CATANIA. Grazie alla mission dell’Istituto italiano dei Castelli onlus, fondato nel 1964 da Piero Cazzola, che si occupa della conoscenza, salvaguardia e valorizzazione dell’architettura fortificata, e delle sinergie tra pubblico e privato, la Sicilia recupera due testimonianze di grande valore storico e strutturale: i castelli di Raccuja, in provincia di Messina e di Serravalle, a Mineo (Catania).
I due edifici saranno protagonisti, nel fine settimana, delle iniziative organizzate dalla sezione Sicilia dell’Istituto, all’interno della XXIV edizione delle ‘Giornate nazionali dei Castelli’, che si svolgerà in tutta Italia.
“Abbiamo organizzato un weekend di studio e visite per fare conoscere ancora di più queste due fortificazioni – afferma Maria Vittoria D’Amico Santagati, presidente della sezione siciliana dell’Istituto Italiano dei Castelli. Le due ristrutturazioni – spiega – sono il risultato di una sinergia di operazioni tra pubblico e privato. Ristrutturare edifici così significa restituirli al loro territorio, donando nuove possibilità per l’economia locale, divenendo un importantissimo volano per il turismo siciliano: il turismo castellano, infatti, è diventano uno dei punti di forza del settore in Italia, che costituisce un mondo per tutti gli appassionati di travel e tourism experience”.
La presidente poi evidenzia il valore dei restauri: “Quello di Raccuja molto lungo e importante, la struttura era abbandonata e fatiscente, grazie al restauro della Soprintendenza ai beni culturali di Messina e a fondi regionali, con la collaborazione del comune di Raccuja, è tornato a splendere. Complesso il recupero di Serravalle, quest’ultimo è stato oggetto di un intervento di consolidamento e restauro davvero importante – spiega D’Amico Santagati – che ha dato nuova vita a un monumento oggi dotato di strutture e tecnologie aggiornatissime in grado di rendere quanto più gradevole la visita. Dobbiamo ringraziare aiuti pubblici ma, in primis, il grande impegno della proprietaria, l’avvocato Orsola Sedati, che ha ereditato il castello di Serravalle nel 2008. La famiglia è proprietaria dell’edificio dal 1513. Nel 2007 l’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana ha imposto sul castello il vincolo di interesse storico-artistico”.
“L’inserimento dei castelli nel ciclo attivo della vita moderna è una finalità del nostro istituto – ricorda l’architetto Fulvia Caffo, del direttivo regionale e consigliere scientifico nazionale, la ‘rivalutazione’ di Serravalle, attraverso l’accurato intervento di restauro conservativo e, nel contempo funzionale, ne costituisce un esempio tangibile”.
Orgogliosa la proprietaria del Castello di Serravalle, Orsola Sedati: “Dopo anni di lavoro si restituisce identità e accoglienza a un luogo antico di almeno otto secoli, ciò è frutto di un accurato restauro conservativo. Per me è un atto di amore verso il territorio catanese, verso la nostra storia collettiva e anche verso la mia famiglia”, osserva. “Il nostro Castello – prosegue Sedati – torna a vivere, a ospitare, a far parte della quotidianità delle istituzioni e delle persone. L’edificio è stato restituito alla collettività per seminari, iniziative culturali, mostre, eventi istituzionali e privati. Tutto questo ha richiesto un grandissimo sforzo, ma per me il traguardo era irrinunciabile”.
IL PROGRAMMA – Domani, sabato 13 maggio al Castello Branciforti di Raccuja, il saluto del sindaco Ivan Martella con la presentazione dei progetti di lavoro sul Castello Branciforti. A seguire: Michaela d’Alcontres Marullo, presidente Nazionale dell’Istituto Italiano dei Castelli; Maria Vittoria D’Amico, presidente della sezione Sicilia Istituto Italiano dei Castelli; il contrammiraglio Santo Giacomo Legrottaglie, delegato per la provincia di Messina dell’Istituto; Lino Morgante, direttore editoriale di ‘Gazzetta del Sud’, il quale sostiene costantemente le iniziative dell’Istituto.
Gli approfondimenti saranno curati da Mirella Vinci, soprintendente ai Beni culturali ed ambientali di Messina (‘Cenni sulla Storia e sull’ Architettura del castello di Raccuja’); Biagio Ricciardi, Istituto Italiano dei Castelli (‘Breve Storia della famiglia Branciforti in Sicilia’); Antonello Pettignano, della soprintendenza ai Beni culturali ed ambientali di Messina, che ha seguito tutte le fasi del restauro promosso dal socio Nunzio Astone e la presentazione della raccolta di saggi ‘Il Castello di Raccuja e dintorni’.
Domenica 14 maggio, nel castello di Serravalle a Mineo: alle 9.45 i saluti della presidente della Sezione Sicilia, Maria Vittoria D’Amico Santagati,dell’avvocata Orsola Sedati e della Soprintendente per i Beni Culturali e ambientali di Catania, Irene Donatella Aprile. Alle 10, inizio visita guidata della struttura. Nel pomeriggio visita alla vicina area archeologica di Paliké, insediamento urbano del IV sec. a.C., sede del santuario più importante della popolazione sicula, dedicato ai fratelli Palici, di proprietà della Regione Siciliana e saluti del direttore del sito, Giuseppe D’Urso, che ne ha disposto l’apertura straordinaria esclusivamente per i partecipanti alle ‘Giornate Nazionali dei Castelli’. L’itinerario sarà guidato da Laura Maniscalco, massima esperta della storia dell’insediamento e delle campagne di scavo del sito archeologico.
I RESTAURI – Il Castello Branciforti di Raccuja è stato costruito nell’XI secolo dal conte Ruggero I d’Altavilla, sui resti di architetture di origine romane e islamiche. L’attuale proprietà è del Comune di Raccuja.
Negli anni Novanta un restauro a cura della Soprintendenza alle Belle Arti della Sicilia Orientale ha rimesso in sesto le precarie strutture. Il restauro, protratto fino ai primi anni Duemila, ha interessato anche l’area di corte, gli arredi interni e l’attigua chiesa del convento del Carmine, riprendendo nelle sue parti essenziali il complesso monumentale. L’intervento di recupero è stato finalizzato alla fruizione totale del castello, con la volontà di ricavarne sede di museo civico, archivio storico e biblioteca comunale.
Il Castello di Serravalle è di proprietà privata, costruito nel XIII secolo. L’edificio è stato oggetto di accurato intervento di consolidamento, ristrutturazione e restauro. Gli importanti lavori eseguiti consentono, comunque, di leggerne la storia attraverso le mura, i materiali e le strutture principali (le mura di cinta, le scale esterne, il camminamento di ronda, le buche pontaie e le feritoie, la segreta) che hanno conservato tuttora la propria autenticità e identità originale.
L’opera di restauro ha tuttavia tenuto conto altresì delle nuove esigenze, provvedendo a adattare alcuni ambienti modificandone la funzione originale nel rispetto dei canoni architettonici tradizionali, e dotandoli di strumentazioni moderne al fine di poter offrire al pubblico una struttura versatile e funzionale agli usi turistico, ricettivi e culturali, nel rispetto, della memoria del luogo. Il castello è dotato altresì, di una suite, posta in cima alla Torre, da cui è possibile godere, in assoluta privacy, di una vista mozzafiato a 360 gradi della Valle dei Margi e dell’Etna.
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