PALERMO – Dopo circa quaranta giorni di stop, l’Ars è tornata a riunirsi: nessuna mozione, disegno di legge o question time con l’assessore al Turismo, come era previsto dall’ordine del giorno. Sandro Pappalardo, infatti, non era in aula. Al centro della contesa è finita la presenza dell’ex governatore Cuffaro a Palazzo dei Normanni, in occasione del convegno organizzato dal deputato Vincenzo Figuccia sulla condizione dei detenuti nella carceri italiane. Alla fine in aula è andato in scena lo scontro tra il Movimento cinque stelle, da sempre contrario alla presenza di Cuffaro all’Ars, e il resto di Sala d’Ercole. Un fronte compatto quello dei deputati grillini che hanno continuato a gridare la loro contrarietà, mentre fuori il sit-in organizzato da alcune associazioni non riscuoteva grande successo.
La prima a tuonare contro Figuccia e contro la presenza di Cuffaro è stata la capogruppo dei 5 stelle Valentina Zafarana: “Mi vergogno e chiedo scusa ai siciliani onesti per lo spettacolo di oggi – ha detto -. Chiedo scusa a tutti gli imprenditori che lavorano seguendo l’esempio di Libero Grassi e chiedo scusa agli stessi detenuti”. Sulla stessa linea anche gli interventi di altri cinque deputati grillini che uno dopo l’altro hanno voluto esporre forte il loro sdegno. Giancarlo Cancelleri lo ha detto chiaramente: “Cuffaro avrà anche pagato il suo conto con la giustizia, ma non potrà mai saldare il conto con la coscienza. Va bene la riabilitazione umana, ma non ci può essere perdono. Che parli pure – ha continuato – ma non fra queste stanze che ha contribuito a screditare agli occhi del mondo. E soprattutto non nella sala intitolata a Mattarella”. E ancora, duri colpi contro Figuccia e il presidente dell’Assemblea regionale Gianfranco Micciché, che stamattina ha accolto l’ex presidente ritenuto colpevole di favoreggiamento a Cosa nostra con le parole “Questa è casa tua”, dai 5 stelle Luigi Sunseri, Angela Foti e Antonino De Luca: “Non una parola dal presidente Nello Musumeci – ha detto il deputato messinese – né da parte di quella sinistra che in passato si è opposta con forza alle pubbliche apparizioni di Salvatore Cuffaro. Oggi invece tacciono e l’ex presidente può parlare tranquillamente. Ma d’altronde – ha aggiunto – quasi tutti in quest’aula sono figli politici di quel sistema che Cuffaro rappresentava”.
A difesa della presenza dell’ex presidente, Udc e Forza Italia e Claudio Fava, oggi deputato del gruppo Misto:”Ho deciso da che parte stare 40 anni fa e non ho dubbi sulla mia distanza politica da Cuffaro. Se avessi organizzato io il convegno di oggi – ha aggiunto – avrei certamente invitato altri ospiti. Ma ciò non toglie che oggi Cuffaro abbia scontato la sua pena e abbia tutto il diritto di portare la sua testimonianza sullo stato delle carceri. Ha tutti i diritti di partecipare. Nessuno può permettersi di mettergli un bavaglio”. Fava ha portato anche la sua testimonianza da figlio di vittima di mafia: “In passato ho deciso di ascoltare anche l’assassino di mio padre – ha aggiunto -. Ogni testimonianza è importante. Anche quando le istanze portate dagli altri sono distanti dalle nostre”.
In difesa dell’ex presidente democristiano la capogruppo dell’Udc Eleonora Lo Curto che ha bollato come “forcaioli infuocati” i colleghi del Movimento 5 stelle. “Vi permettete di dare lezioni – ha attaccato – Ma dovrei anche ringraziarvi. Senza le vostre polemiche non si sarebbero accesi tanti riflettori sul nostro convegno e su un tema così delicato. Un sentito grazie va soprattutto a Cuffaro che ha sentito il dovere civico di dare la sua testimonianza”. Dello stesso parere anche i deputati di Forza Italia Antonio Calderone e Alfio Papale che parlano di Cuffaro come “un uomo libero che ha sbagliato e ha pagato e che oggi ha avuto il coraggio di parlare della sua esperienza”. A chiudere ogni polemica è stato lo stesso Micciché che ha deciso di rispondere a tutti gli attacchi: “Non ho avuto bisogno di studiare precedenti o ascoltare consigli. Ho deciso di concedere la sala gialla solo sulla spinta della mia coscienza. Totò Cuffaro è un cittadino siciliano come tutti, che ha una cultura e un’esperienza tale da poter portare la propria testimonianza”.
Chiusa la polemica, e dopo un minuto di silenzio per commemorare la tragica morte della sorella del deputato Nicola D’Agostino, per i lavori d’aula si dovrà attendere il prossimo 18 settembre, giorno in cui si riunirà di nuovo l’assemblea. In quell’occasione si commemorerà Rita Borsellino, sorella del giudice Paolo ed ex deputato regionale, recentemente scomparsa.