Il ministro dei trasporti, Altero Matteoli e il Governo ancor più che il commissario straordinario di Tirrenia, Giacarlo D’Andrea, hanno il dovere di farci sapere immediatamente se nei contenuti delle due “quasi” offerte vincolanti presentate il 15 marzo scorso per l’acquisizione di Tirrenia e Siremar, siano stati ricompresi gli impegni, dallo stesso Governo assunti, circa la continuità occupazionale e contrattuale dei lavoratori.
A questo punto quindi, di una privatizzazione pasticciata, confusa e tutt’altro che chiara, non siamo più di tanto interessati a conoscere nient’altro che non riguardi direttamente la sorte di migliaia di lavoratori e dei servizi di collegamento, sociali e commerciali, sinora assicurati dalla flotta (ex) pubblica alla collettività.
Ogni altro aspetto infatti, a partire dalla congruità dell’offerta economica e conseguentemente dal livello di copertura nei confronti dei debitori (a parte il TFR dei dipendenti comunque garantito) o dagli eventuali effetti “monopolistici” della vendita, ricade interamente sulla responsabilità del commissario e ancor più del ministro Matteoli e delle sue scelte di cui ovviamente dovrà rispondere anche nei confronti della U.E.
Voglio ancora sperare che il Governo, nel prendere finalmente coscienza degli errori sinora commessi in questa vicenda, assuma almeno in questa fase finale di una privatizzazione sbagliata e peraltro avviata in un momento ancora più sbagliato, come ampiamente dimostrato dai pessimi risultati ottenuti, una più responsabile e accorta linea di condotta e avvii da subito un confronto con tutte le parti interessate al fine di rendere concreti ed esigibili gli impegni assunti con i lavoratori, impegni che in nessun modo e per nessuna ragione potranno essere disattesi e per il cui rispetto siamo pronti ad intraprendere una durissima lotta.