Il Commissario dello Stato Carmelo Aronica ha impugnato il disegno di legge numero 898 “Autorizzazione al ricorso ad operazioni finanziarie” approvato dall’As nella seduta dello scorso 27 aprile. Si tratta del ddl col quale la Regione aveva provato ad aggirare la prima impugnativa del Commissario che aveva bocciato, tra la eltre cose, il secondo comma del primo articolo della Finanziaria, quello che prevedeva il ricorso a un mutuo da 550 milioni.
L’impugnativa, in quel caso, trovava la propria motivazione nella destinazione dei fondi del mutuo. Per legge, infatti, questi vanno rivolti esclusivamente a capitoli di bilancio riguardanti gli investimenti. Per lo stesso motivo, però, oggi ecco la seconda impugnativa. Il ddl infatti ha violato gli articoli 81, 117 e 119 dell Costituzione. Articoli che stabiliscono (così come ripreso anche da una legge nazionale del 2008) la possibilità per Regioni, enti locali e aziende pubbliche, di “ricorrere all’indebidamento solo per finanziare spese di investimento”.
Il disegno di legge impugnato, in realtà, era stato approntato proprio per rispondere all’impugnativa del 26 aprile. Al comma 2 del primo articolo della Finanziaria, infatti era previsto quel mutuo da 550 milioni circa. Ma per ottenere l’autorizzazione ad accendere quel mutuo, come sancito anche da una recentissima sentenza della Corte costituzionale, andava specificato ogni singolo capitolo di bilancio al quale destinare le somme dell’indebitamento. E a questo avevano lavorato gli uffici regionali, il governo, la commissione bilancio e i deputati all’Ars. Approvando il ddl 898, risultato, evidentemente, inefficace.
Alcune somme di quel mutuo, infatti, sono state destinate, nonostante le precedenti osservazioni del Commissario, comunque a spese non legate a investimenti. In particolare, sono sette i capitoli di bilancio “incriminati”, oltre alla scelta di destinare parte di quel mutuo al cofinanziamento dei progetti europei.
In pratica, “saltano” i contributi per i Forestali. Tra i capitoli impugnati, infatti, ce ne sono diversi che riguardano proprio la gestione degli interventi in questo settore. Bocciati insomma i finanziamenti riguardanti i capitoli di bilancio relativi a: “Spese per esplorazioni e scavi archeologici, per la custodia, la manutenzione, la valorizzazione, l’agibilità, la conservazione ed il restauro dei monumenti archeologici e delle zone archeologiche. oneri per la direzione e l’assistenza ai lavori. Indennizzi per l’occupazione di immobili per scavi, nonché per la compilazione, stampa e diffusione delle relative pubblicazioni”; “Spese per la tutela, la custodia, la manutenzione, la conservazione ed il restauro dei beni monumentali, naturali, naturalistici ed ambientali; spese per accertamenti tecnici, sondaggi delle strutture, rilievi e relativa documentazione storica e tecnica. oneri per la direzione lavori e l’assistenza ai lavori”; “Ricostituzione di boschi demaniali o a qualsiasi titolo nella disponibilità dell’azienda, deteriorati e distrutti da incendi, rimboschimento, coniferamento e latifogliamento, nonché piccole opere di bonifica connesse; risarcimenti, cure colturali e recinzioni ivi compreso il miglioramento di boschi e di arboreti da seme”; “Interventi per la rinaturalizzazione del territorio, tutela della diversità biologica e valorizzazione della dimensione sociale, turistica e culturale delle foreste”; “Interventi per la prevenzione ed il controllo degli incendi boschivi nonché interventi di tipo conservativo e per l’utilizzo delle tecnologie innovative per la difesa dell’ambiente”. Bocciato anche il ricorso al mutuo per il finanziamento dell’Ente di sviluppo agricolo e per quello dei consorzi di ripopolamento ittico.
Adesso andranno considerate le conseguenze di questa decisione del Commissario. Il bilancio e la Finanziaria, infatti, sono stati chiusi non tenendo conto della somma prevista dal mutuo. Per questo motivo, dovrebbero essere scongiurate le ipotesi di commissariamento della Regione o di scioglimento dell’Ars. Ma rimane il problema di reperire altrove le somme. Somme considerate dal capogruppo del Pd all’Ars Antonello Cracolici,proprio nei giorni in cui si lavorava al ddl, come “spese obbligate”. Ovvero non obbligatorie. Cioè non necessarie a chiudere il bilancio. La Regione, insomma, potrebbe decidere, molto semplicemente, di rinunciare a queste spese. Di non erogare quei soldi. Ma chi lo dice ai Forestali?