Trapani, condannato a 19 anni l'imprenditore Matteo Bucaria - Live Sicilia

Trapani, condannato a 19 anni l’imprenditore Matteo Bucaria

Ritenuto colpevole di essere stato il mandante dell’agguato subito dal cognato

La condanna a 19 anni dell’imprenditore trapanese Matteo Bucaria è stata pronunciata oggi dai giudici del Tribunale di Trapani, collegio presieduto dal giudice Agate. I giudici hanno accolto la richiesta di condanna che era arrivata dal pubblico ministero Sara Morri.

L’arresto

Bucaria, oggi ai domiciliari, fu arrestato dalla Polizia nel 2020, è stato ritenuto colpevole di essere stato il mandante dell’agguato subito nel 2013 dal cognato, Domenico Cuntuliano, per ragioni di carattere economico. Un episodio criminoso che risale al 2013 e per il quale è stato condannato già in via definitiva a 12 anni l’ex fontaniere del Comune di Trapani, Gaspare Gervasi, che venne arrestato proprio su indicazione del Cuntuliano: l’uomo riuscì infatti a salvarsi dai colpi di arma da fuoco esplosi contro di lui da colui il quale doveva essere il suo sicario, per fortuna riuscì solo a ferirlo anche gravemente.

Le intercettazioni

Proprio sul finire della sua detenzione Gervasi fu intercettato a scrivere dal carcere delle lettere a Bucaria, dove gli chiedeva denaro. Interrogato, rompendo il silenzio che aveva tenuto sin dai giorni del suo arresto e per tutta la durata dei processi dove è stato imputato, svelò che a Cuntuliano aveva sparato su incarico di Matteo Bucaria.

Le accuse di Gervasi a Bucaria

Oggi Gervasi è tornato libero e dopo che per anni ha celato il movente di quel tentato omicidio. Sentito nel processo contro Bucaria ha accusato l’imprenditore quale mandante dell’agguato a Cuntuliano, ed ha raccontato di avere accettato l’offerta di 50 mila euro da parte di Bucaria per uccidere il cognato. Bucaria durante il processo è stato sentito ed ha respinto ogni accusa.

Le indagini

I giudici hanno riconosciuto una provvisionale di 75 mila euro quale risarcimento a Cuntuliano, costituitosi parte civile con l’ avvocato Antonio Ingroia. Il nome di Bucaria è legato ad una stagione investigativa che tra le fine degli anni ’90 e i primi anni del 2000 portò alla scoperta di un sistema mafioso che pilotava gli appalti. Bucaria contribuì a svelare gli intrecci con le sue rivelazioni.

Gli avvocati Reina e Liotti: “Pronti a presentare impugnazione”

Gli avvocati Reina e Liotti, preso atto della decisione di primo grado del Tribunale di Trapani, nel doveroso rispetto del provvedimento adottato, sono estremamente convinti della estraneità del loro assistito in ordine al tentato omicidio commesso da Gaspare Gervasi e, in attesa del deposito della motivazione, rappresentano fin d’ora di proporre impugnazione affinchè venga fatta luce sulla vicenda.

L’avvocato di Cuntuliano: “Giustizia è fatta”

“Quale difensore di parte civile del processo Bucaria, esprimo – anche a nome del mio assistito Domenico Cuntuliano – immensa gratitudine alla magistratura trapanese che, prima, ha svolto encomiabili indagini, insieme ai poliziotti della Squadra Mobile di Trapani, per individuare il mandante del tentato omicidio, e poi, in data odierna, ha emesso una sentenza esemplare che ha fatto vera giustizia”, dice l’avvocato Antonio Ingroia. Una sentenza giusta che pone così parziale riparazione al dramma subito da Domenico Cuntuliano che ha subito irreversibili danni da questa dolorosa, tremenda e ingiusta vicenda che gli ha stroncato l’esistenza per sempre, pur avendolo lasciato in vita. Partecipare a questo processo in cui era imputato un parente, il marito della propria sorella, è stata per Cuntuliano un’ulteriore sofferenza che ha riaperto una ferita profonda e mai rimarginata. La Giustizia, però, ha effetti riparatori quando vengono emesse sentenze giuste. È questo il nostro caso, per cui diciamo : “Giustizia è fatta”.


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