Forniture e tangenti al Civico | Condannati medici e imprenditori - Live Sicilia

Forniture e tangenti al Civico | Condannati medici e imprenditori

Tutti condannati. Medici, dipendenti dell'ospedale Civico (parte lesa) e imprenditori. Erano imputati, a vario titolo, di corruzione, turbativa d'asta, peculato, truffa e falso. Stangata per Mario Re e Giustino Strano.

PALERMO – Tutti condannati. Medici, dipendenti dell’ospedale Civico e imprenditori. Erano imputati, a vario titolo, di corruzione, turbativa d’asta, peculato, truffa e falso. Sette anni e 2 mesi di reclusione sono stati inflitti a Mario Re, sei anni e 4 mesi a Giustino Strano, rispettivamente ex primario del reparto di Rianimazione ed ex responsabile del servizio di Medicina iperbarica dell’ospedale Civico; cinque anni ad Adriano Cipriani, vice di Carlo Marcelletti alla divisione di Cardiochirurgia pediatrica (nel suo caso sono cadute le accuse di corruzione e falso. È rimasta in piedi solo quella di peculato per alcune visite fatte in ospedale senza versare la quota spettante all’ospedale. “Una cifra che ammonta ad appena 500 euro e per la quale ci difenderemo in appello”, spiega l’avvocato Fabio Ferrara); cinque anni e 9 mesi all’imprenditrice Anna Leonardi; quattro anni e 3 mesi a Salvatore Colletto, dipendente della ditta Emolife.

Il processo, celebrato davanti alla prima sezione del Tribunale, presieduta da Fabrizio La Cascia, nasceva dall’inchiesta della sezione Reati contro la pubblica amministrazione della Squadra mobile che portò all’arresto di Marcelletti, primario di Cardiochirurgia pediatrica (morto suicida) e di Giuseppe Castorina, amministratore della Med Line che, dopo avere patteggiato una condanna a tre anni, ha iniziato a collaborare con i pm. L’indagine svelò nel 2008 una serie di irregolarità nella gestione degli appalti per le forniture di materiali e strumenti al Civico e di truffe e peculati ai danni dell’azienda ospedaliera. Grazie alla compiacenza dei medici, e sfruttando l’escamotage dell’urgenza, le forniture sarebbero state gonfiate. O addirittura risultava acquistata della merce mai consegnata nei reparti. Marcelletti venne accusato anche di produzione di materiale pedopornografico in quanto dalle intercettazioni telefoniche emerse che scambiava messaggi hard con una minorenne. Nel processo è coinvolta la madre della ragazzina, M.C, accusata di produzione di materiale pornografico in concorso. È stata condannata a 6 anni e tre mesi di carcere.

Il grande accusatore era l’imprenditore Castorina. Fu lui a raccontare ai pubblici ministeri Sergio Demontis e Amelia Luise cosa sarebbe accaduto ai danni del Civico. “Lui (Mario Re ndr) aveva tutta una serie di benefit. Tra cene, congressi, viaggi. Noi di cene spendevamo da tre a quattromila euro al mese – mise a verbale -. E poi una Smart cabrio che ho fatto un passaggio di proprietà senza corresponsione di denaro da parte sua. Lui ha comprato un Mercedes S320. L’ha comprato lui, ha fatto un leasing e la rata mensile che lui pagava veniva prelevata in contanti da me. Almeno per questa macchina almeno cinquantamila euro li abbiamo usciti sicuro. Gli portavo ogni tanto un pezzo di uova di tonno”. E poi ci sarebbero stati i viaggi mascherati come “trasferte per i congressi” e gli abbonamenti in Tribuna allo stadio Barbera: “Facevo quattro abbonamenti l’anno, per me, mio figlio, il professore e suo figlio. Tribuna centralissima. Mi pare la centralissima costava o mille o mille e duecento euro a persona. Ogni anno ero duemila e quattrocento euro”. L’elenco dei benefit proseguirebbe con “Mont Blanc” e posti di lavoro: “Gli ho assunto una sua compaesana. Che lui me l’ha sponsorizzata”.

Da Mario Re a Giustino Strano. Cambierebbe il medico, ma non il modus operandi. Almeno a giudicare dalle parole di Castorina: “Sulle forniture, praticamente era stato creato in gara un kit che in realtà non aveva senso di esistere, ma era un kit che costava circa trecento euro, che era stato fra l’altro preparato ad arte da me, dove praticamente quando consegnavamo parte del materiale veniva addirittura pure buttato, perché lui non è che poteva usare. Poi la domanda secca: “Giustino Strano che ci guadagnava? Risposta. “I soldi. Pigliava il dieci per cento sulle forniture. Il dieci per cento dell’imponibile su qualsiasi tipo di fornitura. Io usavo delle scatole di sigari vuote dove dentro mettevo i soldi che gli ho consegnato”.

Le accuse hanno retto al vaglio del Tribunale, nonostante gli imputati le avessero bollate come “Inverosimili, intattendibili, incoerenti e vaghe”.

Nel dibattimento si era costituita parte civile l’azienda ospedaliera Civico a cui è stata rinosciuta una provvisionale di cento mila euro. Il danno complessivo, compreso quello d’immagine, sarà quantificato in sede civile.

 

 


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