Palermo parte civile al processo| "Mortificata l'esistenza dei cittadini"

Palermo parte civile al processo| “Mortificata l’esistenza dei cittadini”

"La città è stata la prima, in occasione del maxi processo del febbraio del 1986, a costituirsi parte civile e lo sarà in tutti i processi su casi che la riguardano". Questo il pensiero del sindaco, presente in aula al Pagliarelli.

TRATTATIVA STATO-MAFIA
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PALERMO – C’era anche Leoluca Orlando all’udienza sulla trattativa Stato-mafia. Una presenza – ha sostenuto il sindaco – per riprendere il filo del passato. Orlando, accompagnato dai legali dell’avvocatura comunale Giulio Geraci e Giovanni Airò Farulla, ha depositato la costituzione di parte civile dell’amministrazione di Palazzo delle Aquile. Proprio come avvenne nel febbraio 1986 ai tempi del primo maxi processo alla mafia.

“La città di Palermo è sempre stata accolta, quale parte civile nei processi di mafia nei quali si è costituita – si legge nella richiesta -,  anche quando questi riguardavano fatti specifici avvenuti fuori dal suo territorio, come nel caso della strage di Capaci. Ciò perché è a Palermo che la mafia ha storicamente il proprio luogo di comando ed è la città di Palermo, insieme ai suoi cittadini, a subire le conseguenze dirette più immediate e pesanti della presenza e delle attività della mafia e dei suoi legami ed intrecci col potere politico”.

“Alle violenze e i lutti che hanno colpito direttamente la città e tanti suoi cittadini, si aggiunge il danno materiale determinato dalla corruzione del sistema economico – prosegue la richiesta di costituzione -, dallo sviluppo di attività imprenditoriale drogate dal capitale mafioso in danno del libero mercato ed il danno d’immagine che scoraggia gli investitori nazionali ed internazionali ed ulteriormente deprime l’economia della città”.

I legali sottolineano che oltre al danno patrimoniale e d’immagine c’è pure quello esistenziale: “L’esistenza dei cittadini, specie dei giovani, è stata ed è fortemente condizionata e mortificata, nella propria credibilità e nel proprio prestigio, da ogni attività o fenomeno mafioso”.

Al di là degli aspetti generali, gli avvocati del comune di Palermo, hanno ricordato come “gli imputati dell’odierno procedimento hanno consapevolmente e fattivamente contribuito al sostegno e al rafforzamento di Cosa nostra mettendo in atto o comunque favorendo la cosiddetta trattativa, che altro fine non aveva se non quello di rafforzare l’associazione criminale, aumentandone la capacità intimidatrice e favorendo, con un alleggerimento delle conseguenze penali per i suoi adepti, la sua capacità militare che a Palermo ha trovato massima capacità intimidatrice ed è stata esercitata appieno con gli omicidi dei giudici Falcone e Borsellino, che hanno avuto certamente un esito determinante per determinare l’esito della trattativa, lasciando alla città di Palermo un segno indelebile e universalmente riconosciuto.”

 


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