"Terrà", esterni di lusso | Un pezzo? Anche mille euro - Live Sicilia

“Terrà”, esterni di lusso | Un pezzo? Anche mille euro

La rivista dell'assessorato all'Agricoltura
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Il presidente Raffaele Lombardo cavalca in camicia di flanella e mostra i suoi cani cirnechi della  casa di campagna a Ramacca (nella foto) e ammonisce: “I politici non si domano col tempo. Sono scatenati perché la loro vita è collegata ai partiti nazionali e ai padroni da cui dipendono”. L’intervista al governatore è uno dei “pezzi forti” del nuovo numero di “Terrà”, magazine dell’assessorato alle risorse agricole, dipartimento interventi strutturali. Insomma, della Regione, che torna a fare l’editore.

Editore “sui generis”, ovviamente. Perché, pur contando sulla presenza “nel libro paga” di ben ventuno addetti stampa, per il primo numero della rivista la Regione deve far ricorso a 41 collaboratori “esterni”. Alcuni dei quali, certamente “di nome”, come il cantautore Claudio Baglioni, lo scrittore Andrea Camilleri, il giornalista Pietrangelo Buttafuoco.
Le retribuzioni “extra” per questi interventi? Le cifre  ufficiali diramate dal dirigente generale Salvatore Barbagallo parlano di  “250 euro per servizio”, oltre a qualche eccezione: mille euro ad articolo per Bruno Pizzul, Camilla Baresani e Carlo Petrini.
E i giornalisti dell’ufficio stampa? Uno di loro, Stefania Sgarlata, è il direttore responsabile della rivista. “Ma non riceve nemmeno un euro in più rispetto al suo ‘stipendio’”, precisa Barbagallo. Mentre altri due, Laura Compagnino e Ivana Di Nuovo hanno accolto la richiesta del capo ufficio stampa Piero Messina per ricoprire il ruolo di “collaboratori di redazione”. Mentre Enzo Fricano è il segretario di redazione. Anche loro, senza retribuzione “extra”. Dagli altri, invece, pare sia giunto il silenzio.

Ma tutti i giornalisti dell’ufficio stampa della presidenza – ha dichiarato Barbagallo – sono stati coinvolti in prima persona nella creazione di questo primo numero”. Sarà. Il caso vuole, però, che di servizi firmati dai 21 addetti alla comunicazione, non ce ne sia nemmeno uno. Al punto da dover chiamare 41 “esterni” per riempire un’ottantina di pagine effettive (tolte quelle pubblicitarie, quasi tutte “istituzionali”).
La scelta della copertina è caduta sulla splendida Maria Grazia Cucinotta, protagonista di un servizio esclusivo, all’indomani del suo debutto da regista alla Mostra del cinema di Venezia. Insomma, un chiaro riferimento all’agricoltura, vero filo conduttore del giornale. Che non viene perso lungo le pagine della rivista, dalla “sicilitudine” di Andrea Camilleri, all’intervista ad Antonio Ingroia su “cosa resta di Cosa nostra”, passando per gli abissi dove il sub Maiorca evidentemente si dedica alle coltivazioni e giungendo all’uso dei rimedi estetici “anti età” di un agricoltore (pardòn, di un chirurgo) catanese. E ancora, la Sicilia che “investe” sul cinema, Baglioni “e il suo piccolo grande amore” di Lampedusa, la black music (fosse almeno folk, manco quella…) di Mario Biondi, i consigli di “Madame Lucia Iraci” per “sentirsi belle”.
E dire che i soldi per finanziare Terrà provengono dal… Piano di sviluppo rurale. Soldi che arrivano dall’Europa, insomma, e indirizzati agli investimenti e agli interventi per l’Agricoltura.
Terrà è in edicola dal 17 ottobre, allegato al Sole 24Ore (verranno distribuite circa ventimila copie) e muta innanzitutto nella “forma”: più generosa (23×29 cm), per una foliazione di 100 pagine. Insomma, la rivista, nata nel 2005, non è più una “house organ” che si rivolge solo a istituzioni,  dipendenti della Regione,  associazioni di categoria. Oggi, come detto, spazia dal cinema alla musica, per vestire gli abiti di un vero e proprio “magazine”, come rivendicato nell’editoriale d’apertura dal direttore Stefania Sgarlata.

Ma quanto costa alla Regione questo giornale? A detta del dirigente generale Barbagallo, il passaggio dal “vecchio” al “nuovo Terrà”, ha comportato persino un sensibile risparmio. “Per i primi sei numeri – ha detto – i costi complessivi superano di poco i 250 mila euro. Una cifra – aggiunge Barbagallo – che rappresenta la metà di quanto speso con la precedente versione del giornale. E oggi ci rivolgiamo a un target assai più ampio”.
Per la precisione, secondo i dati forniti dall’assessorato, la spesa per i primi sei numeri di Terrà sarà di 269 mila euro. Di questi, 50 mila sono rivolti alle collaborazioni esterne “a borderò” (secondo le tariffe dell’ordine dei giornalisti), altri sessanta mila euro serviranno invece per le attività di “supporto grafica, editing, assistenza tecnica, relazioni esterne e ricerca iconografica”. Per queste attività, gli stipendi degli “esterni” della Regione oscillano tra gli 800 e i 1500 euro a numero. Inoltre, trenta mila euro andranno per la voce “distribuzione e pubblicità”. Serviranno per pagare dodici avvisi stampa sul dorso “Sud” del Sole 24 ore, oltre all’uscita in abbinamento di diecimila copie col giornale economico. Infine, 129 mila euro andranno per la stampa dei sei numeri (venti mila copie in tutto). Andranno alla ditta che ha vinto la gara pubblica, le “Officine Pezzino”.

“Rispetto al passato – ha spiegato Barbagallo – abbiamo di molto ridotto le spese. La direttrice Stefania Sgarlata, ad esempio, non riceve un euro in più rispetto al suo stipendio da addetto stampa. Il vecchio direttore, invece, era pagato con un contratto di collaborazione”.
Per quanto riguarda gli “esterni”: “Si tratta di personale – ha precisato il dirigente Barbagallo – che non era presente all’interno della Regione. Io stesso ho emanato un atto di interpello per reperirlo all’interno della pubblica amministrazione, ma alla fine abbiamo dovuto rivolgerci fuori”. Già. Mica bastano ventuno giornalisti…

La polemica sul magazine Terrà, per la verità, ha previsto altre puntate. Dopo un articolo pubblicato su Repubblica, a firma di Gery Palazzotto, una risposta giunge dal quotidiano online Siciliainformazioni, con un articolo dal titolo: “La guerra a Lombardo coinvolge i giornalisti. La fatwa di Repubblica sulla rivista Terrà, appena arrivata in edicola”. Da lì, la replica di Palazzotto sul suo blog, con un pezzo titolato: “Il killer comunicazionale (cioè io)”.

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Commenti

    250.000 euro buttati al vento.
    Avrei di gran lunga preferito che fossero serviti a salvare dal fallimento qualche azienda agricola, magari anche del catanese, magari anche “vicina” al presidente.
    Almeno si sarebbe evitato che diversi padri di famiglia finissero in mezzo ad una strada.
    E non mi si dica che il mio è “benaltrismo”….

    Siamo alle solite…. Si parla bene e si razzola male… Lombardo c’è abituato da sempre….Vorrei vedere se certe cose dovesse farle con i suoi soldi personali……

    …e i regionali, quelli che non hanno un nome, un padrino, un dante causa fanno lodevoli progetti per il Piano di Sviluppo Rurale che l’Assessore alle risorse agricole ed alimentari mette nel cassetto nella migliore delle ipotesi!
    Quando ci svegliamo è veramente tardi! Faccendieri di bassa lega!

    lui se la canta e lui se la suona….. con i soldi nostri.
    Solo che il PD (quello nazionale colpa pd regionale siciliano) incomincia ad avere problemi di concimazione organica: in altre parole stanno venendo i vermi.
    A chi imputare questa continua emorraggia di voti?

    Andassero a zappare…….
    Saluti

    Arraffaele, qualche consulente per far funzionare l’ascensore del sovrappasso di via Nina Siciliana, è possibile averlo prestato?

    L’unica cosa che mi dispiace è che questi articoli fino a qualche anno fà non si facevano.
    Qualche anno fà fare questo giornale costava più del doppio! Adesso che si è cercato di ridurre i costi arriva la critica.
    Perchè non andate a spulciare le carte e a vedere cosa succedeva in assessorato ai tempi di La Via???

    Sono un giornalista pubblicista da più di vent’anni e lavoro alla Regione da altrettanti anni. Tanto per essere chiari e precisi vi informo che all’interno della Regione esistono, oltre ai 21 caporedattori,ci sarebbero ma non vengono nenanche considerati circa una cinquantina di giornalisti-pubblicisti, i quali potrebbero potrebbero svolgere questo ruolo in maniera gratuita all’interno dell’amministrazione, considearato che oltre a terra ci sono tante altre riviste e cose da pubblicizzare. Addirittura qualche tempo fa si era pensato di proporre questo personale per istituire un’Ufficio stampa per ogni Assessorato e questo senza costi…..Ma evidentemente la cosa non poteva essere accettata: l’ordine avaveva le sue buone ragioni da difendere e la politica i suoi belli sperperi da distribuire. Allora si proprose di integrare gli interni con degli esterni…ma neanche questa ipotesi andò a genio….Oggi si spendono milioni di euro e tutti siamo più tranquilli ed io il pubblicista me lo faccio a gratis dove mi pare….

    lombardo, un signore.

    A PARTE LA NUTRITA SCHIERA DEI GIORNALISTI INTERNI- DA FARE INVIDIA A QUALSIASI REDAZIONE- PAGATI CON SOLDI PUBBLICI,SEMPRE A SPESE NOSTRE ,IL MAGNIFICO RAFFAELE SI FA IMMORTALARE A CAVALLO E CHIAMA A REDIGERE I PEZZI PROFESSIONISTI ESTERNI.MI PARE CHE LA REGIONE FINANZI ANCHE L’ISTITUTO SUPERIORE DI GIORNALIMO,DOVE COME PRESIDENTE ,IL MAGNIFICO,HA MESSO UNO DELL’MPA……. COME MAI NESSUNO DEI MEDIA PARLA DI QUESTO ISTITUTO….DELLA FUNZIONE E DEI TITOLI CHE RILASCIA…

    con i soldi del piano dello svulppo rurale?

    chissà che ne penserà Bruxelles … visto che un po’ di soldi agricoli vengono da lassù…

    si sta ripulendo x la campagna elettorale… ma sr uno ha la rogna

    Certo perchè adesso gli articoli li scrive gente che non è giornalista. In Sicilia funziona così: nessuno esercita la propria professione.

    @paolo: Caro Paolo, per essere chiari. Sarai pure pubblicista e non costeresti niente alla Regione se ti prendesse come giornalista. Ma sai meglio di me che dopo un secondo faresti vertenza – grazie alla 150/2000 – per avere riconosciute mansioni e indennità ed avere applicato il contratto giornalistico. E puff… eccolo qua il costo. Esempio: Il capo ufficio stampa dell’Ersu. Sindacalista. Dipendente regionale (chiedete a lui con quale qualifica entrò in Regione). Mi dicono “comandato” illo tempore all’Ersu. Pubblicista. Poi chiede l’applicazione della 150/2000 ed eccolo capo ufficio stampa e, mutando il suo status, diventa giornalista professionista. E’ sindacalista dei dipendenti regionali ma anche iscritto al sindacato dei giornalisti. Si poteva fare o no? E se il comando fosse revocato il “costo” (la differenza tra quanto percepiva prima di diventare giornalista professionista e ora) di questo signore su chi graverebbe?!?

    Sabella avrebbe potuto fare lo sforzo di sfogliarla la rivista… si sarebbe accorto che ci sono anche articoli scritti e firmati da giornalisti dell’ufficio, mentre lui scrive ironicamente “…Sarà. Il caso vuole, però, che di servizi firmati dai 21 addetti alla comunicazione, non ce ne sia nemmeno uno”.
    Peccato per lui sia falso…

    per Romano
    …certo provare a difendere l’indifendibile…

    a pippo
    – essere vincitori di concorso pubblico e non di chiamata diretta, questo prevedono le leggi per entrare nella P.A.
    – utilizzare preliminarmente il personale interno, questo prevede la 150/2000 per la P.A.
    – stabilizzare il personale che alla data di entrata in vigore svolgeva la funzione giornalistica, questo prevedeva sempre la 150/2000 (guarda cosa è stato fatto in tutta Italia, dove sono intervenuti i magistrati quando le amministrazioni hanno fatto orecchi da mercante)
    – essere iscritti alla FNSI per i giornalisti dovrebbe essere normale a tutela dell’indipendenza della categoria e della difesa della libertà nell’esercizio della professione
    – sono fra i cittadini grati al sindacalista che citi perché dimostra che si può fare il proprio dovere mantenendo la schiena dritta, nonostante i tentativi denigratori o le minacce di ritorsioni personali
    – in ultimo, ma non per ultimo, vorrei ricordarti che la Corte costituzionale ha più volte ribadito che non esiste alcuna differenza tra giornalisti pubblicisti e professionisti

    …La storia non cambia anche in questo caso, i 18 o 21 giornalisti di questo fantomatico “giornalino”, si aggiungono ai 18.000 inefficienti dipendenti regionali, a carico dei contribuenti siciliani,che con i loro umilianti buoni pasto per la spesa di fine settimana, vista la loro totale ignoranza in materia gionalistica, devono ricorrere a linfa esterna pagata a peso d’oro,per riempire le pagine di questo “giornalino”…pezzo di TerrA’… chi lo leggerA’….!!!!!!

    Perché parlata male di ogni nuova iniziativa editoriale?

    suggerirei alla redazione della suddetta rivista di far lavorare anche gratis ragazzi che, laureati in giornalismo, hanno bisogno di raggiungere un certo numero di articoli, per acquisire la qualifica di “giornalista pubblicista”, che potrebbe poi permettere loro di lavorare da qualificati ed esser dignitosamente pagati. La Regione potrebbe rendersi utile magari in tal senso, no?

    per siculo et siculorum
    cert, replicare al mio post prima ancora che questo fosse pubblicato, è strano…

    Se è vero che le risorse da cui si è attinto sono quelle che dovrebbero essere mirate per la promozione, lo sviluppo ed il sostegno dei prodotti dell’agricoltura e del territorio siciliano inteso come suolo, allora con grande convinzione dico che l’editore Regione Siciliana, non solo ha fallito l’obiettivo ma ha impiegato le risorse per finalità diverse da quelle per le quali sono state stabilite. Ma ritengo ancor più negligente che tutta quest’operazione abbia anche passato l’esame di idoneità della cosiddetta cabina di regia, organo altamente tecnico, appositamente e recentemente istituito, per la valutazione delle scelte di comunicazione che la Regione deve fare, al fine di prevenire ed evitare sprechi, sovrapposizioni e contraddizioni,  ed indirizzare gli investimenti in comunicazione con finalità corrette. L’unico organo abilitato al rilascio del lasciapassare senza il quale non è possibile procedere. Ma allora di quale competenza professionale è dotato quest’organo altamente specializzato per la comunicazione se poi il risultato è meno che mediocre? Altro argomento è la scelta della distribuzione della testata, che per andare in edicola ha deciso di essere allegata, dietro pagamento di una tariffa, al Sole 24 Ore; al fine di contattare un target group di lettori appartenente alla classe socio-economica-culturale, superiore, medio superiore. Ma secondo quali strategie l’obiettivo è contattare esclusivamente questo target? Sono sicuro che la cabina di regia ci potrà trasferire le giuste motivazioni di scelta. Ma questo prestigiosissimo target di lettori poteva essere contattato solo attraverso il Sole 24 Ore, o oltri autorevoli quotidiani nazionali e regionali avevano la stessa capacità? Non mi risulta siano stati contattati gli altri editori per valutare la loro offerta qualiquantitativa. Quindi la decisione è discrezionale e priva di analisi comparativae di opportunità qualitativa ed economica. E allora perché per la stampa della rivista si è deciso correttamente di fare un’asta pubblica, e invece per la distribuzione neanche un invito a presentare l’offerta? Purtroppo o si è portati a pensare male, o le scelte operate fanno grosse falle. ​ Insomma pare che si sia persa ancora una volta una buona occasione per far bene, e che le scelte lasciano ampi spazi a tornaconti opportunistici. Al buon padre di famiglia gli sono stati affidati dei soldi per far la spesa di pasta e companatico, mentre lui li ha spesi per risotto e focaccia.  

    volevo precisare che Pietrangelo Buttafuoco non si è fatto pagare per l’articolo pubblicato ed aveva comunque espresso la sua volontà di non collaborare con la rivista.
    grazie per la pubblicazione della rettifica.

    Un grillo parlante dice che l’agente pubblicitario del Sole 24 ore, che ha un nome in tema con il giornale, è pure il procacciatore di pubblicità di giornali e siti on line molto molto vicino al presidente ed ai suoi consulenti per la comunicazione, ed essendo della famiglia non c’è bisogno di gare. Mah, può essere mai che fanno le cose così fatte male? Roba da procura…………………….dei conti e della repubblica

    I giornalisti dell’ufficio stampa non sono dipendenti della Pubblica amministrazione ma lavorano per questa in forza di un contratto di diritto privato. E non lo dico io ma lo dicono i solerti e comandati giudici della corte dei conti. In soldoni, per gli invidiosi brsmosi di quel posto: si, il rapporto di laavoro si puo’ rescindere in qualunque momento (applicando quamto previsto dal Cnlg). Quindi continuate con le danze (woodoo), prima o poi. Giusto iscriversi alla Fnsi ma proprio per questo, per cortesia, astenersi dall’adesione advaltre sigle. Sei giornalista o cosa?!? Infine: proprio lacsentenza dellaccorte costituzionale e’ un errore grande quanto una casa. Per me il giornalista professionista e’ una cosa, il pubblicista altra. So che cicsono valenti pubblicisti molto piu’ bravi dei professionisti macmeno fortunati. Ma questo non significa nulla. L’accesso acquesta professione e’ drogato da un sistema che produce, gioco forza, 1200 pseudo professionisti, mafari plurilaureati, poliglotti, ferrarissimicdi diritto e chiacchere, ma che non hanno messo oiede in una redazione o peggio ancora scritto un “pezzo”. Ecco: pervme chi nasce commesso non potra’ morire giornalista. Senza offesa e cn rispetto parlando per entrambe le categorie. Saluti

    Siamo sempre in attesa di sapere quanto viene pagato il valente Accursio Sabella. E che l’esimio presidente dell’Ordine ribadisca i concetti espressi nella lettera da voi pubblicata anche dalle parti di via Lincoln, al giornale di Sicilia. Chieda alle decine di collaboratori quanto vengono pagati (vergogna), si indigni per lo sfruttamento di giivani aspiranti giornalisti che illusi dal miraggio del fantomatico tesserino da pubblicista lavorano pe meno di un piatto di lenticchie distruggendo la professione. E tutti questi pubblicisti (per niente uguali ai professionisti checche’ ne dica il buon Paolo) poi che fanno, quando compendono che al Gds nob c’e’ trippa per gatti, che il camper e’ un bluff, che per uno che se ne vz altri 100 ne arrivano?!? E signo presidente… sono quote associative, voti, denaro che servono ad alimentare il sistema drogato, no?!?

    A pippo
    Guarda che la sentenza di cui parli riguarda solo Palazzo d’Orleans non la Pubblica Amministrazione italiana e siciliana. Nel rapporto con la p.a ricorda che vale sempre il principio dell’evidenza pubblica. I tuoi colleghi si sono salvati perchè di fatto è come se fosse stato riconosciuto che non si tratta di ufficio stampa, ma di ufficio del portavoce. Mi dicono comunque che anche i dirigenti della Regione hanno un contratto di diritto privato, ma per accedere hanno vinto il concorso pubblico.
    Conosci il caso denl giornalista che faceva il sindaco? Era sindaco o giornalista? Secondo me aveva il diritto di fare politica come di fare sindacato o qualsiasi altra attività in cui si esprima il proprio pensiero, mica siamo in una dittatura!
    Devo poi ricordarti che non puoi tirare in ballo la Giustizia a convenienza. Sono bravi quelli della Corte dei conti e sbagliano quelli della Corte costituzionale secondo il tuo modo di vedere, almeno un poco di coerenza!
    Quanto ai dipendenti giornalisti entrati per concorso abbi almeno un po’ di rispetto delle Leggi e dei provvedimenti giudiziari che ne hanno previsto o imposto l’inquadramento. Non si puo’ pensare di avere solo una Amministrazione pubblica piena di trombettisti, nani, ballerine, istruttrici di educazione fisica con il curriculum pompato dagli amanti, ruffiani e roba del genere!

    Scusate, ma se il parametro è di pagare 2 news letter numero zero fatte da brussels 150.000 euro di cosa vi scandalizzate? Almeno questi i pezzi li hanno fatti veramente!

    Bruto, va bene, lo confesso. Sabella ha un forfait di 1.000 euro mendili. Nette. Speriamo che da qui a qualche mese, grazie al lancio di nuove iniziative editoriali (ci faccia un in bocca sl lupo) possa essere stabilizzato a tempo pieno come gli articoli 1 Roberto Benigno, Salvo Toscano, Claudio Reale e Riccardo Lo verso. A proposito: chieda in giro quanti editori nell’arco dell’ultimo biennio hanno assunto giornalisti a tempo indeterminato…

    Un augurio sincero a sabella e complimeni per la vostra realta’ giornalistica, tra le pochecrispettose del contratto giornalistico.
    @poidomani: non conosco il caso delcsindaco-giornalista (o viceversa). Tutti hanno il diritto di fare politica. E non siamo in dittatura. Tuttavia, questo e’ il mio parere, secsei giormalista ti iscrivi alla Fni. E basta. Mica ti iscrivi alla Fiom-Cgil se fa, ad esempio l’addettovstampacdi fincantieri. Secondo me si tratta dicquestiine di opportunita’ e di senso di appartenenza/alla categoria. Io sono giornalista? Bene, il mio sindacato e’la e, Fnsi. Punto. Poi, ciascuno e’ livero di fareccome meflio crede. Ma quedto e’ il mio pumto di vista. Per quanto mi riguard le sentenze si rispettano e basta. Mi permetto tuttavia di criticarle. Con grsnde rispetto. E mi permetto di criticare un sistema comecquello della corte dei conti che agisce motu propriu (o su esposti anonimi) per indagare su presunti sprechi o abusi clientelismi etc etc per ottenere un bel niente. Ma voi sapete checlecautoblu alla corte dei conti le fornisce la corte dei conti? E lo sapete che i capricciosi giudici contabili tempo facsi sono indispettiti perche le alfac156 blu toccavano a loro ecnon ai dirigenti regioali?!? Speroc

    leggo su Repubblica che la commissione medica NOMINATA DA RUSSO ha confermato il referto di ” ANEURISMA DELL’AORTA” per il Presidente Lombardo, ( Il primario Lo Meo non aveva voluto sottoscrivere il referto inviandolo alla Procura)
    Vedo sulla rivista “TERRA'” la foto di LOMBARDO SUL CAVALLO!
    ATTENTO PRESIDENTE, con l’aneurima dell’aorta QUALSIASI TRAUMA E’ PERICOLOSISSIMO, specie l’andatura sobbalzante del cavallo!! Lei é un medico! Dovrebbe saperlo !

    Ve lo dico io quanto guadagna un giornalista per scrivere un pezzo sul Giornale di Sicilia: 2,70 euro lorde.
    E se un prefessionista sostituisce un redattore per un mese, e gli fanno scrivere fino a tre articoli al giorno, quindi una novantina in un mese arriva a meno di 200 euro nette!
    Questo è sfruttamento del lavoro intellettuale! E non riguarda solo il GDS!
    Oppure collaboratori o pensionati messi a fare lavoro di desk o a “chiudere” pagine…
    E non parliamo della Tv regionali…
    Quindi invece di criticare chi paga secondo le tariffe dell’ordine, sarebbe più utile accendere i riflettori su questo!

    Un cosiglio: Se il “Presidente a cavallo” non dovesse ricordarsi che andare a cavallo quando si è ammalati di “aneurisma dell’aorta” è oltremodo pericoloso, potrebbe chiedere consigli alla commissione medica nominata da Russo, che gli ha confermato la diagnosi!

    Oggi i costi della politica sono nell’occhio del ciclone ma quasi sempre si fa riferimento ai c.d.privilegi(stipendi,vitalizi);in realtà credo vadano additati i casi come quello in argomento ,di sperpero di risorse pubbliche per iniziative che servono solo al rais del momento e che sommate tutte insieme creano il fallimento della finanza pubblica.Confidiamo nella estinzione veloce dei rais di ogni tipo.!

    vi dovete lamentare sempre….o il lavoro ce o il lavoro non ce in sicilia..
    ma ne avete idea di quanti posti di lavoro sta dando queta rivista?
    ma che ne facessero altre 300 di riviste cosi, almeno si toglierebbero dei disoccupati dalla strada.

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