Truffe agli anziani, 4 arresti: in sei sono ricercati - Live Sicilia

Truffe agli anziani, 4 arresti: in sei sono ricercati

I colpi sono stati messi a segno in diverse regioni italiane
LE INDAGINI
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Truffe ai danni degli anziani, con le tecniche collaudate del ‘finto maresciallo’ o del ‘finto avvocato’. I Carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Bologna, coordinati dalla Procura felsinea, stanno eseguendo a Napoli un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 10 persone, 4 già arrestate, le altre ricercate, tutte residenti nella provincia di Napoli e ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe aggravate in danno di anziani.

I fatti si sono verificati su tutto il territorio nazionale, in particolare in Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Lazio e Campania. L’indagine, avviata ad ottobre 2020 a maggio 2021 in seguito di episodi consumatisi nella provincia di Bologna, ha consentito di disarticolare tre distinti gruppi criminali. Sedici in totale gli indagati.

Le indagini hanno permesso di ricostruire 64 truffe ai danni di anziani, con un illecito profitto di circa 200.000 euro. Nominativi e numeri di telefono delle vittime venivano reperiti su internet. A quel punto finti marescialli o avvocati, con la scusa di un grave incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto un parente, quasi sempre un figlio o un nipote, contattavano gli anziani chiedendo denarfo o gioielli, da consegnare a un complice, per evitare gravi conseguenze giudiziarie. Per rendersi maggiormente credibili invitavano la vittima a contattare il “112” e, tenendo la linea telefonica aperta, facevano credere al malcapitato di parlare con i carabinieri che, ovviamente, confermavano le circostanze della vicenda. Contestualmente carpivano dalla vittima ulteriori informazioni sensibili che, subito dopo, il falso avvocato utilizzava per chiedere il pagamento di una “cauzione”, generalmente di alcune migliaia di euro.

Una delle tre organizzazioni, al fine di eludere le indagini, aveva dislocato il “Call Center” da cui partivano le telefonate nei confronti delle vittime in Spagna, a Barcellona: la truffa veniva quindi organizzata con schede telefoniche acquistate sul posto. In mattinata sono scattate anche diverse perquisizioni nei confronti dei 10 indagati finalizzate al sequestro preventivo di denaro contante, provento delle truffe, per un ammontare di 100.000 euro.


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