PALERMO – Le nomine alla Struttura commissariale per la depurazione delle acque portano a galla tensioni esistenti da tempo nei fondali del centrodestra siciliano. In un venerdì agostano di bonaccia, con le barche della Palermo-Montecarlo ormai al sicuro nel Principato di Monaco, il vento di Tramontana nato dalle nomine decise da Roma finisce per agitare le acque della maggioranza nell’Isola fino a farne un mare in tempesta. Fratelli d’Italia incassa due dei tre nomi scelti dal governo nazionale e il presidente della Regione, Renato Schifani, va in asse con uno dei pilastri della sua coalizione, la Lega, nel bocciare la terna commissariale: “Servono professionalità specifiche e indipendenti”. Della partita anche Noi Moderati, che si dice “in piena sintonia” con il presidente della Regione, mentre a tarda sera arriva la replica dei meloniani dell’Ars (“Ingiuste le critiche del governatore”) che fanno sponda con la nota congiunta di deputati e senatori FdI: “Siamo perplessi davanti alle dichiarazioni di Schifani”.
FdI pigliatutto
Le nomine dell’ex deputato nazionale Fabio Fatuzzo (nuovo commissario), e dei suoi vice Toto Cordaro, già assessore regionale al Territorio e ambiente nel governo Musumeci, e Antonino Daffinà, espressione di Forza Italia ma legato al presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, provocano così profonde ferite nello schieramento che vinse le elezioni regionali quasi un anno fa. I riflettori sono comunque puntati sul rapporto tra Schifani e Fratelli d’Italia, partito che porta a casa due nomine su tre: in primis quella di Fatuzzo, collegato al senatore Salvo Pogliese che da sindaco di Catania lo volle al vertice della Partecipata comunale Sidra. La ‘carta’ Cordaro, invece, gratifica l’area musumeciana di Fratelli d’Italia. L’ex assessore al Territorio, che alle ultime Regionali si era schierato con la galassia del partito vicina alla deputata nazionale Carolina Varchi, da febbraio è di nuovo al fianco di Musumeci ma questa volta al ministero per la Protezione civile e le politiche del mare, in veste di consigliere a titolo gratuito.
Tra polemiche e intese politiche
Sono in tanti, in queste ore, a inquadrare le nomine di Fatuzzo e Cordaro proprio come un segnale dai vertici di FdI agli alleati di Sicilia e, in particolare, a Schifani. Nonostante il governatore ribadisca ad ogni occasione la “continuità” tra il suo governo e quello del predecessore, Roma avrebbe giudicato eccessive alcune polemiche sorte in Sicilia (ultima fra tutte quella sul sistema aeroportuale dell’Isola). In chiave politica, inoltre, non sono passate inosservate le sintonie tra Schifani e il tandem Cuffaro-Lombardo in vista di un possibile listone dei moderati alle Europee, con ricadute sulle altrettanto possibili elezioni provinciali di primavera.
Palazzo d’Orleans: “Serviva condivisione”
Al governatore, però, non sono andate giù le modalità con le quali è arrivato l’annuncio da Roma della terna commissariale. Dopo un lungo tira e molla che ha bloccato la struttura che si occupa della realizzazione dei depuratori, come raccontato da LiveSicilia, e un Dpcm ritirato poco prima della registrazione alla Corte dei conti, alla fine l’hanno spuntata i nomi che circolavano da alcuni giorni ma che non erano stati condivisi con il governo regionale. Una circostanza che Palazzo d’Orleans considera una grossa sbavatura da parte di Chigi, dal momento che il 90% dei lavori gestiti dalla Struttura commissariale riguarda la Sicilia. La nomina spetta al governo nazionale ma a Palermo ci si aspettava “maggiore condivisione”. La questione, del resto, fino a venerdì pomeriggio sarebbe stata affrontata “senza un autentico esame di merito”. “Schifani mai così duro con Roma? Al primo posto per il governatore c’è sempre la Sicilia”, fanno notare degli osservatori bene informati sulle vicende di Palazzo d’Orleans.
Schifani: “Scelte non condivisibili”
Il presidente della Regione è il primo a esprimere il suo disappunto nel giorno in cui il governo annuncia la terna di nomi. Schifani parla di “scelte non condivisibili” e fa leva sulla mancata “competenza” dei tre nominati rispetto ai predecessori. Il passaggio da una gestione tecnica a una più prettamente politica non convince il presidente della Regione, che chiede “professionalità”. A ruota arrivano la Lega (“siamo perplessi, il governo ci ripensi”) e gli uomini di Saverio Romano. Tutte le dichiarazioni sono all’insegna della “perplessità” e invitano il governo Meloni “a riflettere” sulla scelta effettuata.
Anche la Lega a secco
Il Carroccio si lecca le ferite per la mancata nomina di Cirino Gallo alla guida della struttura. La ventilata conferma di Riccardo Costanza nel ruolo di uno dei due sub-commissari, invece, sarebbe stata gradita alla parte palermitana di FdI che è rimasta a bocca asciutta. Il decreto di nomina con i nomi a maggio finì nel mirino dei vertici nazionali del partito e la telenovela della mancata nomina della cabina di regia la depurazione delle acque è arrivata fino alla fine di agosto, con quel vento di Tramontana giunto a turbare un tranquillo venerdì di bonaccia.