Inutile negarlo, quello del Trapani è stato un vero e proprio suicidio sportivo. Davvero difficile spiegare come una squadra che era riuscita ad accumulare un vantaggio di undici punti sulle più immediate inseguitrici per poi dilapidarli in poche giornate e che successivamente era stata capace di risollevarsi giungendo alla finale di ritorno dei play off senza l’obbligo di vincere, abbia potuto gettare alle ortiche un’occasione davvero importante per agguantare la serie B. L’ambiente granata è sotto choc per un sogno cullato un’intera stagione ma mai raggiunto.
Impossibile prevedere cosa potrà succedere adesso. Conoscendo il patron granata Vittorio Morace, difficilmente la delusione per l’epilogo amaro di questa stagione porterà a un atteggiamento arrendevole. Anzi, come ha già dichiarato ieri nello spogliatoio granata, Morace ha già deciso di rilanciare e allestire una rosa in grado di puntare dichiaratamente alla cadetteria, al contrario di quanto accaduto in questa stagione nella quale l’obiettivo iniziale era quello di una tranquilla salvezza. Il presidente si affiderà ancora una volta a Roberto Boscaglia, il cui contratto è stato prolungato per altri tre anni subito dopo la conclusione della regular season. Il futuro del Trapani riparte, dunque, dal bonimio Morace-Boscaglia che tanto bene ha fatto nelle ultime annate. Un binomio nel segno della continuità che offre ampie garanzie in termini di progetto tecnico.
Certo è, comunque, che l’allenatore gelese dovrà fare tesoro degli errori commessi in prima persona e in condivisione con il suo staff tecnico che, a posteriori, avrebbe dovuto bilanciare meglio la preparazione atletica del gruppo. Appare paradossale, infatti, che una squadra capace di correre il doppio rispetto agli avversari a cavallo tra la fine del girone d’andata e la prima parte del girone di ritorno, si ritrovi a boccheggiare nel momento clou della stagione rovinando quanto di buono fatto in precedenza. Per un campionato dispendioso e lungo come quello di Prima Divisione, considerando anche l’eventuale appendice dei play off, occorre una preparazione che permetta di arrivare sino in fondo senza affanni.
Anche nella disposizione degli uomini in campo, Boscaglia dovrà rivedere qualcosa. Ieri il tecnico granata è rimasto prigioniero del proprio integralismo tattico: il Trapani, in buona sostanza, ha perso la partita perché non è riuscito a prendere le contromisure alle modifiche tattiche apportate da Gautieri dopo l’espulsione di Amenta, insistendo sul 4-4-2 con una difesa altissima e poco puntuale nell’applicazione della trappola del fuorigioco. Difetti che hanno consentito agli attaccanti del Lanciano di perforare tre volte la retroguardia dei padroni di casa in vantaggio dal secondo minuto di gioco e con un uomo in più per circa ottanta minuti.
Alla tifoseria granata va un grande plauso per aver accettato sportivamente il verdetto del campo. Quella di ieri rappresenta la delusione più grande nella storia del calcio trapanese, per certi aspetti paragonabile alla mancata promozione in B della stagione 1994/95 (granata estromessi in semifinale dal Gualdo). L’auspicio è che questo ko possa essere cancellato tra dodici mesi da una grande festa a Piazza Vittorio Veneto, come accaduto nelle ultime due stagioni. Al duo Morace-Boscaglia il compito di organizzare questa grande festa.