Privatizzazione Poste, Venezia (Pd): a rischio gli uffici nei piccoli comuni - Live Sicilia

Privatizzazione Poste, Venezia (Pd): a rischio gli uffici nei piccoli comuni

L'intervento del parlamentare del Pd Fabio Venezia (nella foto)
l'appello
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E’ iniziato l’iter di approvazione alla Camera del disegno di legge che prevede la cessione ai privati delle azioni di Poste Italiane SpA, che costituisce la più grande rete di distribuzione di servizi in Italia, attiva nei settori della logistica, nella consegna di corrispondenza e pacchi, nei servizi finanziari e assicurativi, nei sistemi di pagamento e nella telefonia. Con un fatturato di oltre 24 miliardi di euro e un utile netto di oltre 1,5 miliardi di euro, Poste Italiane ha circa 120 mila dipendenti e 12.800 uffici postali, 580 miliardi di euro di attività finanziarie investite e 35 milioni di clienti.

La proposta del Governo Meloni prevede che la quota dello Stato nel capitale di Poste Italiane non debba essere inferiore al 35 per cento. Ciò significa che sul mercato sarà immesso il restante 29 per cento delle azioni, a disposizione di risparmiatori e investitori istituzionali, italiani e internazionali. L’operazione di privatizzazione vale nell’immediato 1,5 miliardi di euro e dovrebbe essere chiusa entro l’autunno.

“Con il processo di privatizzazione – dichiara Fabio Venezia – la Sicilia rischia di perdere decine di uffici postali nei piccoli Comuni privando i residenti di servizi essenziali. La vendita del patrimonio di Poste italiane serve solamente a fare cassa e non risolverà nessun problema. Per queste ragioni abbiamo depositato nei giorni scorsi all’ARS, insieme ai colleghi del gruppo parlamentare del PD, una mozione che impegna il Governo regionale a interloquire con Roma affinché si riveda l’intenzione di procedere alla privatizzazione al fine di tutelare i livelli occupazioni dell’azienda nonché i servizi erogati sul territorio e, in particolare, nei piccoli comuni. Invitiamo – conclude il parlamentare dem – i sindaci e le associazioni dei consumatori a unirsi in questa battaglia per evitare che si possa smantellare una delle più importanti ed efficienti società statali”.


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