PALERMO – Il governo regionale chiede a Roma di accelerare sulle procedure per i termovalorizzatori in Sicilia, ma intanto taglia i fondi Fesr destinati agli impianti di trattamento e al compostaggio. L’assessore regionale ai Rifiuti, Roberto Di Mauro, nel corso dell’audizione in commissione Affari Ue all’Ars, ha reso noto di avere chiesto a Roma una velocizzazione dell’iter per la realizzazione dei termovalorizzatori. Nel frattempo, però, la proposta di riprogrammazione dei fondi Fesr Sicilia 2014/2020, elaborata dal dipartimento della Programmazione di concerto con tutti gli uffici regionali interessati, prevede pesanti sforbiciate alle somme destinate all’asse 6 relativo alla tutela dell’ambiente: il 25% dalla dotazione attuale di oltre 450 milioni. L’esponente del governo Schifani, però, precisa: “Sono due questioni separate. Abbiamo adottato in giunta una delibera che serve a determinare una programmazione per evitare che risorse non spese ritornino in Europa. L’assessorato ha fatto il possibile per spendere: abbiamo fatto 36 impianti di compostaggio. A fine dicembre faremo il punto della situazione tenendo conto che questo governo si è insediato il 6 novembre e ha trovato una realtà abbastanza complessa”.
La rimodulazione dei Fondi Fesr
Una rimodulazione riguarda anche l’azione relativa alle dotazioni degli impianti per il trattamento e il recupero dei rifiuti urbani. “La dotazione – si legge nel documento esplicativo a supporto della riprogrammazione del Po Fesr Sicilia 2014/2020 – si riduce del 98%, praticamente azzerandosi, passando da una dotazione di 34.809.118 a 700.000 euro”. Un intervento subordinato all’approvazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti avvenuta nel 2021, dunque in un periodo successivo e non antecedente. Una decurtazione di non poco conto riguarda l’obiettivo strategico 6.1, rivolto all’ottimizzazione della gestione dei rifiuti urbani: si passa da una somma che supera i 74 milioni di euro a 16 milioni e mezzo.
La sforbiciata alla promozione del compostaggio
Uno dei punti salienti riguarda la promozione e la diffusione di pratiche di compostaggio domestico e di comunità̀, la cui dotazione viene ridotta del 68% passando da una somma iniziale di oltre 18 milioni di euro a una dotazione finale di poco meno di sei milioni. Stessa sorte per l’azione 6.1.2 destinata a “realizzare i migliori sistemi di raccolta differenziata e un’adeguata rete di centri di raccolta”, ridotta del 53%: si passa da 21.472.214 di euro ad una dotazione di 10.081.952 di euro. La causa della rimodulazione “è dovuta a ritardi attuativi nella realizzazione degli interventi infrastrutturali”.
Le proteste del M5s
Il combinato disposto della riprogrammazione e dell’intenzione da parte del governo di spingere sulla realizzazione degli inceneritori crea forti perplessità in casa M5s. “Le parole di Di Mauro ci lasciano basiti, non saranno certo gli uffici romani a tirare fuori dal cilindro i termovalorizzatori – sottolinea Cristina Ciminnisi -. Di Mauro ricorderà bene che, per quanto il presidente Schifani avesse invocato poteri speciali, il governo Meloni non ha concesso nessuna ordinanza: dunque la competenza resta in capo alla Regione. Piuttosto – aggiunge – i documenti depositati in commissione certificano lo scarso utilizzo delle risorse europee a realizzare gli impianti necessari alla chiusura del ciclo dei rifiuti, insieme ad un piano regionale che fa acqua da tutte le parti. Il governo è incapace e si trincera sui termovalorizzatori come se fossero l’unica strada percorribile”. Duro anche il leader regionale pentastellato Nuccio Di Paola: “Se la capacità di programmazione impiantistica della Regione si misura con i risultati ottenuti con l’impiego dei fondi europei, allora dei termovalorizzatori (che tra l’altro non possono neanche essere finanziati con queste misure) non vedremo mai neppure l’ombra”. E aggiunge. “L’assessore pensi piuttosto a riscrivere il piano regionale dei rifiuti, solo allora si potrà discutere di termovalorizzatori”.
Le rassicurazioni di Di Mauro
Di Mauro poi ricorda: “Il ragionamento sui fondi Fesr non c’entra con i termovalorizzatori perché a Roma non abbiamo chiesto finanziamenti. A Roma abbiamo ragionato con il ministro per ottenere procedure accelerate e stiamo aspettando il decreto legge. Io ho conferito l’incarico per il piano dei rifiuti che entro 60 giorni verrà consegnato. Si può pensare che in un anno si fa un progetto, un appalto e si conclude il lavoro? Il tema vero è che l’ultima data per lo Stato di avanzamento lavori è il 31 dicembre 2023 e serve un progetto, una gara e un lavoro fatto. Noi abbiamo impianti i cui lavori si devono concludere entro il 31 dicembre 2023 per quanto riguarda i Fers stiamo facendo in modo di non disperdere le risorse”.