È il caso del presidente dell’Antimafia ed esponente della Sinistra – oggi al governo nazionale – Claudio Fava: “Il ponte sullo Stretto per Musumeci – ironizza – è come il festival di Sanremo per gli italiani: un appuntamento fisso. E poco importa che la proposta sia stata definitivamente bocciata sul piano della sostenibilità economica, ambientale e logistica. Annunci sempre uguali, eccitanti come una partita a tombola, utili alla Sicilia come le collezioni di francobolli. Ma gli assessori di Musumeci – conclude Fava – si divertono così…”. E se Italia Viva e Pd sembrano favorevoli all’idea, dal governo nazionale arriva la frenata di Giancarlo Cancelleri, viceministro alle Infrastrutture: “Oggi, – spiega – tornare a parlare di ponte sullo Stretto di Messina, con decine di milioni di euro già stanziati per opere infrastrutturali immediatamente cantierabili, ma impantanati nei meandri della burocrazia, rischia di diventare l’ennesima burla per il meridione e per l’Italia intera”. O addirittura una utopia, o una presa in giro. Ma in tanti sono pronti a dire: “Sì, il Ponte lo voglio”.


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