PALERMO – Aldo ed Helios giravano il mondo. L’uomo, pittore e mimo di origini francesi di 56 anni, aveva un fedelissimo amico, un gatto che portava al guinzaglio e che stava sempre al suo fianco. Stava fermo sulle sue spalle, a lui si stringeva nelle nottate di freddo, quando il micio scaldava il suo corpo e il suo cuore, sotto quel cumulo di coperte oggi sporco di sangue.
Aid Abdellah aveva deciso di farsi chiamare “Aldo” a Palermo, ultima tappa del suo percorso di vita che si è concluso sotto i portici di piazzale Ungheria. Era un nome da ricordare con facilità, specie per i volontari che lo assistevano e non gli facevano mai mancare cibo e coperte. A pochi giorni dal Natale, Aldo è stato trovato morto davanti a quel bar chiuso da tempo, dove trascorreva le notti e le giornate. Tra le strade del centro città addobbate a festa, potrebbe essere finito nel mirino di un gruppo di balordi: aveva una profonda ferita alla testa, sul suo umile giaciglio messo a soqquadro sono state trovate tracce ematiche che fanno pensare al peggio. Il suo gatto l’ha vegliato fino all’arrivo dei carabinieri, poi sarebbe stato affidato ad una donna.
L’ipotesi privilegiata è quella di un’aggressione mortale, per questo la Procura ha avviato le indagini per omicidio. Il pm Daniele Sansone ha nel frattempo disposto l’autopsia. Al vaglio ci sono le immagini delle telecamere della zona e la testimonianza di chi ha lanciato l’allarme. La ragazza che stamattina ha chiamato i soccorsi ha raccontato di aver trovato il giaciglio in disordine, di aver tentato di svegliare l’uomo. Un “artista” come lo definiscono in tanti, un “uomo di cultura che aveva fatto la scelta di vivere sotto le stelle”. Le stelle erano lì, oltre i portici in cui Aldo era arrivato all’inizio del 2017. “Impossibile non notarlo – dice chi abita in piazzale Ungheria – un uomo educato, sempre ben disposto e cordiale”. Aveva vissuto in Puglia, poi nel Lazio e in Nord Italia. “Un giorno – aggiunge un commerciante – mi raccontò che amava Palermo per il suo clima mite e la disponibilità delle persone. Mi disse che anche Helios adorava le temperature calde e che al Nord avrebbero sofferto. Avevano quindi deciso di restare qui”.
Ma in passato, alcune baby gang l’avrebbero preso di mira, proprio come è già successo ad altri clochard aggrediti nella stessa zona. Basti pensare che due anni fa, ad uno dei senzatetto fu gettata della benzina sulle mani, mentre dormiva. Anche un altro uomo fu picchiato nel 2015, ma riuscì a mettere in fuga un gruppo di giovani che volevano rapinarlo.
“Siamo sconvolti – dicono i volontari delle associazioni che assistono i clochard in città – Aldo era una persona buona, pensava prima al suo gatto, poi a se stesso. Teneva sempre un piattino per terra, con i croccantini per Helios, non chiedeva soldi a nessuno, una persona rara e pacifica”. “Una notizia terribile – aggiunge Giuseppe Li Vigni, della onlus “Gli Angeli della Notte” – che arriva poco prima di Natale, quando i più sfortunati dovrebbero essere avvolti dal calore di ognuno di noi. Se sarà accertato che Aldo è stato vittima di un’aggressione, ci troveremo di fronte all’ennesimo caso di intolleranza verso i più deboli sfociato in una violenza inaudita. Sarebbe gravissimo per una città che si descrive sempre come accogliente e tollerante”.
“La tragica morte di Aid Abdellah è un segno dell’imbarbarimento dei tempi; di una società dove la violenza gratuita si accanisce sui più deboli e indifesi, sugli ultimi fra gli ultimi. Aid “Aldo” aveva scelto di vivere a Palermo e aveva scelto di vivere in strada, con grande dignità e con grande delicatezza, come hanno raccontato tutti coloro che lo hanno conosciuto. Anche per questo l’Amministrazione comunale ha avviato i contatti con le autorità francesi e sta verificando se proprio a Palermo si possa dare sepoltura a quello che era a tutti gli effetti un nostro concittadino.”
Lo ha dichiarato il Sindaco Leoluca Orlando in merito all’uccisione del 56enne clochard francese.