Un latitante in America: "Gli ho dato i soldi per andarsene "

Un latitante in America: “Gli ho dato i soldi per andarsene “

È l''uomo che nel 2017 ospitò un vertice di mafia
IL BLITZ A BOLOGNETTA
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PALERMO – I mafiosi di Misilmeri si diedero appuntamento a casa di Carlo Noto. Era il 2017 e Salvatore Sciarabba, anziano capo mandamento di Belmonte Mezzagno, dettò le regole.

Nel maggio scorso i carabinieri bussarono all’abitazione di Noto per arrestarlo. Non si fece trovare. Da allora per le autorità italiane è ufficialmente latitante. In realtà vive negli Stati Uniti.

Il blitz che ieri ha portato all’arresto di Carlo Scalafani e Mario Pecoraro, considerati mafiosi di Bolognetta, fa emergere che a finanziare la fuga di Noto sarebbe stato Carmelo Polizzi, figlio di Stefano che si trova in carcere con l’accusa di essere stato il reggente della famiglia mafiosa di Misilmeri.

A Casa di Noto, imbianchino e incensurato, Sciarabba spiegò che nonostante i rischi che correvano non aveva potuto a fare a meno di organizzare l’incontro. I pizzini non bastavano più. Ed invece la casa era imbottita di microspie.

Si parlò di tante questioni: dall’acquisto di macchinari edili con assegni post datati al pizzo da imporre a un costruttore di Bolognetta, dall’estorsione a un fornaio nonostante avesse subito un grave lutto familiare al via libera per rilevare un negozio, dai 12 mila euro per la messa a posto del cantiere di una palazzina a Misilmeri ai 2800 euro che un imprenditore legato al mandamento mafioso di San Mauro Castelverde dovette sborsare per riavere indietro l’escavatore che gli era stato rubato.

Carmelo Polizzi è indagato per favoreggiamento nei confronti di Noto sulla base delle parole che egli stesso ha pronunciato. Il 30 maggio scorso svelava senza sapere di essere intercettato che Noto “è latitante, gli ho dovuto dare i soldi io per andarsene in America, era senza lavoro… gli ho dovuto pagare il biglietto…”.

Ed aggiungeva che si era insospettito perché “vedevo gli sbirri troppo appresso a lui… dice ho due macchine sempre appresso ‘ncà grazie, tu a dire di no non sei capace… ‘come faccio a dire di no a tuo padre’… no gli devi dire… io di figlio si che gli dico no, che certe volte accompagnami qua che mi devi accompagnare tu, tu sei malato prenditi la macchina e te ne vai… perché ormai là sono”.


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