ISOLA DELLE FEMMINE (PALERMO) – Il sole caldo e il cielo nitido di un venerdì di piena estate al Saracen hotel, avrebbero potuto fare da sfondo a una tragedia che poteva segnare a vita due giovani genitori. Il loro bimbo di otto anni stava per morire davanti ai loro occhi, ma per fortuna un altro piccolo villeggiante si è accorto di cosa stava succedendo e ha lanciato l’allarme. “C’è un bambino che sta male, è in acqua, sta male”, ha urlato sfilandosi gli occhialini che aveva usato per immergersi.
Il piccolo, di dieci anni, si trovava a bordo della piscina per gli adulti quando all’improvviso ha notato un coetaneo a galla, a pancia sotto. Non ci ha pensato un attimo e si è tuffato: doveva capire cosa stesse accadendo. E’ andato sott’acqua per guardare in faccia il bambino, che aveva gli occhi sbarrati e la bocca aperta. Non c’era tempo, nemmeno per spaventarsi, quel bimbo stava morendo per annegamento. Due bracciate e subito vicino ai propri genitori, a cui ha chiesto immediatamente aiuto.
Momenti di panico nell’area vicino alla piscina, dove il medico in servizio all’hotel e il suo infermiere si sono fatti strada per soccorrere il piccolo, nel frattempo portato fuori dalla piscina. “Il bambino era già in condizioni disperate – dice la dottoressa Marina Iovino – rantolava, non si muoveva, il suo colorito era già cambiato. Abbiamo praticato immediatamente un massaggio cardiaco insieme alla respirazione artificiale. Ha quindi buttato fuori un po’ d’acqua, una piccola parte di tutta quella che aveva bevuto al punto da portare il suo corpicino a galla”.
Attimi terribili per il papà e la mamma del bimbo, travolti da una tempesta di dolore, sensi di colpa e speranza davanti a coloro che tentavano di salvargli la vita. “L’ho perso di vista un momento – dice il padre del bambino – in pochi secondi si era già allontanato, l’ho cercato ma non sono riuscito a trovarlo”. All’uomo, a tre giorni dall’incidente, trema la voce: “Riesco a parlare soltanto perché mio figlio adesso sta bene, ma sono state ore strazianti, in cui ho temuto di perderlo per sempre. Appena sveglio ha raccontato di essersi confuso, di essersi tuffato nella piscina degli adulti per errore. Per fortuna il mio piccolo è ancora qui con noi”.
Dopo il primo e fondamentale soccorso che ha strappato alla morte il bimbo, infatti, l’intervento dei sanitari del 118 e quello dei medici dell’ospedale Cervello di Palermo hanno fatto il resto. “Dopo la rianimazione – prosegue la dottoressa Iovino – è stato trasportato al pronto soccorso, dove ha rigettato almeno altri due litri d’acqua, una quantità che nel corpo di un bambino avrebbe potuto spegnere ogni speranza”.
“Siamo felici di averlo tratto in salvo – aggiunge – e ringraziamo i medici del Cervello per la loro tempestività e il loro vitale intervento. Fondamentale – conclude – l’allarme dell’altro bimbo, senza il quale non ci saremmo accorti di cosa stava succedendo, visto che in quel momento l’area era popolata da almeno cinquanta bambini e dai rispettivi genitori”. “Poteva essere una tragedia – aggiunge il papà – starò più attento. Oggi sono contento perché lui è pieno di vita, allegro, sta bene ed è di nuovo in acqua, sembra avere già superato il trauma. Ma non lo perderò mai più di vista”.