CATANIA – Sono serviti cinque anni per scrivere la parola giustizia. Una lieve, anzi lievissima, consolazione all’atroce dolore di due genitori che hanno dovuto seppellire una figlia. Sonia Sicari morì in un letto dell’ospedale Garibaldi il 25 gennaio 2009 dopo che un pirata della strada travolse la ford fiesta dove era a bordo con quattro amici. Gli stessi con cui aveva festeggiato un diciottesimo compleanno. Sonia, solo poche settimane prima, aveva spento 21 candeline. Arriva la sentenza definitiva, emessa dalla IV Sezione della Suprema Corte di Cassazione, che conferma la condanna in appello a sei anni e otto mesi per Diego Pappalardo, figlio del noto imprenditore catanese. Omicidio colposo con aggravato dall’evento è l’accusa nei confronti del giovane per cui tra poco, non appena la sentenza sarà esecutiva, si apriranno le porte del carcere.
LA VICENDA GIUDIZIARIA. Il reato in appello è stato derubricato. In primo grado, infatti, Diego Pappalardo era stato condannato a dieci anni di reclusione per omicidio volontario. Si parlò nel 2011 di sentenza storica. Nel processo in appello però la formulazione del Pg rispetto al Pm cambiò e l’accusa passò da omicidio volontario a omicidio colposo. Tesi accolta in pieno dai giudici che condannarono l’imputato a sei anni e otto mesi, pena confermata dalla Cassazione.
ALBA MALEDETTA. La vita di Sonia Sicari, studentessa di Economia Aziendale, è stata spezzata in un angolo del centro di Catania. All’incrocio tra via Roccaromana e via Lago di Nicito: nel suo destino entrò Diego Pappalardo, che quella mattina, secondo le ricostruzioni fornite dai carabinieri, non si fermò ad un posto di blocco per sfuggire ai controlli. Nella folle fuga centrò in pieno, con la sua Mercedes, l’auto dove viaggiava la 21enne. Uno schianto violentissimo. Sonia arrivò al vicinissimo Garibaldi con fratture in tutto il corpo: la giovane catanese non si arrese immediatamente. La sua lotta, purtroppo, fu inutile. Tra le lacrime per la perdita della figlia si scoprì che chi guidava la mercedes ai test alcolemici era risultato positivo, con valori tre volte superiori a quelli consentiti dalla legge. I genitori da quel momento iniziarono la loro battaglia per scrivere sulla lapide, accanto al nome di Sonia, la parola giustizia.
“IL DOLORE RIMANE LO STESSO”. Ad assistere la famiglia Sicari in questo lungo percorso giudiziario è stato l’avvocato Mario Savio Grasso. “Non si può dimenticare ciò che è successo – commenta a LiveSiciliaCatania il legale – per i due genitori il dolore è identico, questa sentenza non cambia quanto è accaduto”. La perdita di Sonia è una ferita sempre aperta nei cuori dei due genitori. “Certo c’è il rammarico – aggiunge l’avvocato Grasso – che Diego Pappalardo è stato condannato per omicidio colposo e non per omicidio volontario, sarebbe stato un messaggio importante per gli automobilisti, un monito a stare attenti. Ma sentenze come queste ci saranno finché in Italia non sarà prevista l’ipotesi di reato per omicidio stradale”.