Terzo Polo addio ma, a Catania, Renzi e Calenda sosterranno Trantino

Terzo Polo addio ma, a Catania, Renzi e Calenda sosterranno Trantino

Complicato, da adesso in poi, distinguere Azione e Italia Viva dal centrodestra
semaforo russo
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CATANIA – Sembra, per carità, sembra, che Carlo Calenda e Matteo Renzi fatichino a ritrovarsi semmai lo volessero, benché siano in corso tentativi di pace ad opera di esponenti dell’una e dell’altra formazione politica d’appartenenza e nonostante la formazione unitaria con cui andranno all’incontro con la premier Giorgia Meloni sulle riforme istituzionali.

Allo stato degli atti, però, addio al Terzo Polo partito unico. Alle scorse elezioni politiche Azione +Iv avrebbe dovuto raccogliere consensi – oltre il 10% speravano i due leader – tra gli astenuti, i moderati, i liberali e riformisti contro nazionalismi e populismi.

Probabilmente era un progetto che sapeva troppo di “elettoralistico”, utile a superare le forche caudine degli sbarramenti e assicurarsi un bel manipolo di parlamentari, quindi, poco convincente. Però, vedi le cose della vita, specialmente pensando alle volte in cui sia Renzi che Calenda hanno negato intese con il centrodestra, alle imminenti elezioni amministrative a Catania, non in un paesino sperduto, entrambi sosterranno il candidato Enrico Trantino di Fratelli d’Italia indicato dal centrodestra e accettato da Raffaele Lombardo.

Per i particolari basta leggere il puntuale articolo di Fernando Massimo Adonia su questo giornale. A celebrare le nozze tra Calenda e Trantino è stato Giuseppe Castiglione ora deputato di Azione, in passato presidente della Provincia di Catania, europarlamentare, assessore in diversi governi regionali in Sicilia.

E pensare che lo stesso Castiglione definisce la candidatura di Maurizio Caserta del fronte progressista anch’essa autorevole, sostenuta dal Pd, dal M5S, dall’Alleanza Sinistra-Verdi, dall’ex sindaco Enzo Bianco e da movimenti civici.

Evidentemente se la qualità del candidato del centrosinistra non è messa in discussione nemmeno dagli avversari deve esserci qualcosa che bolle in pentola se Carlo e Matteo si spingono disinvoltamente, contraddicendosi, verso il fronte nel quale populismo (Lega) e nazionalismo (FdI) sono di casa.

Pure Italia Viva avrà qualche proprio candidato nella lista Trantino. Ora, finché è Cateno De Luca a destreggiarsi con le geometrie variabili (“anticamente” si chiamava politica dei due forni) lo comprendiamo vista la natura estremamente movimentista delle sue liste tanto da permettersi pure due giovani influencer che impazzano su TikTok a sostegno del suo candidato sindaco Gabriele Savoca, ma tentare di dare un sapore civico a trattative che odorano di accordi politici, con eventuali futuri risvolti a livello regionale e nazionale, in una grande e importante città quale è Catania mi suona parecchio canzonatorio.

Forse, invece, è troppo ghiotta l’occasione per lanciare messaggi all’attuale maggioranza seduta a Roma e a Palermo. Le legislature nazionale e regionale sono ancora lunghe, impervio il percorso di Azione e Italia Viva separati, forti i rancori verso Giuseppe Conte e il M5S, immutata la reciproca diffidenza con il Pd, non improbabile la dissoluzione di Forza Italia il cui elettorato fa gola a Calenda e a Renzi e, infine, numerosi punti programmatici in comune del fu (almeno finora) Terzo Polo con il centrodestra.

Attenzione, non è una novità totale, a Palazzo delle Aquile Italia Viva sostiene il sindaco del centrodestra Roberto Lagalla, sempre con l’escamotage del civismo, scontrandosi con Azione di Calenda che appoggiava Fabrizio Ferrandelli. Vedremo, ma sarà complicato da adesso in poi distinguere in modo inequivocabile Azione e Italia Viva dal centrodestra.


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