Un paese sopraffatto dal lutto | "Addio Enrico, sei il numero uno" - Live Sicilia

Un paese sopraffatto dal lutto | “Addio Enrico, sei il numero uno”

I funerali di Enrico Lo Nigro

Cefalà Diana si è fermata per piangere Enrico che non c'è più. La chiesa invasa da una numerosissima folla. L'omelia di padre D'Accardi: "Proteggerà i suoi amici dall'alto".

PALERMO- E’ un silenzio lugubre, di una massa di gente che ormai ha imparato a svegliarsi con delle brutte notizie, ma che non si vuole abituare. La scomparsa prematura di Enrico Lo Nigro – morto a diciotto anni – è l’ultima di una serie di tragedie che hanno visto giovani ragazzi tra Villafrati e Cefala Diana, perdere la vita negli ultimi anni a seguito di incidenti stradali. E’ un elenco che diviene ogni anno più ampio, più triste. Ed è la massa di ragazzi e ragazze che Enrico, col suo modo di fare che gli amici definiscono “scherzoso, buono, da numero uno” aveva fatto divertire e sorridere, che oggi versa lacrime di dolore e incredulità dietro il suo feretro. In prima fila la madre, Rita, sconvolta dal dolore.

Il piccolo paesino di Cefala Diana, poco più di 1000 anime, è stato invaso da una mole immensa di ragazzi e ragazze, uomini e donne, giunti per salutare quel ragazzo pieno di vita che ha visto infrangere la sua vita sul muro di un abitazione di quel piccolo borgo di provincia che lui tanto amava, e che è stato drammatico palcoscenico della sua morte, quando nella notte di sabato, la Mercedes su cui viaggiava con tre amici è andata a schiantarsi, uccidendolo. Il punto di massima commozione si tocca quando la bara, al termine della messa viene alzata al cielo, proprio davanti l’ingresso della Chiesa San Francesco di Paola. In quell’istante, un applauso scuote il silenzio, una miriade di mani intonano un ritmo che si mescola alle lacrime che scendono dal volto degli amici, dei parenti, di tutti. E’ un ritmo che sa di rassegnazione, di incredulità, di rabbia, che a mo’ di ultrasuoni entra nelle orecchie, e fa tremare il cuore. E’ il ritmo che da il via all’ultimo viaggio di Enrico. La stessa scena, si era già presentata quando la bara bianca, che si stava dirigendo in chiesa, si è fermata davanti quel fatidico civico 42 di Via Ungheria, luogo dell’impatto fatale.

“Adesso abbiamo un angelo vicino a Dio, che farà da tramite, e dall’alto proteggerà i suoi amici e tutti coloro che gli vogliono bene”, ha detto padre Giuseppe D’Accardi nel corso della sua omelia. Il sacerdote ha recitato la messa accompagnato dal parroco di Villafrati, padre Guglielmo Bivona, e dall’ex parroco di Cefalà Diana, adesso trasferitosi a Bagheria, padre Massimiliano Purpura. “Enrico non è andato via – ancora padre D’Accardi -, ma sarà con noi per sempre, ci osserverà, ci farà da guida”.

La folla ha seguito in processione il feretro anche al termine della celebrazione, fino al cimitero comunale, per dare l’ultimo saluto ad Enrico, e l’ultimo abbraccio ai suoi familiari. All’ingresso una parte della banda musicale di Cefala Diana rompe il silenzio intonando qualche nota, poi, dopo qualche minuto, la bara viene rialzata, poco dopo l’ingresso al cimitero. E’ l’ultimo saluto.


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