PALERMO – Qualcuno, a taccuino chiuso, si spinge a definirla una “guerra interna”. Cosa l’abbia scatenata resta, però, un giallo. Si parla di spese e gestione amministrativa. Da qualche giorno Agostino Falanga non è più il segretario regionale della Uil Trasporti. Al suo posto in Sicilia è stato inviato un commissario. Spetta a una donna, Katia Di Cristina, il compito di guidare gli oltre ottomila iscritti siciliani.
“Gravi anomalie di gestione”
Motivo del commissariamento: “Riscontrate gravi anomalie di gestione e inadempienze oggettive rispetto il dettato fissato dallo Statuto della Uil trasporti”. Così c’è scritto nella delibera. Falanga non ci sta. Si è rivolto all’avvocato Rossella Lupi per chiedere la revoca della delibera e annuncia una causa per ottenere un risarcimento dei danni. La Uil Trasporti dal canto suo tira dritto. Di Cristina si limita a dire: “Stiamo lavorando per il sindacato, non spetta a me commentare. Non ho intenzione di rilasciare dichiarazioni sul caso Falanga”. Come dire si va avanti, ognuno per la propria strada. Che per Falanga porta dritto al giudice del lavoro.
“Statuto violato”
L’avvocato Lupi contesta innanzitutto la forma della decisione adottata dal segretario generale Claudio Tarlazzi. Parla di violazione del diritto di difesa: ad oggi Falanga non conosce perché sia stato allontanato prima della scadenza del suo mandato, prevista nel 2026. “Appare evidente come, a parte il mancato rispetto di ogni formalità prevista dallo statuto, sono stati violati i più elementari principi statutari a difesa del lavoratore – scrive il legale – e gli scopi dell’associazione medesima che dovrebbe impegnarsi ad adottare comportamenti contrassegnati da sobrietà e correttezza, nella piena e responsabile consapevolezza che l’attività sindacale e sociale richiede rigore e buona amministrazione da rappresentare soprattutto agli associati”. C’è stata un’Audit, una verifica interna, i cui risultati, però, non sono noti a Falanga che rivendica la correttezza della sua gestione amministrativa. A cominciare dai conti che nel 2022 hanno avuto un saldo positivo di bilancio.
Falanga ha una sua idea. Racconta che “qualche mese fa, il segretario Tarlazzi mi aveva manifestato la sua intenzione di affiancarmi una persona di sua scelta, Katia Di Cristina, dipendente della segreteria nazionale a Roma, invitandomi ad anticipare la scadenza del mio mandato che, naturalmente, sarebbe dovuto scadere nel 2026”. Il “mio dissenso” e “questo scontro di vedute” – aggiunge Falanga – sarebbero alla base del commissariamento “in spregio alle norme statutarie” e “senza contraddittorio”.