Vittorio Sgarbi non può essere candidato sindaco a Cefalù (Pa). Lo ha stabilito la Corte d’appello di Palermo che ha confermato la decisione del tribunale di Marsala.
A provocare l’estromissione del critico dal voto di Cefalù è una norma del testo unico degli enti locali (l’art. 143) in base al quale non possono concorrere al primo turno elettorale utile gli amministratori di enti sciolti per infiltrazioni mafiose. E’ il caso di Sgarbi il quale era sindaco di Salemi (Trapani) quando, a febbraio, il comune è stato sciolto dopo una relazione degli ispettori ministeriali secondo i quali l’attività amministrativa era condizionata dagli interventi di Giuseppe Giammarinaro, coinvolto in una inchiesta culminata con i sequestro di beni per 35 milioni.