PALERMO – Francesco Guttadauro è “il nipote del cuore” di Matteo Messina Denaro. E il padrino gli avrebbe affidato la gestione del clan. Ed è proprio dalla presunta corrispondenza fra i due che emergono le ultime tracce, in ordine cronologico, della presenza sul territorio del latitante.
Che saltò fuori quando ci fu da risolvere una controversia a Salemi. Qualcuno non si era voluto sottomettere all’autorità del gruppo rappresentato da Guttadauro e dal cognato Girolamo Bellomo. Salvatore D’Angelo raccontava di avere ricevuto un incarico da “quelli di Castelvetrano” e di godere della loro protezione. Solo che l’uomo forte di Salemi si era sentito spodestato ed aveva chiesto chiarimenti direttamente a Messina Denaro, inviandogli un pizzino. E il padrino di Castelvetrano avrebbe pure risposto, “gli ha scritto” e “gli ha mandato a dire che quello che faccio io va bene… e lui non mi deve dire nulla”.
Un’ulteriore conferma dei contatti fra Francesco Guttadauro e Matteo Messina Denaro è emersa dall’analisi del computer di Guttadauro. Che nel marzo 2013 aveva avuto una conversazione con Salvatore D’Angelo al quale aveva contestato il comportamento di alcuni picciotti a lui vicini. Nella stessa conversazione Guttadauro ordinava a D’Angelo di fare sapere a Bellomo che doveva evitare comportamenti rischiosi: “… digli ke la smette e ke viene dall alto questa cosa e quindi si deve ubbidire…se lui vuole fare altro…. se lo va a fare al suo paese (Bellomo abita a Palermo ndr)”.
Siamo nel periodo in cui Lorenzo Cimarosa, cugino di Messina Denaro che sta collaborando con i magistrati, ha dichiarato di avere ricevuto un pizzino dal latitante tramite la sorella Patrizia.
E poi c’è un episodio ancora da chiarire. Gli inquirenti non escludono che nell’agosto del 2013 sia stato pure organizzato uno spostamento super protetto fra Salemi e Castelvetrano per consentire a Messina Denaro di incontrare qualche parente.