Un cantiere per Catania: "non possiamo tacere", ancora una volta

Un cantiere per Catania: “non possiamo tacere”, ancora una volta

Un documento circostanziato, cucito attorno alle recenti emergenze che hanno afflitto il capoluogo etneo

CATANIA – Un documento decisamente circostanziato e cucito intorno alle recenti emergenze che hanno attraversato la città di Catania, a partire dalla chiusura del Terminal A dell’aeroporto di Fontanarossa a seguito dell’incendio che ne ha devastato una porzione. Il Cantiere per Catania, collettivo di laici cattolici che ha come obiettivo quello di sollecitare il dibattito pubblico in vista del bene comune, interviene “pubblicamente – si legge –, quando si è un pò ‘posata la polvere’, proprio perché ora si comincia a parlare, giustamente, di ‘prospettive’ e si intendono adottare iniziative perché non si ripeta quel che è successo e che ha messo in crisi le forniture idriche, elettriche, i trasporti ed i collegamenti a Catania e nella regione”.

Il documento

Cantiere per Catania solleva alcuni interrogativi. “Qual è la lezione – scrivono – che gli eventi ci restituiscono? Primo. La Sicilia continua ad avere un sistema infrastrutturale assai carente e ad esser marginale ed isolata”. Per questo “va, quindi, ripensato il sistema dei trasporti e dei collegamenti anche nell’ottica di prevedere, soprattutto in caso di emergenza, tempestive e straordinarie soluzioni alternative. L’evento verificatosi, non eccezionale o imprevedibile, svela le fragilità infrastrutturali a cui è urgente porre rimedio con strategie e programmazione di interventi e di investimenti”.

Andare oltre le logiche della lottizzazione. “Rinunciare alle logiche di asfittico ‘schieramento’ anche nella scelta dei responsabili di organi,società e organismi pubblici privilegiando, invece, professionalità e capacità. E ciò proprio per ‘servire meglio’, per esser più efficacemente al servizio del bene comune avendo come obiettivo più rilevante le priorità e le criticità da affrontare e risolvere per il bene di tutti, soprattutto in momenti di emergenza e decisivi per la convivenza civile”.

“In questi giorni di emergenza, tanti Organismi di volontariato, anche non cattolici, rinunciando a coltivare posizioni particolari e lontani dai riflettori, per assistere ed aiutare la popolazione, i fragili, i malati, i poveri, gli anziani, gli emarginati e i senza fissa dimora dei quartieri e dei paesi catanesi”, scrivono.
“Proprio per tale prezioso e decisivo ruolo svolto, non da ora, da tali Organizzazioni – conclude il documento – non possiamo non rinnovare l’invito alle Amministrazioni locali a rivedere i propri metodi e strategie di intervento soprattutto in ordine alle criticità ed emergenze civili e sociali nella prospettiva di adottare un’amministrazione condivisa, nuova, entusiasmante frontiera di un Ente locale aperto alla
collaborazione dei cittadini, dei corpi intermedi e del Terzo Settore”.


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