SIRACUSA– Erano da poco passate le otto e mezza quando stamattina è crollato un pezzo di soffitto del bagno al secondo piano di una scuola superiore di Siracusa. L’Istituto è il tecnico industriale Enrico Fermi, più di 900 studenti in organico, quasi tutti maschi e il bagno era quello dei maschi: la legge dei grandi numeri dice da sola cosa si è sfiorato. Per fortuna alla prima ora nessuno va in bagno, eccetto un docente che era stato proprio nel punto del crollo dieci minuti prima.
La scuola ha dato subito ai suoi studenti l’ordine di uscita, sono arrivati i vigili del fuoco ed è arrivato pure il quartier generale dell’ente responsabile delle scuole superiori, la ex Provincia. Il crollo di parte del solaio è stato serio, secondo i tecnici (per la ex Provincia: Dario Di Gangi, dirigente del settore, Francesco Russo e i geometri Rosario Casalino e Claudio Corradino; per i Vigili del Fuoco, il responsabile della squadra intervenuta, Giuseppe Mauceri) “una frattura di due travi centrali portanti con il conseguente crollo di parte del solaio”, frutto di infiltrazioni pregresse dal bagno del piano superiore, e la riparazione richiederà interventi strutturali e tempi lunghi. La scuola rimarrà chiusa fino a lunedì per dare modo alla squadra della ditta interna alla ex Provincia di sistemare le criticità che i vigili del fuoco hanno individuato negli altri bagni e in altri locali.
Quel bagno, invece, rimarrà chiuso in attesa che il Libero consorzio abbia i fondi per la sistemazione definitiva. Insomma, è successo. Quanto gli stessi dirigenti della ex Provincia vanno denunciando da mesi è accaduto: “L’abbiamo sempre detto: questo è lo scotto che paghiamo con la chiusura delle Province”, esordisce subito il capo di Gabinetto del Libero consorzio Giovanni Battaglia, anch’egli arrivato immediatamente a scuola. “Se da qui ai prossimi anni – continua – non si interviene con misure finanziarie strutturali c’è da aspettarsi che queste cose di ripetano. Noi – spiega – non stiamo più intervenendo ordinariamente su servizi fondamentali, è da un anno che lo diciamo: le strade sono pericolose, le scuole sono in pericolo”.
I lavori di messa in sicurezza d’emergenza negli altri locali, per permettere la riapertura della scuola, li farà una squadra della ditta interna al Libero Consorzio, la Siracusa risorse, i cui dipendenti non prendono stipendi da 5 mesi: “Il bagno in questione, invece – spiega lo stesso capo di Gabinetto – ha bisogno di interventi strutturali e di tempi più lunghi, perciò resterà inagibile. Per ora verrà installata una rete di sicurezza”. La radice della questione è chiara: “Se la Regione non dà i soldi – spiega ancora Battaglia – insieme con le competenze che ha lasciato ai Liberi consorzi, noi non possiamo fare né manutenzione né altro. Il problema non è solo di questa scuola, ma anche di tutte le altre: se non arrivano soluzioni c’è da aspettarsi che episodi come questo accadano ancora”. Insomma, un’emergenza che nasce dal mancato completamento della riforma regionale delle ex Province, che al Libero consorzio siracusano sta determinando uno squilibrio finanziario di 26,5 milioni di euro. Anche a scuola c’è consapevolezza di vivere una situazione d’emergenza: “Tutti gli anni – racconta il vicepreside Salvatore Greco – facciamo richiesta di verifica statica dei locali, ma non essendoci i fondi queste verifiche non vengono fatte. Noi e i ragazzi – conclude – siamo il terminale di questa situazione”.