A poche settimane dall’arrivo del tram a Palermo, il nuovo numero di “S” analizza i numeri del servizio che rivoluzionerà il traffico nel capoluogo. Pubblichiamo in anteprima l’articolo.
Il tram di Palermo scalda i motori ed entro l’anno dovrà cominciare a “camminare” sui 16 chilometri di binari che attraversano la città. Un termine ultimo che è perentorio: i fondi europei che hanno finanziato l’opera appartengono infatti alla vecchia programmazione che va rendicontata entro il 2015. Sforare la data del 31 dicembre significherebbe, per Palazzo delle Aquile, dover restituire oltre 300 milioni di euro a Bruxelles, prospettiva che fa tremare le vene ai polsi del sindaco Orlando che ha impresso un’accelerazione sui cantieri sin dal suo insediamento. I lavori sono ormai in dirittura d’arrivo e aspettano solo la certificazione di agibilità da parte della commissione ministeriale. L’ultimo scoglio da superare è l’affidamento della gestione del servizio alla partecipata del Comune che si occupa di trasporto pubblico, cioè l’Amat: l’aggiornamento del contratto di servizio deve però passare il vaglio di Sala delle Lapidi, dove già fioccano le polemiche e il percorso si annuncia in salita.
Le linee costruite in nove anni di cantieri sono tre: la linea 1 che collega Roccella, porta sud della città, alla stazione centrale; la 2 che da Borgo Nuovo arriverà sino alla stazione Notarbartolo; la 3A che partendo dal Cep giungerà alla 2 e la 3B, che attraversa viale Regione Siciliana da piazza Einstein fino a corso Calatafimi.
Il Comune, però, ha in progetto di crearne una quarta senza posare un solo metro di binari in più, unendo in poche parole la 2 alla 3B e quindi corso Calatafimi (e i vicini parcheggi di via Basile e via Nina Siciliana) con Notarbartolo, da dove passa il treno sotterraneo che arriva fino a Punta Raisi. Un progetto ambizioso, ma già in perdita: a regime i biglietti frutteranno 5,5 milioni di euro, contro un costo annuo di 15 circa. Un “rosso” preventivato e comune a tutti i sistemi di trasporto pubblico, ma che rende la scommessa del tram, e dell’annunciata rivoluzione della mobilità, tutt’altro che facile.