Un piano di assistenza sanitaria | per Lampedusa: "Basta stragi" - Live Sicilia

Un piano di assistenza sanitaria | per Lampedusa: “Basta stragi”

Presentato il 'Programma speciale Lampedusa', che prevede la creazione di due strutture permanenti sull'isola: una di medicina umanitaria e delle immigrazioni e una di specialistica ambulatoriale e diagnostica. Adesso si aspetta il via libera da Roma. Nel corso della mattinata è stato proiettato il video 'Mai più morti nel Mediterraneo', realizzato dall'Asp.

l'iniziativa dell'asp 6 di palermo
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PALERMO -Un numero impressionante di 366 morti, con 155 sopravvissuti. Il drammatico bilancio che lo scorso tre ottobre sconvolse Lampedusa brucia ancora sulla pelle di coloro che agirono in prima persona sul Molo Favaloro per trarre in salvo i sopravvissuti al naufragio. Oggi, a due mesi di distanza dalla tragedia avvenuta ad appena mezzo miglio dalla costa, l’Asp di Palermo ha presentato nelle sue sale il ‘Programma speciale Lampedusa’, che prevede la creazione di due strutture permanenti sull’isola: una di medicina umanitaria e delle immigrazioni (Mui) e una di specialistica ambulatoriale e diagnostica (Sad) in modo da “fornire risposte immediate alle eventuali emergenze e garantire un’assistenza sanitaria adeguata a residenti e immigrati”.

Un piano specifico già approvato dalla Regione Siciliana che adesso necessità di una deroga al blocco sui concorsi da parte del ministero della Salute “perchè andrebbero assunti ginecologi, pediatri, infermieri, psicologici, assistenti sociali e mediatori culturali – spiega Antonio Candela, commissario straordinario dell’azienda sanitaria -. L’assessore Borsellino in questo momento si trova a Roma proprio per perorare questa causa”.

A prestare servizio a Lampedusa, al momento, è solo un ginecologo in missione due giorni a settimana che, nei periodi non coperti, è sostituito dal responsabile del Poliambulatorio, Pietro Bartolo, specialista in ginecologia. “I tempi – prosegue Candela -, ci impongono di strutturarci in maniera tale da essere sempre pronti ad intervenire con professionalità adeguate che stiano stabilmente sull’isola. Ciò ridurrebbe l’attesa e consentirebbe un risparmio, in quanto non sarebbe più necessario inviare personale in missione da Palermo a Lampedusa”.

Nel corso della mattinata è stato proiettato il video ‘Mai più morti nel Mediterraneo’, realizzato dall’Asp. Un modo per non dimenticare e commemorare le vite perse nella tratta del ‘terrore’. E così ecco scorrere sullo schermo una dietro l’altra alcune immagini inedite della tragedia. Bare, vestiti e scarpe abbandonati tra le onde, volti scavati, lacrime, disperazione. Ma anche mani sicure a cui appoggiarsi, quelle di chi senza esitazione ha tirato fuori dall’acqua i migranti resttuendo loro un barlume di speranza. “Stavo andando in porto a scaricare il pesce – ricorda Domenico Colapinto, uno degli ‘eroi’ dell’isola che ha salvato ben diciotto naufraghi -. Rivedo le braccia unte di nafta che scivolano via, spariscono fra le onde, occhi e bocche che gridano aiuto. Non potrò mai dimenticare quelle scene. Mi sono subito fermato a prestare soccorso senza pensarci due volte e lo rifarei ancora anche se, vi confesso, avrei voluto fare di più”.

Ma l’incontro è stato anche l’occasione per parlare, ancora una volta, del permesso di soggiorno. Una questione sollevata dal sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, che in questi mesi ha lanciato un appello alle autorità italiane e all’Europa per chiedere “quanto grande deve essere il cimitero della mia isola?”. “Se l’Europa che vogliamo costruire deve essere una casa comune – interviene la Nicolini -, si dovrà prima di tutto cancellare questa vergogna del Mediterraneo come cimitero. Dobbiamo concedere il diritto d’asilo alle persone che già fuggono dalla guerra, dalla fame, dalla disperazione e se lo riconosciamo soltanto ai superstiti dei naufragi – prosegue -, ciò vuol dire che non siamo una civiltà che si fonda sui valori universali che abbiamo raccontato e continuiamo a raccontare alle nuove generazioni”.

“Il vero mandante di questi omicidi è il permesso di soggiorno – aggiunge il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando -. I cittadini di Lampedusa che hanno aiutato gli immigrati hanno riconosciuto il diritto alla vita senza aspettare un bollo”. Il primo cittadino lancia poi una provocazione: “Spero di essere arrestato un giorno perchè tengo a casa mia un rifugiato clandestino”. Una frase infine, presente nel filmato e marcata con cura dal commissario straordinario dell’Asp nel corso della presentazione, risuona alla mente: “Chi salva una vita, salva il mondo intero”.


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