“Farai la fine del topo”, “ti appenderemo a testa in giù”, “hai i giorni contati”, “ti auguro una morte lenta e dolorosa”. Sono alcuni dei messaggi indirizzati nei giorni scorsi su Facebook al presidente della Regione Nello Musumeci. Un fatto anticipato già ieri nel corso della seduta d’Aula dall’assessore Toto Cordaro.
Lo stesso governatore ieri sera li ha letti nel corso di un lungo video messaggio nel quale ha rivolto un invito alla politica a “non gettare benzina sul fuoco” e ha difeso la nomina di un esponente della Lega al governo.
Su questo punto, non sono mancate le frecciate ai partiti di opposizione. Al Pd, ad esempio, che “con Crocetta ha cambiato una cinquantina di assessori e alcuni di questi nemmeno volevano farlo, come lo scienziato Zichichi”. I Cinquestelle, poi, “criticano la mia scelta dopo avere governato per un anno con la Lega. Un partito, quest’ultimo, che governa dal 1994 e che alcuni anni fa usava un linguaggio nei confronti del Sud che non abbiamo mai accettato, ma che ora è un partito nazionale”.
Si passa poi alle critiche per la nomina di Alberto Samonà che Musumeci ha difeso, parlando di un assessore “Arrivato con uno zaino pieno di entusiasmo” e aprendo anche ai suggerimenti che possano arrivare dalla società. “Il dissenso è il lievito della democrazia – ha detto Musumeci – ma ho ricevuto su Facebook messaggi preoccupanti”. Messaggi “che sono già oggetto del lavoro della polizia, mentre in altri casi si sta provando a risalire all’identità. Questa – ha proseguito – non è gente serena è gente con problemi psichici, magari con problemi in famiglia, magari senza lavoro. Ma si può rivolgere così al presidente della Regione. A chi ha organizzato manifestazioni di dissenso e a chi ha scritto questi messaggi chiedo: ‘Credete davvero che cambierò idea? Non succederà”. Secondo Musumeci, in un certo senso queste critiche possono rappresentare un segno, per così dire, positivo: “Evidentemente – spiega – non hanno altro su cui attaccarmi, in una terra come la Sicilia che ha visto presidenti di Regione coinvolti in ben altre vicende, così come deputati dell’Assemblea. Ho assunto l’impegno di rimanere per tutto il mio mandato con le mani libere. Mai potrei subire condizionamenti esterni e interni. Ma a tutti voglio dire: ‘Collaboriamo, dialoghiamo’. Isolate chi minaccia e, mi riferisco in particolare a chi ha responsabilità di partito: ‘Non gettate benzina sul fuoco’”.
E in giornata sono arrivati gli attestati di solidarietà “Condanniamo con durezza le vergognose minacce sui social nei confronti del presidente Nello Musumeci, al quale rivolgiamo la nostra massima solidarietà. Per l’ennesima volta i “leoni da tastiera” hanno superato ogni limite, commettendo un reato grave come la minaccia di morte. Ora più che mai è urgente abbassare i toni dello scontro e la politica deve dare l’esempio, contribuendo a rasserenare gli animi, invece di esacerbarli con attacchi scomposti che sfociano nell’invettiva e con messaggi che possono essere fraintesi” affermano i deputati all’Ars di DiventeràBellissima, Alessandro Aricò, Giorgio Assenza, Pino Galluzzo, Giusy Savarino e Giuseppe Zitelli, il presidente dell’Assemblea di Db, Giuseppe Catania, e il coordinatore regionale Gino Ioppolo, aggiungendo: «Soprattutto in questo grave momento di crisi causato dal Coronavirus, durante il quale il governo Musumeci sta compiendo grandi sforzi per sconfiggere la pandemia, tutti noi dovremmo confrontarci sui problemi della gente e su come risolverli. Occupiamoci insieme delle classi sociali più deboli, quelle più colpite da questa drammatica crisi economica, pensiamo a come aiutarle, invece di gettare “benzina sul fuoco””.
E la solidarietà arriva anche dall’Anci: ““Esprimiamo la massima solidarietà al Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci per l’nquietante atto intimidatorio perpetrato ai suoi danni, in queste ultime ore, sul web”. Ha dichiarato Leoluca Orlando presidente di ANCI Sicilia. “Atti di minaccia nei confronti di quanti amministratori si impegnano per la legalità, per di più coprendosi dietro lo schermo dell’anonimato, all’interno di una piattaforma social, tira fuori il peggio di una collettività che ha perso il senso del rispetto verso l’altro e verso se stessa”.