“Uffici postali al collasso | Riportare al Sud i lavoratori” - Live Sicilia

“Uffici postali al collasso | Riportare al Sud i lavoratori”

Il sindacato Slp-Cisl denuncia un’imponente carenza strutturale. Il coordinatore nazionale Affatigato: “Situazione pesante e pericolosa”

PALERMO – Diversi sportelli chiusi che creano lunghe code, doppi turni, poca chiarezza da parte dell’azienda in merito alle mosse riparatorie, insoddisfazione generale: negli uffici postali del Palermitano manca il personale, e l’aria si fa pesante. “Ho fatto una seria denuncia in azienda – commenta Maurizio Affatigato, coordinatore nazionale Slp-Cisl – perché il nostro territorio non viene assolutamente preso in considerazione. In una nota il sindacato ribadisce: “Aspettiamo da tempo e con tanta pazienza l’intervento aziendale sulle carenze strutturali negli uffici postali. È difficile comprendere le dinamiche attuate dall’azienda sulla gestione del poco personale, soprattutto in virtù dei numerosi esodi che non vengono rimpiazzati e nonostante le chiusure parziali degli uffici postali a causa della pandemia”.

Affatigato entra nel dettaglio: “Gli uffici postali sono letteralmente al collasso. Sulle due filiali di Palermo riportiamo alcuni dati: gli addetti agli sportelli sono 635, compresi 180 part-time, su 142 uffici postali. C’è una carenza strutturale di 124 unità, oltre ad alcune unità che subentrano per le varie tipologie di assenza: lunghe malattie, lavoratori fragili e distacchi in altre strutture. Ci troviamo di fronte a una difficile realtà lavorativa”.

Il coordinatore nazionale della sigla inoltre rileva che “ancora nelle filiali persistono oltre dieci uffici chiusi a doppio turno, e ciò crea notevoli disagi ai colleghi generando continui distacchi e obbligandoli a spostarsi di parecchi chilometri per tappare i buchi d’organico”. Il tutto aggravato dalle nuove normative anti-Covid, “coi clienti che sono costretti ad aspettare il proprio turno fuori dall’ufficio, anche per ore, solo per pagare un semplice bollettino”.

La realtà purtroppo è pesante ma anche pericolosa – osserva Affatigato – perché la gente in fila vede molti sportelli chiusi e si chiede perché sta facendo code infinite. Poi però passa a scaricare il nervosismo sul personale degli uffici, e il contesto lavorativo diventa anche ostile. In determinati uffici dove è presente un tessuto sociale difficile, i direttori giornalmente devono fare ricorso alle forze dell’ordine – prosegue – al fine di scongiurare risse che potrebbero degenerare mettendo a repentaglio anche l’incolumità fisica degli operatori”.

Alla Slp-Cisl hanno già vagliato alcune potenziali soluzioni, e si dicono “fermamente convinti che non bisogna inventarsi nulla”. “Stiamo tentando in tutti i modi di arrivare a un punto – ribadisce Maurizio Affatigato –. Per esempio facendo tornare al Sud la gente che si è spostata al Nord, oppure ancora trasformando in full time i dipendenti part-time che fanno 15 giorni di lavoro al mese. Le possibilità ci sono, ma poi si scontrano coi costi”. Poi una parentesi sull’opzione nuove assunzioni: “Si fanno, ma sempre per ovviare a lunghe assenze e per la sostituzione di ferie. E queste non le reputiamo operazioni risolutive. Va data una sterzata definitiva a quelli che ormai sono diventati problemi che non permettono a questa azienda di fare un salto di qualità nel nostro territorio, per migliorare il servizio e la propria immagine”.


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