PALERMO – La pena in appello scende da 4 anni a 3 anni e due mesi per Pietro Sclafani, imputato per l’omicidio colposo di Tania Valguarnera. È stata la difesa a rinunciare lo scorso novembre ai motivi di appello, ad eccezione di quello che riguardava la pena.
Il 17 maggio 2015 l’imputato, di professione panettiere, travolse alla guida di un furgoncino Tania Valguarnera, 29 anni. La donna stava attraversando via Libertà sulle strisce pedonali per andare a lavorare al call center di Almaviva.
In primo grado non era arrivato il via libera al patteggiamento. Ora la Procura generale ha ritenuto congrua la pena di 3 anni e due mesi. La decisione è della Corte di appello presieduta da Adriana Piras.
“Una tragica fatalità”, l’avevano definita i difensori, associandosi al dolore dei familiari di Tania. Era una domenica mattina e, sottolinearono gli avvocati Ninni Reina e Marco Lo Giudice, “proprio in coincidenza con il sinistro era imperversato su Palermo un temporale con nubifragio”.
Pioveva e la visibilità era scarsa. E poi le strisce pedonali erano sbiadite. Una tesi che cozzava con le conclusioni del consulente dell’accusa, secondo, cui Sclafani sarebbe stato imprudente alla guida e non prestò soccorso a Tania dopo l’impatto.
I familiari della vittima in primo grado si erano costituti parte civile con l’assistenza degli avvocati Ennio Tinaglia, Giuseppe Di Cesare e Renato Bocina. Sono stati nel frattempo risarciti dalla compagnia di assicurazione, e lo hanno attestato in una lettera presentata dalla difesa.
All’epoca dei fatti il reato di omicidio stradale non era stato ancora introdotto, ma la pena decisa in abbreviato fu ugualmente pesante. Sclafani oggi è libero, dopo avere trascorso due mesi in carcere e un anno agli arresti domiciliari.