Fabbrizio a giudizio per truffa | E spunta l'ipotesi corruzione - Live Sicilia

Fabbrizio a giudizio per truffa | E spunta l’ipotesi corruzione

Il Palazzo di giustizia di Palermo

Antonio Fabbrizio della Rps Consulting di Palermo avrebbe incassato indebitamente un milione di euro dal ministero dello Sviluppo economico. La difesa: "Accuse insussistenti". E in un'altra inchiesta i pm accendono i riflettori sui progetti dell'assessorato regionale ai Beni culturali: "Gare pilotate".

PALERMO - DOPPIA INCHIESTA
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PALERMO – Antonio Fabbrizio si dovrà difendere dall’accusa di truffa. Il legale rappresentante della società Rps Consulting, con sede legale in via Salinas a Palermo, è stato rinviato a giudizio. Avrebbe ottenuto un finanziamento di 5 milioni di euro, di cui uno già incassato, dal ministero dello Sviluppo economico.

Si tratta di contributi pubblici, di provenienza nazionale e comunitaria, nel quadro del “Bando Industria 2015 – settore Innovazione Industriale – Efficienza Energetica”. Obiettivo: la realizzazione di un impianto per la produzione di biocombustibili da materiali di scarto mediante impianto termochimico multiutenza ad elevate efficienza energetica. Nel 2010 Fabbrizio ottenne un sostanzioso dal ministero per lo Sviluppo economico. Il giudice per l’udienza preliminare Nicola Aiello ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio dei pubblici ministeri Alessandro Picchi e Daniela Varone.

“Dimostreremo nel processo l’infondatezza e l’insussistenza dell’azione penale”, replica l’avvocato Roberto Mangano che compone il collegio difensivo assieme a Raffaele Bonsignore e Nico Caleca.

Per un’inchiesta che sfocia in un processo ce n’è un’altra in piena evoluzione, che potrebbe avere risvolti clamorosi. Perché gli investigatori sono convinti di avere trovato “evidenti indizi di reità in ordine a condotte corruttive poste in essere” da Fabbrizio, “il quale dietro compenso in denaro a pubblici funzionari compiacenti, avrebbe turbato procedure amministrative”. Dietro l’angolo c’è un possibile terremoto negli uffici dell’assessorato regionale ai Beni culturali. Nel mirino degli investigatori, infatti, sono finiti i finanziamenti assegnati nell’ambito del Por, Piano operativo regionale, 2000-2006 in favore del Consorzio Sistema Servizi e Musei e del Consorzio Cult.

Il 10 ottobre 2013 i pubblici ministeri spedirono a Fabbrizio, personaggio dai molteplici interessi in diverse società, l’avviso di conclusione delle indagini per la presunta truffa Cinque giorno dopo, un altro pubblico ministero, Luca Battinieri, dispose una perquisizione e spedì un avviso di garanzia a Fabbrizio, stavolta per corruzione.

L’inchiesta sfociata nel rinvio a giudizio, oltre alla presunta truffa aggravata ai danni dello Stato e dell’Unione europea, ipotizza i reati di malversazione, falso e fittizio aumento di capitale sociale. I finanzieri avrebbero scoperto una serie di presunte irregolarità commesse da Fabbrizio. Innanzitutto avrebbe dichiarato al ministero di avere acquisito il management necessario per il progetto con un contratto di affitto che non è mai stato stipulato. Poi, avrebbe dichiarato di avvalersi di professionalità mai assoldate. Quindi avrebbe attestato falsamente di avere provveduto ad un aumento di capitale da 500 mila a 5 milioni di euro.

Nell’ambito della seconda indagine, ancora in itinere, il 24 ottobre scorso i finanzieri hanno perquisito la casa di Fabbrizio. Nel decreto di perquisizione si profilava una ipotesi pesante: con il pagamento di mazzette a pubblici funzionari sarebbe stata turbata la gara per assegnare alcuni finanziamenti del Por che riguardavano il progetto denominato “Sistema Itinerario Torri e Castelli” che coinvolgeva i comuni di Terrasini, Isola delle Femmine, Capaci, Cinisi, Balestrate, Trappeto, Borgetto, Partinico, Torretta, Giardinello, Montelepre e Carini.


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