CATANIA – Carte di circolazione e atti di proprietà di autovetture risultati falsificati e rubati all’unità territoriale Aci di Catania. Lo ha confermato in tribunale un importante investigatore della Polizia nel corso dell’ultima udienza del processo scaturito dall’operazione Hispanica, la mega inchiesta che nel 2011 svelò un fiorente traffico di vetture di prestigio a prima vista acquistate in Spagna, ma in realtà rubate e riciclate fra Catania, Siracusa e Napoli. Per tale inchiesta sono finite alla sbarra 44 persone accusate di aver dato vita ad una vasta organizzazione criminale operante nell’asse Sicilia-Campania. I capi d’accusa, a vario titolo, sono di associazione a delinquere, riciclaggio, ricettazione e falso.
All’epoca dell’operazione furono sequestrate decine di automobili di lusso fra cui Porsche Cayenne, Bmw, Mercedes, Audi e Volkswagen i cui documenti erano risultati contraffatti. Il teste – dinanzi al giudice Alessandro Passalacqua che presiedeva la prima sezione penale del tribunale etneo – ha rapportato i risultati emersi dalle verifiche eseguite sui due dei documenti. “Abbiamo riscontrato un’anomalia nel numero seriale del documento, in quanto non è stato stampato con tecnica tipografica – ha precisato – Osservando il fronte del documento si rilevano alcuni elementi che hanno indotto a ritenere che non fossero autentici. Nel fronte del documento in basso abbiamo rilevato una traccia di un numero seriale di stampa tipografica che appariva però tagliato, cioè è stato asportato. Si tratta quindi di documenti falsificati non originali. Da un’attenta analisi si è osservato infatti che in alcuni caratteri appaiono tracce di stampa tipografiche. Da alcuni accertamenti sono poi risultati parte di uno stock di documenti rubati presso l’ACI di Catania”. Secondo il pm Agata Santonocito la presunta banda di trafficanti d’auto avrebbe agito grazie al complesso reticolo di relazioni instaurate fra vari personaggi tra Catania e Napoli e poi alla falsificazione dei documenti attestanti la nazionalizzazione spagnola dei veicoli. Da qui il nome Hispanica dell’operazione.
Nel corso della prossima udienza fissata per maggio si proseguirà ancora con le deposizioni dei teste dell’accusa.
L’INDAGINE – I fatti contestati risalgono al 2005/06. L’indagine scatta a seguito di un normale servizio di pattuglia della polizia stradale etnea nel corso del quale vengono casualmente fermati due degli imputati: i catanesi, Prospero Biondi e Concetta Saladino. I poliziotti sequestrano loro una BMW 530D il cui telaio era contraffatto e la provenienza risultava illecita. Non solo. Perquisita l’abitazione dei due, i poliziotti scoprono un’altra auto rubata che viene anche questa posta sotto sequestro. I due erano risultavano peraltro venditori di auto ma senza un fisso esercizio. Al vaglio degli inquirenti finiscono anche i fascicoli relativi alla falsa nazionalizzazione di veicoli le cui operazioni sarebbero state direttamente effettuate dagli imputati tramite la consulenza automobilistica di “fantomatiche” agenzie. Secondo gli investigatori, “i cambi d’identità” delle vetture avvenivano tramite l’interscambio delle targhe. Le auto rubate sarebbero state sistematicamente reimmatricolate e poi vendute attraverso atti d’importazione europea “taroccati”. I presunti trafficanti d’auto si sarebbero avvalsi di società inesistenti proprio allo scopo di dare parvenza di legalità alla documentazione falsa che “accertava” la provenienza spagnola delle auto rubate tra Catania e Napoli.
TUTTI I NOMI DEGLI IMPUTATI. Giovanni Ascione, Giovanni Barbarossa, Prospero Biondi, Vincenzo Bisogno, Mario Bisogno, Bonaiuto Luigi, Maria Caputo, Domenico Carotenuto, Letizia Carotenuto, Pasquale Carotenuto, Francesco Caserta, Giuseppe Cianchino, Gaetano Ciano, Antonio Cirillo, Francesco Cristaldi, Salvatore D’Anna, Marco Bosso De Luca, Eugenio De Simone, Carmelo Francesco Di Benedetto, Luca Di Domenico, Ciro Di Martino, Angelo Di Martino, Annachiara Granato, Giuseppe La Manna, Paolo Manara, Anna Maria Mascali, Salvatore Mascali, Mario Maugeri, Alessandro Nicolosi, Fabrizio Nicola Pappalardo, Felice Pesacane, Vincenzo Prato, Giuseppe Rapisarda, Luigi Romano, Gennaro Riccio, Concetta Saladino, Pier Giuseppe Salamone, Vincenzo Sbrescia, Alfio Fabio Sciuto, Angelo Scuderi, Lucia Sigona, Bartolomeo Sirica, Orazio Tosto, Salvatore Ventura.