"Tommaso Virga? Niente contatti"| Saguto, al via la requisitoria dei pm - Live Sicilia

“Tommaso Virga? Niente contatti”| Saguto, al via la requisitoria dei pm

Lo ha detto l'ex presidente della sezione Misure di Prevenzione nel corso dell'udienza

CALTANISSETTA
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CALTANISSETTA – “Vorrei partire dalle modifiche dei capi di imputazione. Non c’è una conversazione, una frase, o un rapporto con il dottore Tommaso Virga. L’ho incontrato rare volte andando a messa e neanche mi ricordavo il nome tanto che lo chiamavo Antonio. Quindi quale potrebbe essere l’interesse di nominare il figlio?”. Lo ha detto questa mattina Silvana Saguto, ex presidente della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, nel corso dell’udienza all’aula bunker di Caltanissetta.

“Ho portato la famosa agendina – ha continuato Saguto – di cui tanto si è parlato. Non l’ho prodotta soltanto per evitare ulteriori gossip. Sono tutte le persone che mi annotavo come persone di fiducia, brave, che già si erano occupate di attività simili. Ma Tommaso Virga non mi ha manifestato questa intenzione. L’unica cosa che mi ha manifestato è stato che ci ha pregato di toglierlo. L’unica volta in cui ho parlato con Tommaso Virga di suo figlio è quando mi ha detto per favore fatelo dimettere. Io lo definisco un ragazzino da niente perché non ha retto l’impatto mediatico che tutti gli altri avevamo retto”.

Previsto per oggi l’inizio della requisitoria da parte dei pm. In particolare sarà trattata la posizione di Walter Virga. Sono 15 gli imputati del processo, coinvolti a vario titolo nell’inchiesta riguardante la sezione più discussa del tribunale di Palermo. Il processo ha avuto inizio il 22 gennaio del 2018, le udienze previste per le discussioni proseguiranno fino ad aprile.

“Io di Rappa ho saputo soltanto da Fabio Licata che aveva avuto una lettera di encomio da parte della concessionaria che avevano aumentato le vendite. E basta. Io con Rappa non c’entro nulla”,  ha detto Silvana Saguto rendendo dichiarazioni spontanee. Vincenzo Corrado Rappa, nipote dello storico costruttore palermitano a cui è stato sequestrato e poi parzialmente restituito un patrimonio milionario, nel processo si è costituito parte civile contro Walter Virga. “Più volte – ha continuato Saguto – ho avuto contestato di essere stata l’artefice di provvedimenti. I provvedimenti giudiziari si fanno in tre. Non avevo degli sprovveduti accanto. Tutte le persone che portavano un curriculum avevo interesse a nominarli considerato che li vagliavamo in tre? Io motivavo i decreti, erano corposi”.

“Io ho dato tutto quello che ho potuto e ho gestito con il massimo della diligenza possibile. Gli errori sono sempre possibili”. Silvana Saguto, ex presidente della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, protagonista principale del processo sul cosiddetto Sistema Saguto, ha concluso con queste parole le sue dichiarazioni spontanee rese stamane nel corso dell’udienza all’aula bunker di Caltanissetta. “Mi è capitato una volta di nominare un perito nuovo: un ragazzo – ha ricordato -, che stando a quanto mi era stato detto quella perizia non la sapeva fare. E quindi informalmente ho incaricato un’altra persona. Quello che noi guardavamo era il buon andamento generale e comunque nel massimo della trasparenza. I miei provvedimenti sono tutti motivati. Quella che non motivava mai era la dottoressa Claudia Rosini. Quelli sì erano quasi monocratici. Anche se la Rosini si erge e dice di mostrarsi dispiaciuta del lavoro che svolgevamo, il marito aveva tre incarichi. E’ rimasto fino a quando io me ne sono andata”.

“L’accusa sostiene che con questa agenda blu io voglio sostenere che sono tutti colpevoli, io invece l’ho esibita per provare che sono innocente”. Così l’ex presidente della sezione misure di prevenzione Silvana Saguto si è difesa in aula a Caltanissetta, nel corso delle sue dichiarazioni spontanee pronunciate prima dell’inizio della requisitoria, riferendosi all’agenda nella quale l’ex giudice, radiato dalla magistratura, ha conservato i bigliettini da visita di colleghi che le avevano segnalato i nomi di persone da nominare come amministratori giudiziari. L’imputata non ha ritenuto di dovere consegnare l’agenda, come invece ha sollecitato il Pm Maurizio Bonaccorso, protagonista di un acceso diverbio con il difensore della Saguto.

 


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