Processo a Matteo Tutino | Il grande accusatore in aula - Live Sicilia

Processo a Matteo Tutino | Il grande accusatore in aula

Matteo Tutino

Il chirurgo plastico Francesco Mazzola ascoltato come testimone e parte offesa.

PALERMO – Il grande accusatore di Matteo Tutino in aula punta il dito contro l’ex primario di Chirurgia plastica dell’ospedale Villa Sofia. Il medico Francesco Mazzola fu colui che nel 2013 si rivolse alla Procura per denunciare le presunte irregolarità nella gestione del reparto.

Rispondendo alle domande del pubblico ministero Giacomo Brandini, Mazzola, pure lui chirurgo a Villa Sofia, racconta i giorni della nomina di Tutino: “Aspettavamo l’arrivo di Marguglio (Vincenzo Marguglio, ndr) e improvvisamente fu nominato in comando Tutino”. Una nomina giunta in concomitanza con la scelta del nuovo direttore generale Giacomo Sampieri, pure lui sotto processo, voluto dall’ex presidente della Regione Rosario Crocetta. “La venuta di Tutino – prosegue Mazzola – fece saltare l’organizzazione delle sedute operatorie e dei turni dei medici. Si occupava di pazienti non transitati dal Cup”. E cioè dal centro di prenotazione e dalle liste di attesa.

Mazzola cita gli interventi di rinoplastica, rimozione di adiposità addominali, ginecomastia che “sono interventi di chirurgia estetica”. Ed ecco il cuore del processo, Tutino è accusato di avere eseguito operazioni che non si potevano fare in un ospedale pubblico, se non in regime di intramoenia. “Le settoplastiche – Mazzola fa un esempio – le tratta l’otorino perché tolgono troppo tempo ai chirurghi che devono occuparsi dei traumi e dei pazienti oncologici”. Mazzola parla poi di ”aggressione alla sua attività” con l’arrivo di Tutino in reparto: trasferimenti improvvisi di infermieri che lavoravano con lui, spostamento dell’ambulatorio, contestazioni, a suo dire, pretestuose.

Il collegio difensivo del chirurgo, composto dagli avvocati Carlo Taormina e Sabrina Donato, incalzano il testimone, che è anche parte civile, cercando di dimostrarne l’inattendibilità. Le accuse di Mazzola sarebbero mosse da risentimento di carattere personale e professionale. A cominciare dal fatto che Tutino avrebbe ottenuto un posto a cui lo stesso Mazzola concorreva.

I legali di Tutino replicano con una nota: “Mentre prendiamo atto della diffamazione consumata dal Dr. Mazzola nei confronti del Dr. Matteo Tutino, che senza mezzi termini ha qualificato in maniera denigratoria il suo ruolo professionale, e pertanto, sarà immediatamente querelato per diffamazione, sorge il dubbio che il Dr. Mazzola, che ha manifestato entusiasmo per gli esiti della sua testimonianza, non abbia compreso quanto realmente accaduto nel corso dell’udienza odierna. Il Dr. Mazzola ha dovuto riconoscere che le sanzioni a lui inflitte per gli illeciti disciplinari compiuti erano tutte assolutamente fondate, con ciò riconoscendo le sue scorrettezze e la linearità del comportamento del Dr. Tutino. Egli ha dovuto riconoscere di avere falsamente dichiarato al pubblico ministero illegalità che il Dr. Tutino avrebbe consumato sul ricovero di alcuni pazienti, essendo stato costretto ad ammettere che nello stesso giorno ben potevano essere effettuate sia le prenotazioni che l’apertura delle cartelle cliniche in day hospital. Il medesimo non ha potuto fare a meno di riconoscere di aver eseguito in Villa Sofia interventi da lui definiti di carattere meramente estetico da lui stesso e, quindi, smentendosi rispetto all’accusa da lui formulata nei confronti del Dr. Tutino. Sulla ‘consumazione di eventuali fatti…’. Possiamo dire che il Dr Mazzola ha ammesso di aver affermato che il dottor Tutino aveva effettuato in Villa Sofia interventi di estetica pura e non funzionali, senza mai aver visto un paziente. La sua testimonianza ha fatto emergere le ragioni, certamente poco edificanti, per le quali egli ha subito sanzioni e procedimenti disciplinari e per le quali risulta anche oggi imputato di peculato. Se su questa base il Dr. Mazzola ritiene di poter cantare vittoria e di potere osannare nella magistratura nella quale dichiara di avere fiducia, c’è da dubitare sulla sua capacità interpretativa dei fatti. Il Dr. Mazzola, ha anche ammesso che tutti i ricorsi fatti per la nomina a primario del Dr. Tutino, sono stati tutti integralmente rigettati e che nessuna impugnazione è stata esperita rispetto ai provvedimenti giudiziari che lo hanno clamorosamente smentito. Da parte nostra restiamo in attesa del verbale d’udienza per accertare la consumazione di fatti di falsa testimonianza”.

Completano l’elenco degli imputati Damiano Mazzarese, dirigente del dipartimento di Anestesia e rianimazione, Giuseppe Scaletta, ispettore della Digos e la moglie genetista, Mirta Baiamonte. Parti civili del processo sono l’azienda Villa Sofia, l’ordine dei medici, i dottori Sajeva e Mazzola ed Emilio Italiano, parte lesa nella vicenda della mancata apertura della banca del seme. Sono assistiti dagli avvocati Mauro Torti, Corrado Nicolaci, Michela Dolce e Giuseppe Gerbino.

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