Trasparenza: c’è chi dice no, come racconta il settimanale S in edicola da sabato. Le cifre parlano chiaro. Solo due su 26 al Senato, 11 su 52 alla Camera. Il Parlamento apre alla pubblicazione volontaria dei redditi di deputati e senatori su internet, ma solo 13 dei 78 eletti in Sicilia rispondono: a Palazzo Madama hanno dato l’assenso Giuseppe Lumia (Pd, con un reddito complessivo di 128.389 euro nel 2011) e Carlo Vizzini (Psi, 203.504 euro dichiarati l’anno scorso), mentre a Montecitorio sono stati pubblicati i dati di Rita Bernardini (Radicali, 125.113 euro), Giuseppe Berretta (Pd, 222.246 euro), Enzo Carra (Udc, 204.235 euro), Basilio Catanoso (Pdl, 125.506 euro), Marco Causi (Pd, 163.399 euro), Fabio Granata (Fli, 210.311 euro), Tonino Russo (Pd, 122.466 euro), Marilena Samperi (Pd, 157.053 euro), Alessandra Siragusa (Pd, 122.899 euro), Giacomo Terranova (210.863 euro) e Salvo Torrisi (Pdl, 221.190).
Ecco invece i senatori che non hanno consentito la pubblicazione del reddito: Benedetto Adragna (Pd), Bruno Alicata (Pdl), Antonio Battaglia (Pdl), Enzo Bianco (Pd), Sebastiano Burgaretta Aparo (Pdl), Maria Giuseppa Castiglione (Pid), Roberto Centaro (Grande Sud), Vladimiro Crisafulli (Pd), Antonio D’Alì (Pdl), Gianpiero D’Alia (Udc), Mario Ferrara (Grande Sud), Pino Firrarello (Pdl), Salvo Fleres (Grande Sud), Enzo Galioto (Udc), Costantino Garraffa (Pd), Fabio Giambrone (Idv), Domenico Nania (Pdl), Vincenzo Oliva (Mpa), Nino Papania (Pd), Giovanni Pistorio (Mpa), Renato Schifani (Pdl), Anna Serafini (Pd), Nino Strano (Fli) e Simona Vicari (Pdl). A Montecitorio, invece, hanno detto no Angelino Alfano (Pdl), Carmelo Briguglio (Fli), Giovanni Burtone (Pd), Pietro Cannella (Pdl), Angelo Capodicasa (Pd), Daniela Cardinale (Pd), Roberto Commercio (Mpa), Sergio D’Antoni (Pd), Pippo Fallica (Grande Sud), Vincenzo Fontana (Pdl), Vincenzo Garofalo (Pdl), Francantonio Genovese (Pd), Nino Germanà (Pdl), Gabriella Giammanco (Pdl), Pippo Gianni (Pid), Vincenzo Gibiino (Pdl), Ugo Grimaldi (Grande Sud), Enrico La Loggia (Pdl), Ricky Levi (Pd), Carmelo Lo Monte (Mpa), Nino Lo Presti (Fli), Angelo Lombardo (Mpa), Calogero Mannino (Repubblicani-azionisti), Giuseppe Marinello (Pdl), Antonio Martino (Pdl), Pierdomenico Martino (Pd), Ignazio Messina (Idv), Gianfranco Micciché (Grande Sud), Antonino Minardo (Pdl), Dore Misuraca (Pdl), Giuseppe Naro (Udc), Sandro Oliveri (Mpa), Alessandro Pagano (Pdl), Giuseppe Palumbo (Pdl), Stefania Prestigiacomo (Pdl), Saverio Romano (Pid), Giuseppe Ruvolo (Pid), Barbara Saltamartini (Pdl), Pippo Scalia (FareItalia), Umberto Scapagnini (Pdl), Domenico Scilipoti (Responsabili) e Francesco Stagno d’Alcontres (Grande Sud).
La Legge, approvata dal Parlamento, vuole che le retribuzioni dei funzionari pubblici siano pubblicate sui siti internet. Un pò di buona volontà in materia non guasterebbe. Mica gli si chiede di vederli in mutande!
Gio crede che questa volta rispettino le la legge?
Lo stipendio dei politiconzoli italiani é, in media, elevatissimo. Chi si rifiuta alla pubblicazione delle proprie… parcelle, lo fa perché sá che si potrebbe scatenare una rivolta. Proprio come sta accadendo in Grecia.
I loro guadagni sono un offesa per tutti quelli che non sanno come fare per arrivare a fine mese.
@ Lirio Cammarata. Non so cosa preveda la Legge per i parlamentari. Parlavo dei dipendenti pubblici, ritenendo che ciò che i parlamentari hanno ritenuto buono per altri possano benissimo ritenerlo buono per loro stessi. Se si parla di redditi dei parlamentari, si includono anche quei redditi che non derivano dallo stipendio di parlamentare: consulenze, beni immobili, plusvalenze da azioni o obbligazioni, ecc… Mi sembrra che in questo caso la trasparenza abbia un valore che va ben al di là della critica sulle indennità parlamentari e coinvolge eventuali conflitti di interessi su specifiche materie.
Figurati!!!…rischiano il linciaggio!!