Un anno dopo la sparatoria e i morti, cos'è cambiato a Catania?

Un anno dopo la sparatoria e i morti, cos’è cambiato a Catania?

Giovani cani sciolti e nuove leve criminali si muovono forsennatamente per cercare di riempire i vuoti di potere.
I FATTI DI VIALE GRIMALDI
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CATANIA. Questa è una città che dimentica. Dimentica troppo in fretta. Nell’epoca degli influencer delle commemorazioni, nessuno oggi ha scritto un rigo di quello che è accaduto un anno fa al viale Grimaldi 18 a Catania. Uno scontro violento. Con almeno 6 feriti e due morti sul selciato. Due clan che si sono armati e hanno sparato. Pistolettate mentre ancora il sole doveva tramontare. Mentre i bimbi giocavano all’ombra dei grattacieli di Librino. Un’esplosione di violenza che sapevamo sarebbe arrivata. I segnali c’erano tutti: le scarcerazioni, le tensioni, la guerra silenziosa per la droga, l’ambizione di detenere il potere criminale. Ed è bastato il più futile dei motivi un anno fa per trasportare la città agli anni 80-90. Quando i rumori di spari e sirene erano suoni del quotidiano.

Un anno dopo

Cosa è cambiato in questo anno? Lo Stato ha risposto in modo incisivo: i protagonisti di quel girone infernale (sia dei Cappello che dei Cursoti Milanesi) rischiano un processo. Nel frattempo si sono rimescolate le carte e mentre due clan mafiosi si leccavano le ferite degli arresti, i Nizza (della famiglia Santapaola) riprendevano vigore. Anche affiliando uno degli attori di quello scontro armato. E Michael Sanfilippo è tornato ad uccidere. Lo ha confessato lui stesso. In questa inquietante scia di sangue si sta riaccendendo un altro conflitto, questa volta insito in Cosa nostra catanese. Da una parte i Nizza e dall’altro il gruppo di San Cocimo (legati al boss Lorenzo Saitta u scheletro).
Ma le fiamme sono state spente dall’ennesima indagine dei carabinieri che ha colpito i vertici dei Nizza. Però non bisogna abbassare la guardia, perché giovani cani sciolti e nuove leve criminali si muovono forsennatamente per cercare di riempire i vuoti di potere. Per farlo sono pronti anche a sparare.
Quanto accaduto un anno fa non deve ripetersi.


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