Timpa di Leucatia a rischio |Il progetto idraulico spaventa - Live Sicilia

Timpa di Leucatia a rischio |Il progetto idraulico spaventa

Sulla collina pende un intervento che, finanziato per sistemarla a livello idraulico, potrebbe danneggiare un ambiente naturale unico nel suo genere, oltre che uno dei pochissimi polmoni verdi della città. Scendono in campo anche alcuni amministratori. FOTO

La zona umida
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L'acquedotto benedettino

CATANIA – Falchi pellegrini, piante rare, una monumento funerario romano, tombe dell’età del bronzo e una lunga parte dell’acquedotto benedettino che portava l’acqua nel centro di Catania. Sono solo alcune delle meraviglie che offre la Timpa Leucatia ma che potrebbero essere messe a richio da un intervento di sistemazione idrogeologico.

Sulla collina pende infatti un progetto che, finanziato per sistemare a livello idraulico la collina, potrebbe  danneggiare un ambiente naturale unico nel suo genere, oltre che uno dei pochissimi polmoni verdi della città. È quello per l’irreggimentazione delle acque dolci che scorrono lungo la Timpa Luecatia, un pezzo di città ricco di testimonianze storiche e di elementi naturalistici, situato al confine dei Comuni di Catania e Sant’Agata Li Battiati. L’allarme lo lanciano alcune associazioni filantropiche e ambientaliste, oltre alla consigliera della seconda municipalità, Pina Rapicavoli, che chiedono all’amministrazione comunale di visionare il progetto finanziato dalla Regione, precisamente dal dipartimento regionale dell’Ambiente con fondi Por – Fers, per 782.366,59 euro e che servirà per il “Recupero ambientale di Leucatia – Monte S.Paolillo – 1° stralcio funzionale – Lavori di consolidamento del costone e irreggimentazione acque a monte di Via Manzella”.

L'acqua che sgorga da una delle vene della Timpa

“Il progetto non lo abbiamo mai visto – spiega la consigliera Rapicavoli – e vorremmo capire le conseguenze che l’intervento idraulico potrebbe avere su uno dei luoghi naturali più importanti della città”. Per capire cosa comporteranno i lavori di sistemazione idraulica della zona umida a cavallo tra i due Comuni, la consigliera Rapicavoli ha inviato una specifica richiesta di chiarimenti all’amministrazione lo scorso 3 aprile, ma ancora attende una risposta.

I lavori avrebbero dovuto avere inizio lo scorso mese di marzo, ma le procedure per “l’accesso ai luoghi per occupazione temporanea” scadute e le dimissioni del Rup hanno posticipato l’apertura del cantiere. “Una manna – continua la consigliera di quartiere – così abbiamo il tempo di capire cosa prevede il progetto e, in caso, intervenire per salvaguardare un bene inestimabile”.

Una richiesta arrivata al consigliere comunale Alessandro Porto che, durante la scorsa consiliatura da presidente della Commissione urbanistica, nel 2009, ha spinto affinché fosse riattivato il finanziamento di 1,5 milioni euro. E che ha raccolto le sollecitazioni della consigliera della seconda circoscrizione e dei rappresentanti di Lions, Stella e ambiente, Lipu, Italia Nostra e altre associazioni, interpellando l’assessore ai Lavori pubblici, Luigi Bosco. “L’assessore ha mostrato la volontà di avviare una discussione sull’argomento – afferma – e io mi farò promotore affinché l’incontro con le associazioni avvenga il prima possibile. Nel frattempo – aggiunge – interverrò anche in Consiglio comunale sull’argomento”.

Uno dei pannelli realizzati da Lions e Stella e ambiente

Il problema, secondo le associazioni che da anni curano la Timpa – come i Lions, rappresentati da Luigi Savarino, che hanno finanziato i cartelli in legno che illustrano le caratteristiche storiche e ambientali della Timpa – è il mancato confronto da parte dell’amministrazione comunale etnea, che non avrebbe coinvolto esperti ambientalisti nella realizzazione del progetto che dovrebbe irregimentare le acque che scorrono copiose nella collina ma che ne sono parte integrante. L’abbondanza di acqua dell’area ha infatti permesso il mantenimento dell’ambiente umido, habitat naturale di animali rari – è frequente alzare gli ocvchi e vedere in volo un falco pellegrino – e e di piante dall’elevato valore.

A differenza di quanto fatto dal confinante Comune di Battiati, che si è rivolto al Cutgana, commissionando un apposito studio agli esperti dell’Università. Come spiega Adele Giusto, ingegnere capo della sezione urbanistica dell’Utc e responsabile unico del procedimento. “Siamo stati attenti e, ancor prima di fare il progetto – spiega a LivesiciliaCatania – abbiamo commissionato al Cutgana uno studio scientifico. Infatti nel progetto c’è una zona di tutela assoluta – prosegue. Certo, l’intervento ci sarà e i danni

La Timpa di Leucatia

contingenti ma questi non potranno essere evitati”.

Il progetto consiste infatti nella costruzione di un sistema di palificazione drenante, che raccolga le acque superficiali e le immetta nel canale di gronda. Ma il timore è che gli interventi vengano fatti a monte della zona umida, mettendola così a rischio sopravvivenza. “Se la “trincea” venisse realizzata a metà della collina – spiega Giuseppe Sperlinga, presidente di Stella e ambiente – sparirebbe l’acqua e i danni ambientali sarebbero enormi. Per questo chiediamo al Comune di poter visionare il progetto – aggiunge – di conoscerlo e, in caso, proporre alternative. Come fatto dal Comune di Sant’Agata Li Battiati.

Il sopralluogo dei consiglieri con i rappresentanti delle associazioni

Anche i Lions, che si sono dedicati alla Timpa, rendendola fruibile, istallando pannelli informativi e divulgandone le caratteristiche uniche, premono per capire cosa verrà fatto alla collina. Bisogna comprendere le intenzioni degli amministratori – afferma Savarino. Noi ci siamo impegnati al recupero della Timpa e continueremo a farlo, con idee e proposte. Prima però – conclude – occorre conoscere nel dettaglio cosa si farà. Se l’intenzione è distruggere l’unicità della Timpa ci opporremo con forza”.

 

 


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