PALERMO – Sarebbe stato lui ad esplodere nove colpi di pistola calibro 9. Secondo gli investigatori, aveva intenzione di uccidere. Da alcune ore Davide Gargano, 31 anni, di Villabate, è in stato di fermo con l’accusa di tentato omicidio. Nell’attesa che il giudice per le indagini preliminari si esprima sulla convalida è stato rinchiuso nel carcere Ucciardone.
Lunedì della settimana scorsa, intorno alle 21, qualcuno ha fatto fuoco con una pistola in via Trieste, a Villabate. Una raffica di proiettili ha danneggiato il portone di ingresso di una palazzina all’angolo con via Giulio Cesare. Un testimone ha raccontato di avere visto un uomo fuggire e cercare riparo dentro l’edificio. È a quel punto che sono stati esplosi i colpi di pistola. Gli inquirenti sono risaliti a Gargano che ieri, prima ancora del fermo, si è presentato in Procura per essere sentito dal pubblico ministero, davanti al quale ha respinto le accuse. Non c’era lui in via Trieste.
Il difensore dell’indagato, l’avvocato Tommaso De Lisi, si limita a dire di non conoscere ancora gli atti dell’inchiesta, ma annuncia sin d’ora che non esiste alcun pericolo di fuga: il suo cliente si è presentato in Procura dopo avere ricevuto una prima visita degli investigatori a casa. Non è ancora chiaro cosa ci sia alla base della lite che avrebbe scatenato la reazione di Gargano. Motivi personali, si limitano a dire.