E’ morto questa mattina, per un infarto al miocardio, il presidente aggiunto dei Gip di Catania, Edoardo Gari, 72 anni, che per 40 anni è stato in prima linea nell’attività giudiziaria nel capoluogo etneo. Attualmente stava presiedendo i riti alternativi del processo antimafia Iblis, su presunti rapporti tra Cosa nostra, imprenditoria e politica. Nella sua lunga attività da magistrato aveva commesso certamente una disattenzione: nell’ottobre dello scorso anno nove presunti affiliati alla cosca mafiosa Scalisi di Adrano, collegata al clan catanese Laudani, erano stati scarcerati per decorrenza dei termini: condannati in primo grado il 21 giugno 2010 a pene comprese tra 3 anni e 4 mesi e 8 anni e otto mesi, per mafia, un’estorsione e detenzione di armi. Edoardo Gari, che li aveva giudicati con il rito abbreviato, non aveva depositato le motivazioni della sentenza.
‘‘La scarcerazione di questi imputati – ammise Gari – è da addebitare a una mia mancanza. E mi brucia moltissimo. Ma c’è un problema di sostenibilità di lavoro, miracoli non ne possiamo fare e io alterno disperazione a serenità assoluta. E’ stata una defaillance, ma la prima in quarant’anni di carriera”.