TAORMINA – E’ una storia di luci e ombre, dimenticata, che va raccontata. Una storia di un uomo semplice, contraddittorio, emigrato negli States che, per tentar fortuna sii ritirova agli inizi del 900 in una New Orleans nera, ma anche latino americana, bianca e piena di voglia di riscatto. E’ la storia di Nick La Rocca The world’s first man in jazz, che racconta la vicenda umana a tratti paradossale, di un uomo che si riteneva di aver inventato un genere musicale, il jazz per l’appunto. Un personaggio narrato dalla voce e dai pupi del maestro Mimmo Cuticchio , i quali in una ricostruzione storica fantastica, diretta dal regista Michele Cinque, sono gli unici testimoni di un’epoca e del genio di Nick La Rocca.
“Agli inizi del ‘900 c’erano circa trentamila siciliani a New Orleans – spiega Michele Cinque, regista del film, intervistato da Livesicilia Catania, – Nell’aria echeggiavano le note del jazz che portava con se istanze di rinnovamento e riscatto sociale. Il jazz era nel meltin pot di quella città e La Rocca fu uno dei primi grandi autori di queste nuove sonorità”. La Rocca, con la sua Original Dixieland Jazz Band, incide nel 1917 il primo disco della storia del jazz, Livery Stable Blues.
Trombettista autodidatta (e imprenditore edile), diventa un personaggio scomodo, bianco nella musica nera per eccellenza, il suo carattere ombroso lo porterà a compiere una parabola che dal grande successo lo conduce poi a un triste declino. “Di fatto La Rocca si convinse di essere stato l’unico vero inventore del genere – continua a spiegarci il regista – e viene affetto da manie di grandezza che esaltano il suo ego e che si manifestano in comportamenti xenofobi e iracondi che gli ottenebrano la mente, pregiudicando la sua capacità di comprendere la complessità culturale, sociale e musicale in cui viveva.
Seppur sia stato il primo uomo a pubblicare un disco jazz e a vendere oltre 1 milione di copie, quella sua posizione gli si rivoltò contro e compromise totalmente la sua figura e la sua reputazione. Tanto che Nick fu presto escluso dal novero dei musicisti jazz del tempo e venne persino da molti dimenticato”. Il film, tra finzione e cinema del reale, è girato in una Sicilia senza tempo e in una New Orleans di oggi e di ieri, e segue due filoni paralleli: il filone documentaristico e di ricerca, girato appunto negli Stati Uniti e il filone narrativo, girato in Sicilia, dove,
Mimmo Cuticchio mediante un dialogo surreale con i suoi pupi rievoca la storia di Nick, siciliano emigrato “inventore del jazz”. La musica è una colonna sonora originale registrata dal vivo tra le rovine di Poggio Reale, nell’ antica Gibellina. Incisa con Roy Paci e la banda di Salemi, sostiene magistralmente tutto il filone emotivo nel film. Una musica che nel 2017, per il centenario del jazz sarà incisa su di un vinile con la colonna sonore del film e altri inediti. “Questo film mi auguro faccia riflettere anche su ciò che di bello può nascere dall’incontro delle culture – conclude Michele cinque –
Il jazz infatti, è il frutto del meltin pot successivo alle emigrazioni. Un fatto storico importante che dovrebbe far pensare circa il nostro atteggiamento culturale nei confronti dei flussi migratori contemporanei”. L’appuntamento è dunque stasera Venerdi 17 alle ore 19.30 al cinema Olimpia, di Taormina.