PALERMO – Dopo il sequestro arriva la confisca da trecentomila euro. Colpito il patrimonio riconducibile ad Alessandro Bronte, 34enne arrestato nel corso dell’operazione “Panta Rei”: si tratta di un appartamento in via Trappetazzo, della quota di un altro immobile in via Paolo Emiliano Giudici e di un’auto, tutti già sequestrati il 10 maggio dello scorso anno e adesso finiti nelle mani dello Stato.
Bronte, già sorvegliato speciale, ha numerosi precedenti per traffico di droga legato a Cosa nostra. Nel dicembre del 2015 è stato tratto in arresto per associazione mafiosa e traffico di stupefacenti nell’ambito del blitz che ha accertato il suo coinvolgimento, nella vendita della droga, per conto della famiglia mafiosa di Porta Nuova.
Per i boss gestiva la rete di vendita, il procacciamento della clientela e la diretta importazione di sostanze stupefacenti dalla Campania e nel settembre del 2017 è stato condannato a dodici anni di reclusione.
Pochi mesi prima, nell’operazione “Black Again”, era stato arrestato per spaccio: era emerso come Bronte, nonostante fosse sorvegliato speciale, avesse rivestito un ruolo di primissimo piano nella gestione del traffico di droga. Cocaina ed hashish venivano acquistati in Campania, la marijuana veniva importata dall’Albania.
Il sequestro e la successiva confisca eseguiti dalla polizia, sono il risultato delle indagini patrimoniali che hanno accertato come Bronte ed i suoi familiari non disponessero di entrate lecite e idonee a garantire il quotidiano sostentamento. I beni erano formalmente intestati a parenti, ma di fatto riconducibili al 34enne. Inoltre, è stato disposto l’aggravamento della misura di prevenzione personale, con la sorveglianza speciale, complessivamente, di cinque anni.