Trionfo e bolgia a piazza Europa: elogio alla fatica del Catania loco

Trionfo e poi bolgia a piazza Europa: elogio alla fatica del Catania “loco”

Il primo trofeo della Storia arriva in uno degli anni più assurdi

CATANIA – C’è un termine parecchio in voga tra i latino-americani che aiuta a sintetizzare la caduta nelle polveri e l’ascesa all’altare della compagine etnea: ed è loco. Già. È un Catania loco quello di questa stagione. Pazzo quanto basta per rendere tutto indecifrabile e disconnesso e, d’improvviso, meraviglioso. Il primo trofeo della storia rossoazzurra arriva in uno degli anni più assurdi di sempre: dove si rischia di toccare il baratro in campionato e si finisce, per contro, con l’alzare la Coppa Italia di Serie C. Un trofeo ben più pesante di quanto dicano i centoventi minuti storici di ieri sera.

Alleluja, brava gente

Alleluja, brava gente“. Quella gente che è rimasta fuori da un Massimino reso off limits da un manipolo di balordi dopo i fatti dell’andata; quella gente, in divisa e scarpe da calcio, che è scesa in campo sapendo che aveva da rimontare un gol, diventati due dopo appena una mancata di secondi dal fischio d’inizio; quella gente rappresentata dai 1500 ragazzini festosi presenti in Tribuna B.
Infine, la gioia dopo l’inzuccata all’ultimo alito di speranza dei supplementari di un finalmente rapace Costantino, che sfonda ogni consuetudine di antica nobiltà come quella rossoazzurra.

Elogio alla fatica

È un trofeo unico e inedito, questa Coppa Italia. Che fa parte del tessuto sociale della città: è l’orgoglio distintivo di un’appartenenza. Un successo che porta con sé un intenso profumo di fatica. Ecco il simbolo di questo pazzesco (loco, appunto) e sperato traguardo. Non c’è la faccia di un protagonista soltanto. Oppure l’epopea di un modulo tattico. Non c’è una vittoria epica o spettacolare (che pure non sono mancate). E nemmeno il jolly pescato dalla panchina a togliere le castagne dal fuoco. Niente di tutto questo: è stata la fatica come vocazione che ha consentito a questo Catania di vincere partite che parevano essere già segnate.

La responsabilità del trionfo

I caroselli in piazza Europa, i clacson a liberazione di quell’urlo censurato al Massimino: quello che ieri la città ha voluto festeggiare non è un Catania d’epoca. Ma potrebbe forse essere un Catania ancora più importante: quello della rinascita al termine di un ciclo davvero negativo e che fino a ieri è sembrato essere un tunnel senza uscita. Interminabile. Ma questa Coppa fornisce adesso il dovere di pensare a dargli una proiezione più robusta e più vasta in campionato: con i play off in tasca non ci si può suicidare continuando farsi rosicchiare punti dalla zona retrocessione.

È un pò questo il senso di questo trionfo. Imporsi di continuare a vincere: rigorosamente con fatica.

[Foto Catania Fc]


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