Terreni demaniali svenduti | Sei indagati nel Messinese - Live Sicilia

Terreni demaniali svenduti | Sei indagati nel Messinese

Un appezzamento del valore di 350mila euro passato ai privati per quattromila euro.

Furnari
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MESSINA – Terreni demaniali sarebbero stati svenduti in Sicilia a prezzi irrisori da funzionari pubblici. I carabinieri di Messina hanno eseguito un provvedimento cautelare, emesso dal Gip del capoluogo, nei confronti di 6 persone,tra le quali un architetto del Genio Civile di Messina e due funzionari del Dipartimento Bilancio e Tesoro della Regione Siciliana. Quest’ultimi due sono stati sospesi per 6 mesi dall’esercizio dei pubblici uffici, gli altri quattro sono ai domiciliari. I sei indagati sono accusati a vario titolo di falso ideologico e abuso d’ufficio, in relazione alla vendita, avvenuta nel 2014, di un vasto appezzamento di terreno di proprietà pubblica, situato nel comune di Furnari (ME), venduto dalla Regione per meno di 4 mila euro a fronte di un valore effettivo stimato in circa 350 mila euro.

Gli indagati sono Antonella Giuffrè, 58 anni, architetto al Genio civile di Messina; Federico Scardino, 25 anni; Franca La Rocca, 48 anni; Loredana Giuffrè, 54 anni. Si trovano tutti ai domiciliari. Inoltre, due funzionarie della Regione Ninfa Cangemi, 55 anni e Dania Ciaceri, 60 anni, sono state sospese dal servizio. Antonella Giuffrè avrebbe realizzato un atto falso stimando il terreno solo 4.000 euro, quando invece aveva il valore di 368 mila euro. Secondo l’accusa avrebbe inoltre inviato la falsa stima del terreno agli Uffici del Dipartimento Regionale del Bilancio e del Tesoro della Regione Siciliana che nel mese di luglio del 2014 hanno autorizzato la vendita in favore di Scardino e di La Rocca e hanno poi stipulato il contratto di compravendita. I funzionari della Regione Sicilia hanno procurato per gli inquirenti, un ingiusto vantaggio patrimoniale ai privati recando un danno all’Ente regionale. “Con questo comportamento hanno violato le norme sulla trasparenza della azione amministrativa per poi autorizzare la vendita del bene ad un prezzo sottostimato”, affermano i magistrati.

“Sono stato costretto a denunciare questa grave situazione perché sono stato informato da una persona interessata al terreno che mi aveva avvertito che una parte del parco urbano costiero era stato svenduto. Ora è stata fatta giustizia”. Lo dice Mario Foti, sindaco di Furnari. Dalla sua denuncia si è poi sviluppata l’inchiesta della Procura che si è conclusa con sei indagati. “Ho fatto il mio dovere – prosegue Foti – tutelando gli interessi dei beni pubblici fruibili al pubblico, tra l’altro si tratta di una delle parti più belle del nostro litorale. Ho fatto una denuncia penale e un’azione civile chiedendo l’annullamento del contratto e chiamando in causa la Regione siciliana che aveva svenduto il bene senza una gara pubblica”. “Poi ho anche esercitato la prelazione sul terreno come azione subordinata poiché – sottolinea – nel caso si fosse ritenuto valido l’importo stimato, il comune come previsto dalla legge può intervenire”.


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