RAGUSA – “Siamo stati abbandonati al nostro destino e ogni giorno dobbiamo provvedere all’ordinaria e straordinaria amministrazione dei nostri comuni sul filo dei centesimi, senza alcuna certezza su quando i trasferimenti regionali e statali arriveranno a rimpinguare le casse dei nostri enti né sul loro esatto ammontare”. E’ il grido d’allarme lanciato ieri dai sindaci dei dodici comuni ragusani che, al termine di una riunione nell’aula consiliare del Comune di Pozzallo, hanno deciso di mettere in atto una forte protesta simbolica e si sono recati in Prefettura per consegnare nelle mani del massimo rappresentante del Governo in provincia, il prefetto Annunziato Vardè, le loro fasce tricolore.
“Finora da Palermo – fa sapere il sindaco di Ragusa, Federico Piccitto – è arrivato solo un acconto del 10 per cento e non solo non sappiamo quando i restanti fondi saranno erogati ma sembra che dovremo fare i conti con tagli che sfiorano il 30-40 per cento”. In alcuni casi i primi cittadini la totale incertezza e i ritardi nell’accreditamento delle somme, comprese quelle relative al cosiddetto ‘Fondo di solidarietà’, che non hanno permesso neppure di chiudere i bilanci di previsione. Alla conferenza dei sindaci ha preso parte anche Paolo Amenta, presidente dell’Anci Sicilia, che ha spiegato come lo Stato abbia messo in atto procedure “che tendono ad impoverire sempre di più i Comuni senza diminuire le spese dell’amministrazione centrale centrale. I sindaci? Sono in trincea, rappresentano il tappo della bottiglia che sta per esplodere”.
Duro anche l’intervento del Sindaco di Vittoria, Giuseppe Nicosia, che ha denunciato una situazione di “solitudine totale e di abbandono” anche da parte dei deputati nazionali che “non essendo stati scelti direttamente dal popolo, risultano completamente slegati dagli interessi dei territori”. Vardè, dal canto suo, ha si è detto “pienamente consapevole del grave momento di difficoltà economico-finanziaria” attraversato dai Comuni e ha assicurato che provvederà ad inoltrare le richieste ai Governi statale e regionale.