PALERMO – La costruzione dei due termovalorizzatori previsti in Sicilia passerà attraverso gare pubbliche.
Termovalorizzatori, le gare pubbliche
Secondo quanto si apprende, l’emendamento al Dl Omnibus che allinea i poteri del commissario siciliano per la gestione sul territorio di rifiuti e acqua a quelli del sindaco di Roma, pur prevedendo la possibilità di superare il ricorso a gare, non incide sulla normativa europea che non consente di evitare le procedure ad evidenza pubblica per appalti che superano una certa soglia.
I termovalorizzatori siciliani in via di realizzazione, il cui costo è stimato nel complesso a 800 milioni di euro, è sopra questa soglia.
Sul piano rifiuti è intervenuto anche il deputato ScN Pippo Lombardo: “Il Piano in questione dovrebbe garantire non solo il completamento del ciclo di gestione dei rifiuti in Sicilia, ma anche la riduzione dei costi attualmente sostenuti dai comuni, soprattutto quelli della Sicilia orientale, a causa dell’esportazione dei rifiuti all’estero per lo smaltimento – ha affermato -. Purtroppo, l’assenza del presidente della Cts ha lasciato senza risposta molte questioni cruciali, in particolare riguardo alla procedura che consentirebbe a un soggetto privato, Si Energy, di costruire un termovalorizzatore, nell’area industriale di Catania, per alimentare un’acciaieria utilizzando i rifiuti siciliani, senza che siano chiari i costi a carico dei cittadini e il vantaggio per il privato”.
“Prima di esprimere un parere sul Piano, è fondamentale chiarire se la procedura attualmente in corso, che riguarda il progetto di Si Energy, proseguirà, dato il parere favorevole della CTS, che sembra però entrare in conflitto con il Piano Schifani – ha aggiunto -. Quest’ultimo, infatti, prevede un investimento pubblico di 800 milioni di euro (400 per ciascun impianto) provenienti dal FSC, e non fondi privati”.